Angelone, uno storico appassionato di cinema

Metà storico dell’arte medievale e metà studioso di media. Basterebbe questo a tratteggiare la figura del prof. Giuseppe Angelone, titolare dell’insegnamento in Cinema, Fotografia e Televisione nel Corso di Laurea in Lettere alla SUN. Ci pensa anche l’aspetto a veicolare l’idea di un personaggio diviso tra due mondi, perché il prof. Angelone ha i capelli lunghi da chitarrista hard rock, così lisci che qualcuno nei corridoi si permette di chiamarlo amorevolmente “l’indiano”. Il genere di persona, insomma, che lo stereotipo faticherebbe a collocare dietro la cattedra universitaria. Eppure basta sentirlo parlare della Seconda Guerra Mondiale, delle battaglie locali, delle diverse tecniche di bombardamento, per far emergere chiaramente la sua figura di storico. 
C’è un punto privilegiato da cui cominciare, un punto in cui la grande Storia in quegli anni si è incontrata con la Storia del cinema: San Pietro Infine. Un paesino di mille abitanti nel nord del casertano, praticamente al confine con il Lazio e per lungo tempo sul fronte degli Alleati in risalita. 
“San Pietro Infine rappresenta una delle battaglie più cruente sul fronte di Cassino. Viene combattuta tra l’8 e il 17 dicembre 1943, giorni in cui la cittadina subisce una distruzione pari al 98% dovuta ai cannoneggiamenti americani e alla terra bruciata applicata dai tedeschi in ritirata. Nei giorni precedenti Roosevelt aveva comandato l’invio sui fronti di guerra dei maggiori registi e sceneggiatori americani con lo scopo di produrre filmati di propaganda. È a questo punto che il regista Premio Oscar John Huston si ritrova a San Pietro Infine e realizza The Battle of San Pietro. Doveva documentare la marcia trionfale verso Roma, ma le difficoltà a sfondare il fronte lo costringono a girare qualcosa di molto diverso. Decide allora di documentare la guerra non solo dalla parte dell’esercito americano, ma anche dal punto di vista dei civili. È anche la prima volta che vengono ripresi soldati americani morti, un aspetto che renderà impossibile la proiezione di queste immagini nei cinegiornali d’oltreoceano. È stato definito dalla critica il più importante documentario di guerra di quegli anni”. Il professore si occupa della cittadina medaglia d’oro al Merito civile da circa quindici anni, in un percorso che l’ha portato ad avere il ruolo di consulente scientifico nel Parco della Memoria Storica che in esso ha sede dal 2008; un centro visite multimediale realizzato con Officina Rambaldi, la realtà che raccoglie l’eredità di una figura centrale per il cinema mondiale come quella di Carlo Rambaldi, artista triplo Premio Oscar per gli effetti speciali di E.T., Alien e King Kong. “C’è un percorso multisensoriale che sfocia in una sala dove vengono proiettati spezzoni del film di Huston, con l’inserimento di alcune scene inedite che io stesso ho rintracciato negli Archivi di Stato di Washington analizzando il girato integrale del film. Sono studi che poi porto anche in aula. Quest’anno, ad esempio, nel mio corso, in occasione del settantesimo anniversario della liberazione dal nazifascismo, ci sarà una parte monografica sulla documentazione filmica della guerra in Italia tra il ‘43 e il ‘45”.
Originario di Pietravairano, altro Comune dell’alto casertano, il prof. Angelone si dedica con passione alla storia del suo territorio d’origine. Ma c’è più di un semplice senso di appartenenza alla base di questa scelta, e piuttosto la decisione di studiare quei luoghi in quegli anni precisi risponde ad un vuoto nel dibattito storiografico e nella coscienza collettiva: “Fino alla fine degli anni Novanta si faceva sempre e solo riferimento allo sbarco di Salerno, l’occupazione di Napoli, e poi si faceva un balzo in avanti di circa quattro mesi al bombardamento di Montecassino. Mancava questo anello di congiunzione e, sia da un punto di vista audiovisivo che da un punto di vista storiografico, solo adesso si sta finalmente individuando il casertano come laboratorio di incubazione per le forme repressive tedesche, in una scia di sangue che lega tutta la zona tra Capua e San Pietro. Sperimentazione per i tedeschi, quindi, ma anche per gli Alleati e per le loro tecniche di bombardamento. Sto scrivendo un libro in cui tento di smontare il mito del bombardamento di precisione americano, una tecnica che aveva l’obiettivo di colpire solo gli elementi chiave del territorio e risparmiare i civili”.
Era stata la SUN il luogo di formazione del prof. Angelone, ma come si è già detto all’interno di un percorso abbastanza diverso rispetto alla sua “seconda vita” accademica, culminato con il titolo di Dottore di Ricerca in Storia dell’Arte Medievale. Solo in un secondo momento dalla pittura del Trecento e del Quattrocento si è spostato sulla Storia delle fonti audiovisive; un passaggio “dal sacro al profano”, come lui stesso sottolinea, ma con il grande punto in comune degli studi sull’immagine. L’università, cattedra o non cattedra, è insomma un luogo in cui Angelone si sente a suo agio, ma che non esita a lasciare per esplorare altre strade attraverso cui continuare la sua indagine. Qualche settimana fa, ad esempio, era a Riardo, su un set cinematografico: “Stiamo girando un documentario che si chiamerà Terra Bruciata: il laboratorio della Germania nazista in Italia, e farà riferimento a tutte le forme repressive praticate nel casertano dai nazisti tra il settembre e il dicembre del 1943”.
Va.Ca.
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