Respirare, recitare, mimare, memorizzare. Provare e riprovare. Esercitarsi con i compiti a casa. Imparare in gruppo o da soli. Partire da zero e, perché no, riscoprirsi attori di teatro. Partire da una base solida e, perché no, riscoprirsi artisti più completi. Vivere in prima persona l’incanto di un teatro e di un museo a cielo aperto. A via Università 100, immersi nel verde dell’orto botanico di Portici, casa del Dipartimento di Agraria, torna con la seconda edizione il laboratorio di teatro targato Naturarte, parte del progetto Ecomuseo Borbonico – Orto del Re. Il 15 novembre l’open day presso l’aula del centro MUSA (Musei delle Scienze Agrarie). La formazione per aspiranti attori è a cura di Daniela Mancini, artista a tutto tondo: “ho iniziato a sette anni con la danza, poi sono passata al mimo, ai corsi di teatro e di regia. Nei miei laboratori comunico tutte le mie esperienze”. Si parte dal training autogeno, “il lavoro sulla voce e sulla respirazione è di base. Poi ci sono tecniche di mimo e di teatro-danza”. L’anno scorso quasi cinquanta le persone che hanno deciso di iscriversi a un corso durato tre mesi. Quest’anno il laboratorio di primo livello, pensato per i neofiti della recitazione, ospiterà soltanto una quindicina di iscritti (scelti in ordine di prenotazione) e si terrà da novembre a luglio. Per gli attori più esperti, invece, c’è il Master di mimo e teatro-danza ‘I Teatri del Bosco’: “un corso di specializzazione per artisti professionisti. I migliori di questo laboratorio entreranno a far parte di una compagnia stabile dell’Orto del Re”. Due gli aspetti che accomunano i differenti percorsi. Innanzitutto i costi: “sono gratuiti per quest’anno fino a luglio”. In secondo luogo l’impegno settimanale: un incontro da tre ore, dalle 16 alle 19. Il martedì è il giorno del Master, mentre il mercoledì e il venerdì si tengono rispettivamente i laboratori di primo e di secondo livello: “in caso di necessità, terrò anche lezioni individuali quando lo riterrò opportuno”. Il progetto dell’insegnante prevede inoltre la partecipazione a una serie di stage, alcuni già stabiliti, altri in via di definizione: “partirà un laboratorio di maschere di cartapesta che terremo presso il Palazzo dello Spagnuolo diretto da Massimo Perez, docente all’Accademia di Belle Arti. Gli allievi vedranno come realizzarle, indossarle e farle vivere a livello teatrale. Penso che attiverò pure uno stage su come andare sui trampoli”. Tanto lavoro in vista della rappresentazione finale: “porteremo in scena l’800 che racconta il ‘700, rivolgendoci a diverse fasce d’età. Per i più piccoli, ci saranno delle favole, sulla struttura di quelle napoletane, attraverso le quali si racconterà la storia dei Borbone. Altri spettacoli, invece, saranno destinati a un pubblico più adulto. Tutti ambientati all’interno del bosco di Portici, un luogo di una magia ineguagliabile”. Un luogo che ha visto gli studenti di Agraria indossare i panni di attori: “con l’Università e il centro MUSA si è creata una bella sinergia. Buona parte dei miei allievi alla prima edizione del laboratorio erano del Dipartimento di Agraria. Alcuni continueranno con il secondo livello. Sono cresciuti molto perché hanno iniziato a guardare la natura da un punto di vista diverso. Io stessa sono cresciuta incontrando loro. Il nostro è un viaggio insieme. È bello lavorare con i giovani. Il mio più grande sogno è che l’Ecomuseo Borbonico dal punto di vista teatrale possa continuare in eterno”.