Allievi di Edile-Architettura in visita alla Biblioteca Nazionale

Scoprire i luoghi d’interesse della città, oltre ad avere la possibilità di prendere spunti per le attività accademiche. Questo lo spirito della visita alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III che ha visto come protagonisti gli studenti del quarto anno del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Edile – Architettura. Ad accompagnare i ragazzi, lo scorso 31 marzo, il prof. Francesco Viola, docente di Architettura e Composizione architettonica III, insieme alla dott.ssa Chiara Barbieri. “La visita rientra in un disegno più ampio – spiega Martina Tomeo – Noi del quarto anno, ci stiamo occupando della progettazione di una biblioteca collocata in un’area del Comune di Napoli, assegnata fra tre zone a disposizione: Via Giovanni Porzio, Soccavo e il Porto”. Il progetto, iniziato i primi giorni di marzo, si concluderà con il termine dei corsi. Per compiere un lavoro ottimale, è fondamentale avere come riferimento
strutture già esistenti. “Durante le lezioni – continua Martina – ci vengono spiegate, attraverso immagini di biblioteche, tutte le accortezze adoperate dai progettisti. Andare sul campo, però, è completamente diverso: ti rendi conto realmente di come sono organizzati gli spazi funzionali. Per me, ad esempio, è stato molto interessante osservare i magazzini, in quanto non conoscevo il sistema di archiviazione dei giornali. Il metodo attualmente utilizzato, che consiste nel metterli sottovuoto, è ottimo per risparmiare spazio e ridurre il deterioramento dovuto al contatto con l’aria. Nonostante il criterio
adoperato, bisogna sempre tenere presente la crescente esigenza di spazio richiesta in una biblioteca. Ogni giorno vengono conservate diverse testate giornalistiche che in un anno raggiungono un numero consistente di copie. Necessità che ho tenuto presente nel progetto”. Altra caratteristica che  colpisce: la riorganizzazione di uno spazio esistente adattato alle esigenze di una nuova destinazione d’uso. Racconta Raffaella Di Donato: “La Biblioteca Nazionale nasce come Palazzo Reale, perciò è stimolante vedere le trasformazioni che sono state apportate. Tra le cose che mi hanno colpito di più, l’organizzazione dello spazio destinato alla richiesta de ilibri: l’utente si rivolge allo sportello e l’operatore provvede manualmente a prendere i volumi. Le scale a chiocciola e i montacarichi per libri sono l’unica fonte di collegamento tra i vari piani, destinati alla conservazione dei testi. Dalla visita ad
oggi, grazie anche agli spunti presi, il progetto inizia a delinearsi: la disposizione degli spazi è stata stabilita, resta solo da capire meglio i collegamenti”. Queste iniziative didattiche sono l’occasione per conoscere luoghi normalmente non accessibili al pubblico. “Alla Biblioteca Nazionale ero già stata – afferma Maura Linguiti – ma questa volta ho potuto visitare delle aree mai viste prima. È stato affascinante scoprire che ci sono degli spazi, come la sezione dei papiri, destinati allo studio e alla decifrazione di testi antichi. Caratteristica che l’avvicina di più al concetto contemporaneo di Biblioteca, intesa
non solo come luogo di consultazione e conservazione dei testi, ma come centro polifunzionale: punto di ritrovo, di attività culturali e sociali che si adatta alle esigenze di tutti a partire dai più piccoli fino agli anziani. Requisiti che costituiscono i punti cardine della nostra progettazione”. Nonostante le notevoli differenze che intercorrono tra una biblioteca storica ed una contemporanea, la prima può essere fonte d’ispirazione per la seconda, come riferisce Carmine Caputo: “Sono rimasto colpito dall’ambiente accogliente e familiare che contraddistingue la Biblioteca Nazionale. Caratteristica che ho voluto ricreare nel progetto, in quanto, secondo me, favorisce la concentrazione. Altri elementi che ho ripreso sono le scale a chiocciola che collegano i vari piani con i magazzini, e gli scaffali con ballatoi in altezza che rendono accessibili anche i volumi più alti. L’architettonico si differenzia. Adoro le vetrate e la pioggia di luce che creano, per questo nelprogetto ci sono molti lucernai e pareti trasparenti”. C’è chi non era presente, ma avrebbe voluto esserlo.
È il caso di Michelangelo Pastore: “Mi è dispiaciuto molto non partecipare.Queste attività consentono di scoprire a fondo le ricchezze della nostra città, oltre a trasmettere emozioniche possono essere percepitesolo entrando in un’architettura. Alla Biblioteca Nazionale ero già stato, però andare con qualcuno che ti fa cogliere dei particolari altrimenti nascosti è di sicuro più formativo. Dai racconti e dalle foto dei miei colleghi si evince come il libro sia l’unico vero protagonista dei vari ambienti, elemento distintivo scelto anche per caratterizzare il progetto”.
M.M.
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