Adisu, azienda fantasma

Ad otto mesi dall’elezione della rappresentanza studentesca in seno al Consiglio d’Amministrazione dell’Azienda per il diritto allo studio dell’Università Federico II, l’organo non si è ancora insediato. A rendere inverosimile la vicenda, una serie di anomalie: il vecchio Edisu Napoli 1 che continua a svolgere le sue funzioni sotto commissariamento da oltre un anno (senza peraltro coinvolgere gli studenti); locandine affisse nel punto ristoro dell’aulario di Monte Sant’Angelo che parlano di tale convenzione con l’Adisu del Federico II; i buoni propositi del neo assessore regionale all’Università e Ricerca, Teresa Armato, che, nel comunicato stampa del 15 giugno 2005 in cui manifesta il suo impegno volto alla costituzione degli Adisu, fa harakiri e si dimentica di citare proprio quello della Federico II. 
“Alla faccia dei buoni propositi assunti dalla Regione in materia di rilancio del diritto allo studio! Come sarà possibile tramutare questo impegno in fatti concreti, se gli organismi democratici e collegiali di programmazione delle politiche sul diritto allo studio sono, per la prima volta nella storia nella nostra regione, tutti commissariati?”, protesta Fabio Santoro, esponente della Sinistra Universitaria, che, insieme a Luca Carratore e Michele Cestari, è dall’ottobre del 2004 membro del CdiA dell’Adisu federiciana, l’azienda per il diritto allo studio più grande del Mezzogiorno. “Nel manifestino pubblicitario di via Cinthia si parla di una convenzione coll’Adisu, mentre il sito di riferimento è quello dell’Edisu 1. Ma allora – si domanda Luca Carratore di Biologi Domani – l’Adisu esiste o non esiste? E se esiste, perché prende iniziative senza consultare gli studenti regolarmente eletti nel CdiA?”. 
Basiti gli studenti della Sinistra Universitaria e dell’Unione degli Universitari, che non riescono a spiegarsi altre stranezze. Lo scorso 16 giugno, infatti, sul sito dell’Edisu Napoli 1 è comparso un documento recante il titolo di “Bozza predefinitiva del bando di concorso per l’assegnazione delle borse di studio relative all’a.a. 2005/06”, rivolto agli studenti del Federico II, del Suor Orsola e dell’Accademia delle Belle Arti. “Il nostro timore – denuncia l’Udu – è che si tratti di un vile espediente della Regione per erogare borse di studio sulla base di criteri di merito e di reddito più restrittivi rispetto al passato, così come previsti dall’ennesimo decreto governativo, in attesa del suo definitivo varo”. 
Le singolarità non finiscono qui. “Cosa c’entrano gli studenti del Suor Orsola e dell’Accademia, che afferiscono invece ad altri Adisu?”, si domandano gli esponenti dell’Udu. Che, scorrendo il bando, hanno colto “alcune spiacevoli novità, tra cui la diminuzione del fondo di 3.500.000 euro, che provocherà un’ulteriore riduzione della copertura degli idonei; un’interpretazione più restrittiva della figura dello studente pendolare; il riferimento, in tutti gli articoli del bando, alle Lauree Magistrali al posto delle attuali specialistiche, anche se non ci sono ancora i decreti attuativi per l’applicazione della riforma ad Y”.
Quel che è peggio, “il tutto è stato concertato senza di noi – sbotta Fabio Santoro – Un vero peccato, perché col nuovo regolamento gli studenti avrebbero avuto la possibilità di incidere concretamente sulle azioni a favore del diritto allo studio”. A differenza dei vecchi Edisu, infatti, il Consiglio è oggi composto da tre studenti, tre consiglieri regionali (tra l’altro nominati lo scorso febbraio) e il presidente. A mancare, però, è proprio il presidente, che viene eletto dal Presidente della Regione sentito il Rettore. “In ogni caso, in base all’attuale regolamento, l’Adisu avrebbe potuto costituirsi anche solo con il delegato del Rettore e la rappresentanza studentesca”, spiega Santoro. 
Qual è il problema, allora? Colpa della burocrazia? Manovre politiche? Gli studenti s’interrogano. Ma non ne vengono a capo. Pretendono chiarezza, dal rettore Guido Trombetti e dalla Regione. “Chiediamo unicamente la gestione democratica della struttura, visto che siamo stati democraticamente eletti per svolgere questo compito”, afferma Santoro. “Se il Rettore ha cura dei suoi centomila studenti, che ci spieghi cosa sta succedendo – l’appello di Francesco Gentile, responsabile provinciale della Sinistra Giovanile, che promette – Organizzeremo azioni rivendicative, se entro settembre l’organo non sarà convocato”.
Paola Mantovano
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