La Facoltà di Ingegneria si congeda il 13 febbraio ospitando in Consiglio gli ultimi Presidi della sua storia recente, i professori Gennaro Volpicelli, Vincenzo Naso ed Edoardo Cosenza. La seduta si apre con un minuto di raccoglimento in memoria della ragazza suicida, che, lunedì 4 febbraio, si è tolta la vita gettandosi nel vuoto dal tetto della Biblioteca del secondo piano della sede di Piazzale Tecchio, e del prof. Roberto Pettorino. “Ho avuto occasione di incontrare i genitori di questa nostra studentessa e posso assicurare che la sua decisione non è in alcun modo da collegare alla sua carriera universitaria. Piuttosto è da attribuire ad un male purtroppo ben identificato. Nonostante ciò, resta il senso di colpa e la consapevolezza della nostra responsabilità nei confronti degli studenti per i quali questa resta una sede centrale, luogo di incontro, di condivisione, ma anche fonte di frustrazioni”, dice il Preside Piero Salatino. Poi prosegue ricordando il collega: “Ho avuto occasione di incontrare Roberto come Preside e, nonostante la lieve differenza d’età, ci siamo sempre trovati in perfetta sintonia e ci siamo sempre reciprocamente supportati nel difficile compito di gestire due Facoltà grandi ed articolate. Anche in seguito, quando lui era diventato Presidente nel Nucleo di Valutazione, il rapporto di stima e amicizia è continuato. Lascia un grande senso di vuoto nella nostra famiglia fridericiana”.
La seduta, poi, riprende il suo normale corso. Per gli studenti sarà consolante apprendere che la Scuola di Ingegneria è riuscita, per il secondo semestre, a predisporre un calendario accademico compatto, con meno buchi. Si è perfino razionalizzata ed ottimizzata l’occupazione delle aule, riducendo di quasi il 50% gli spazi necessari. “Siamo orgogliosi di affermare che siamo riusciti a cambiare la logica, ponendo al centro gli studenti ed assegnando a ciascun corso un’aula”, sottolinea Salatino.
Poi le comunicazioni: la prof.ssa Silvana Saiello è stata nominata nella Commissione Nazionale di Didattica della Chimica; i professori Nino Grizzuti e Francesco Marulo sono stati eletti, rispettivamente, alla guida dei Corsi di Laurea in Ingegneria Chimica ed in Ingegneria Aerospaziale, sostituiscono i neo Direttori di Dipartimento Pier Luca Maffettone e Antonio Moccia. Un lieto annuncio: lunedì 25 febbraio alle 11:30 verrà inaugurata la sezione libri antichi di Ingegneria, nata grazie al contributo della Fondazione Politecnica per il Mezzogiorno, presieduta dal prof. Naso.
Pratiche studenti, bandi, attribuzioni, istituzioni e conferma di Master completano la seduta. Poi spazio ai ricordi ed alle considerazioni degli ultimi quattro Presidi della Facoltà di Ingegneria della Federico II.
La seduta, poi, riprende il suo normale corso. Per gli studenti sarà consolante apprendere che la Scuola di Ingegneria è riuscita, per il secondo semestre, a predisporre un calendario accademico compatto, con meno buchi. Si è perfino razionalizzata ed ottimizzata l’occupazione delle aule, riducendo di quasi il 50% gli spazi necessari. “Siamo orgogliosi di affermare che siamo riusciti a cambiare la logica, ponendo al centro gli studenti ed assegnando a ciascun corso un’aula”, sottolinea Salatino.
Poi le comunicazioni: la prof.ssa Silvana Saiello è stata nominata nella Commissione Nazionale di Didattica della Chimica; i professori Nino Grizzuti e Francesco Marulo sono stati eletti, rispettivamente, alla guida dei Corsi di Laurea in Ingegneria Chimica ed in Ingegneria Aerospaziale, sostituiscono i neo Direttori di Dipartimento Pier Luca Maffettone e Antonio Moccia. Un lieto annuncio: lunedì 25 febbraio alle 11:30 verrà inaugurata la sezione libri antichi di Ingegneria, nata grazie al contributo della Fondazione Politecnica per il Mezzogiorno, presieduta dal prof. Naso.
