Quattro squadre, 20 studenti in toga pronti a recitare la parte dell’attore o del convenuto, una giuria d’eccellenza, due premi ed una menzione speciale: gli ingredienti della Moot Court Competition, la simulazione processuale organizzata da Elsa Napoli che si è svolta il 27 maggio. Grande emozione nell’Aula Guarino: per la prima volta si è dibattuto su un caso di Procedura Penale minorile, un argomento forte anche per studenti navigati. “Abbiamo affrontato il tema della violenza sessuale fra minori – spiega la prof.ssa Clelia Iasevoli, coordinatrice dell’evento – L’impegno profuso dai ragazzi, l’interesse mostrato, mi ha commosso. Sono stati bravissimi, hanno raccolto gli impulsi del caso bilanciando la tutela dei minori con il bisogno di fare giustizia. Il coinvolgimento richiesto era notevole, trattandosi di minori vittime e di minori carnefici”. Fare l’avvocato, soprattutto in quest’ambito, non è così semplice come si crede: “L’esperienza della Moot Court ha mostrato ai partecipanti cosa può riservare il futuro. C’è stato un riscontro pratico con la didattica in quanto è stata sperimentata l’arte dell’orazione e della trattazione. Gli studenti non hanno avuto paura di affrontare questa novità. Hanno dimostrato che se ne hanno la possibilità sono capaci di andare oltre il manuale, con una fatica e una passione notevoli”. Il risultato finale, quindi, “è merito di tutti i partecipanti. Spesso sento dire che i nostri ragazzi sono apatici. Al contrario, credo che gli studenti debbano essere coinvolti, diventare protagonisti del percorso universitario”. E quindi, al via la piena libertà di espressione. Fra arringhe dai toni forti, orazioni degne di nota, ogni squadra, indossata la toga, ha voluto far valere le sue ragioni. In un dibattito acceso, fra sentenze e ricorsi, ci si è accorti che la simulazione è stata più pungente: i partecipanti sono quasi tutti studenti degli ultimi anni e quindi più consapevoli dell’opportunità offerta. “La simulazione, rispetto agli altri anni, è stata più forte, perché le squadre avevano maggiore esperienza. I ragazzi erano più sicuri nel dibattito”, dice Claudio Forte, Vice Presidente attività accademiche Elsa. Tant’è vero che la giuria – composta dalla prof.ssa Iasevoli, dal prof. Sergio Moccia, dall’avv. Gennaro Paipais, Presidente dell’Unione giovani penalisti, e dal dott. Aldo Cimmino, Presidente Camera Penale Minorile Associazione Nazionale – ha avuto non poche difficoltà nell’assegnare i riconoscimenti previsti. “Oltre ai premi come Miglior Oratore e come Migliore Squadra – continua Forte – si è deciso anche di attribuire una menzione speciale alla squadra che avesse avuto il miglior confronto dialettico nel dibattito. Un premio fuori per rimarcare il livello di bravura fra i partecipanti”. Un ex aequo per il titolo di Miglior Oratore: hanno condiviso il podio Anna Laura Malinconico e Valerio Marotta. “Ho partecipato alla simulazione – spiega la studentessa al IV anno – per seguire alcuni amici che si erano iscritti. Vorrei chiedere la tesi proprio in Procedura Penale”. Il lavoro è stato duro: “Non ero abituata al confronto con il gruppo, tuttavia gli incontri pre-simulazione mi hanno arricchito da un punto di vista umano e universitario. Siamo andati nel cuore della materia, al di là dell’emozione, indossare la toga mi ha permesso di capire cosa voglia dire fare questo mestiere. Il dibattito non è stato uno scherzo e non mi aspettavo per niente di vincere. Se all’inizio ero timorosa e titubante, oggi dico che tutti gli esami dovrebbero avere questa componente pratica per facilitare la comprensione del diritto”. Incredulo anche l’altro vincitore. “Ho seguito il corso della prof.ssa Iasevoli appassionandomi alla disciplina – afferma Valerio, studente al IV anno – Quando ho saputo della simulazione ho deciso di partecipare. Durante il dibattito mi è capitato, per rispondere alle accuse della controparte, di dover andare a braccio. Ho avuto così la possibilità di accertare una mia forte capacità d’improvvisazione, aspetto che mi ha ancora più convinto della mia aspirazione di fare l’avvocato. A prescindere dal manuale, ho una predisposizione innata per il diritto e l’esperienza è riuscita a tirarla fuori”. Marotta ha fatto parte del team che si è aggiudicato il premio di Migliore Squadra: “Con i miei colleghi ci siamo divisi i compiti, mettendoci alla prova, affrontando strade difficili. Il nostro impegno è stato premiato e ci ha aiutato ad affrontare l’esame di Procedura penale. Ho la prova fra pochi giorni, ma ora mi sento più sicuro. Per questo consiglio quest’esperienza, anzi dovrebbe essere obbligatoria per tutti gli studenti”. “Poter esercitare il diritto, poter esprimere le orazioni innanzi ad una giuria è stato entusiasmante – racconta Emanuele Ferrari, studente al V anno e membro della squadra che ha ottenuto la menzione speciale – Indossare la toga, poi, è stato emozionante. È stato come guardare un processo vero in televisione e sentirsi per la prima volta protagonisti. Lo scontro dialettico mi ha fatto crescere sotto diversi punti di vista, non è stato facile convincere il collegio giudicante, né smentire le teorie degli altri. Per questo non mi aspettavo di vincere il premio, ma le carte che abbiamo giocato, il nostro lavoro e la sicurezza che abbiamo mostrato durante l’esposizione, non sono passate inosservate”.
Susy Lubrano
Susy Lubrano