Pratiche studenti, bandi, attribuzioni, istituzioni e conferma di Master completano la seduta. Poi spazio ai ricordi ed alle considerazioni degli ultimi quattro Presidi della Facoltà di Ingegneria della Federico II.
Cosenza: i primi lotti
della sede di
San Giovanni
a fine anno
della sede di
San Giovanni
a fine anno
Il primo ad intervenire è il prof. Volpicelli che cerca di trarre un bilancio ‘algebrico’ della svolta in atto dell’accademia italiana. “Ciò che ci ha, fino ad ora, tenuto insieme è una unità culturale. Ora dovremo saper trovare nuove forme di aggregazione all’interno di entità culturali diverse, nelle quali le realtà maggiormente consolidate sono quelle che possono vantare dei Maestri. La nuova esigenza va letta nell’ottica di un necessario allineamento all’Europa, ma noi avevamo già pensato ad una Scuola Politecnica che, nella condizione attuale, sembra molto difficile poter realizzare. In ogni caso, dobbiamo continuare ad essere un riferimento per tutto il Mezzogiorno e proseguire nella direzione che ci eravamo dati”, sottolinea Volpicelli. Poi chiude con una vis polemica sulla spendig review: “Assistiamo ad azioni in cui la politica taglia agli altri, ma non a se stessa. Ricordiamoci che questo è anche un luogo in cui questi temi sono sempre stati dibattuti e sono sempre stati portati all’attenzione, fin dagli anni ’90”.
“Non plaudo allo scioglimento della Facoltà di Ingegneria – dice dal canto suo il prof. Naso – Ma le figure che noi formiamo si avvalgono di molti saperi e tutto questo deve essere gestito in maniera coordinata. Indipendentemente dal nome che avremo, ai colleghi più giovani è affidato il compito di portare avanti una storia lunga 200 anni, che si nutre di una comune radice di unitarietà culturale. Non è un auspicio, sono sicuro che questo avverrà”.
“Abbiamo già cambiato nome tante volte e, come già successo in passato, ci ritroviamo insieme a tanti colleghi di settori diversi. Resta il rimpianto di non essere riusciti a diventare un Politecnico, ma questa nuova struttura è molto vicina al nostro sogno, ed il nostro potere decisionale, nell’ambito della Federico II è ancora molto forte. La formazione dei nuovi Dipartimenti è avvenuta in maniera sana – commenta il prof. Cosenza, oggi Assessore regionale, il quale preannuncia la consegna dei primi lotti della sede di San Giovanni a Teduccio per la fine dell’anno. “Sarà una grande struttura inserita in un più ampio progetto da 23 milioni di euro che trasformerà l’area orientale della città, dotandola di nuove infrastrutture, in un sistema in cui troveranno spazio importanti collaborazioni con centri di ricerca e incubatori. Tutte le nostre energie sono rivolte al futuro, siamo ancora un grande ascensore sociale, un attrattore per tanti ragazzi che vengono qui con i loro sogni, ma dobbiamo ricordarci che le nostre azioni possono avere delle conseguenze sui più deboli. Non mi piace che siamo diventati una università regionale, ma per me questo non è l’ultimo giorno di Ingegneria, ma il primo giorno di una nuova grande Scuola Politecnica”.
Conclude gli interventi il prof. Salatino, visibilmente emozionato, “per questo ho preso degli appunti”, dice prima di passare ai ringraziamenti per quanti in questi due anni e mezzo di mandato lo hanno sostenuto: il personale degli uffici, le Commissioni, i colleghi, le rappresentanze e le associazioni studentesche, per aver saputo portare giuste istanze, comprendendo, al tempo stesso, quanto fosse possibile realizzare nella realtà. “Sono stati gli anni più cupi della storia recente dell’università e del Paese, sprofondato in una recessione che è prima di tutto culturale, nella quale non riesce a darsi prospettive”, ha sottolineato il Preside. E poi: “Sono grato a questa Facoltà per avere dato a me, figlio di un maestro elementare sottoufficiale dell’esercito, con storie di emigrazione alle spalle, il privilegio di condurla. Oggi andiamo incontro ad una nuova Ingegneria che deve imparare a confrontarsi ed interagire, come già ha saputo fare in questi anni, con ambiti considerati lontani. Dovremo imparare a scrivere una nuova storia, fatta di identità ed integrazione, che sappia costruire per gli studenti sbocchi ed opportunità restando sempre, ne sono sicuro, una grande Scuola di Ingegneria”.
Simona Pasquale
“Non plaudo allo scioglimento della Facoltà di Ingegneria – dice dal canto suo il prof. Naso – Ma le figure che noi formiamo si avvalgono di molti saperi e tutto questo deve essere gestito in maniera coordinata. Indipendentemente dal nome che avremo, ai colleghi più giovani è affidato il compito di portare avanti una storia lunga 200 anni, che si nutre di una comune radice di unitarietà culturale. Non è un auspicio, sono sicuro che questo avverrà”.
“Abbiamo già cambiato nome tante volte e, come già successo in passato, ci ritroviamo insieme a tanti colleghi di settori diversi. Resta il rimpianto di non essere riusciti a diventare un Politecnico, ma questa nuova struttura è molto vicina al nostro sogno, ed il nostro potere decisionale, nell’ambito della Federico II è ancora molto forte. La formazione dei nuovi Dipartimenti è avvenuta in maniera sana – commenta il prof. Cosenza, oggi Assessore regionale, il quale preannuncia la consegna dei primi lotti della sede di San Giovanni a Teduccio per la fine dell’anno. “Sarà una grande struttura inserita in un più ampio progetto da 23 milioni di euro che trasformerà l’area orientale della città, dotandola di nuove infrastrutture, in un sistema in cui troveranno spazio importanti collaborazioni con centri di ricerca e incubatori. Tutte le nostre energie sono rivolte al futuro, siamo ancora un grande ascensore sociale, un attrattore per tanti ragazzi che vengono qui con i loro sogni, ma dobbiamo ricordarci che le nostre azioni possono avere delle conseguenze sui più deboli. Non mi piace che siamo diventati una università regionale, ma per me questo non è l’ultimo giorno di Ingegneria, ma il primo giorno di una nuova grande Scuola Politecnica”.
Conclude gli interventi il prof. Salatino, visibilmente emozionato, “per questo ho preso degli appunti”, dice prima di passare ai ringraziamenti per quanti in questi due anni e mezzo di mandato lo hanno sostenuto: il personale degli uffici, le Commissioni, i colleghi, le rappresentanze e le associazioni studentesche, per aver saputo portare giuste istanze, comprendendo, al tempo stesso, quanto fosse possibile realizzare nella realtà. “Sono stati gli anni più cupi della storia recente dell’università e del Paese, sprofondato in una recessione che è prima di tutto culturale, nella quale non riesce a darsi prospettive”, ha sottolineato il Preside. E poi: “Sono grato a questa Facoltà per avere dato a me, figlio di un maestro elementare sottoufficiale dell’esercito, con storie di emigrazione alle spalle, il privilegio di condurla. Oggi andiamo incontro ad una nuova Ingegneria che deve imparare a confrontarsi ed interagire, come già ha saputo fare in questi anni, con ambiti considerati lontani. Dovremo imparare a scrivere una nuova storia, fatta di identità ed integrazione, che sappia costruire per gli studenti sbocchi ed opportunità restando sempre, ne sono sicuro, una grande Scuola di Ingegneria”.
Simona Pasquale