Attività di peer-tutoring per Lingua Tedesca I, un aiuto reciproco fra studenti

Un aiuto concreto in vista dell’esame scritto di Lingua Tedesca I: è partita lo scorso 16 aprile l’iniziativa di peer-tutoring. Le lezioni sono gestite da due studentesse iscritte al secondo anno dei Corsi di Laurea Magistrale, Michaela Sabbatino e Elisabetta Varriale, selezionate attraverso un bando di valutazione dei titoli che ha tenuto presente della media ponderata dei voti con particolare attenzione alle votazioni riportate per le annualità di tedesco. Aperti sia a studenti del primo che a quelli del secondo anno in debito con lo scritto, gli incontri si tengono nelle aule della sede di Palazzo Santa Maria Porta Coeli in via Duomo e dureranno fino alla prima settimana di giugno. “Un’esperienza altamente formativa per noi tutor che abbiamo occasione di sperimentare le modalità d’insegnamento per piccoli gruppi e potenziare le nostre capacità linguistiche e nel contempo chiarire i dubbi degli studenti che hanno bisogno di ricevere alcune delucidazioni in merito a questioni prettamente grammaticali”, esordisce Michaela, laureanda in Linguistica e Traduzione Specialistica. In previsione degli incontri settimanali, le due tutor, il cui lavoro è supervisionato dalla prof.ssa Barbara Haussinger insieme ai lettori Thomas Mildenberger e Verena Schmeiser, assegnano, previa prenotazione attraverso una piattaforma on line, alcuni esercizi mirati, strutturati sul modello della prova scritta, che poi vengono corretti in aula. “Dividiamo la lezione in due parti: partendo dall’analisi degli esercizi e individuati gli errori, affrontiamo gli argomenti un po’ più ostili per lo scritto, oppure che gli studenti non hanno ancora compreso molto bene. Se avanza tempo, continuiamo a discutere della prova”. La prova d’esame si compone di tre sezioni: grammatica, comprensione di un testo e produzione scritta. Per il recupero in itinere, ogni settimana è previsto uno specifico modulo da approfondire (modellato sull’uso dei pronomi personali, aggettivi possessivi, tempi verbali, pronomi riflessivi, preposizioni, proposizioni subordinate, la declinazione degli aggettivi). “Questo perché con i lettori la grammatica non si affronta in modo sistematico, ma la riflessione linguistica avviene attraverso la conversazione, cioè l’uso di una lingua viva, così che ci si possa sentire più sicuri in vista del colloquio all’esame orale”. Tuttavia, per coloro che avessero necessità di esercitarsi sulla composizione, sono dedicate a quest’aspetto le ore del lettorato tenuto dalla prof.ssa Sigrid Peitz. Ma perché tanti bocciati? “Molti studenti del primo anno non hanno mai studiato tedesco prima d’ora. Ho conosciuto qualcuno che ha tentato per cinque volte di fila l’esame senza passarlo. Quando vanno a visionare la prova per rendersi conto degli errori, scoprono di non aver afferrato il meccanismo richiesto da un preciso esercizio e la metodologia di studio necessaria per svolgerlo”. 
Sebbene possa sembrare in apparenza che gli studenti senior siano guide per matricole e studenti in difficoltà, l’aiuto in verità è reciproco: “alla Magistrale ormai si dà per acquisita la conoscenza della grammatica, ma, preparando le lezioni in anticipo, ho l’opportunità di ripetere i programmi e consolidare la mia formazione. È peraltro un ambiente molto interattivo, poiché rispondendo alle domande o sollecitazioni degli studenti abbiamo l’abitudine di promuovere un ragionamento insieme”. Il tutorato alla pari offre notevoli vantaggi sia al tutor che al tutee oltre che sull’apprendimento proprio sulla capacità di relazione. “Rassicurato dalla presenza di un tutor con un’età più ravvicinata alla sua, lo studente non si vergogna di porre anche le domande più banali”. 
700 iscritti, “un lettore 
non può seguirli tutti”
Il numero massimo di prenotati per ogni singolo appuntamento è di cinque persone. “I corsi tenuti dai lettori per il primo anno sono molto seguiti. E può capitare che uno studente abbia più timore di chiedere qualcosa in una classe affollata piuttosto che in un gruppo ristretto, dove si può lavorare in un clima più rilassante e disteso”. Le problematiche principali sono, infatti, legate ai numeri degli studenti. “A Tedesco ci sono 700-800 iscritti, un lettore non può seguirli tutti, né per uno studente che ha difficoltà è semplice interagire in una classe che segue un certo ritmo di lavoro”, interviene Elisabetta, iscritta a Letterature e Culture Comparate. Chiaramente, “non tutti riescono a rientrare nel gruppo, perché accogliamo gli studenti in ordine di prenotazione, quindi vediamo sempre persone nuove, anche se ognuno può ritornare”. In effetti, i primi due anni sono i più duri, “perché bisogna studiare e acquisire le competenze fondamentali nella grammatica, soprattutto nella sintassi, cioè imparare a costruire una frase. La prova della seconda annualità, in particolar modo, rappresenta uno stadio intermedio tra un livello di base e avanzato, ma la grammatica non va mai abbandonata, altrimenti si rischia di cadere nella prova del terzo anno”. Ciononostante, il peer-tutoring consente di mettere in piedi una didattica individualizzata, in cui però “ci si rende conto che le difficoltà spesso sono le stesse: si parte dalle regole di pronuncia alla conoscenza di una data regola sino all’elaborazione di un discorso per iscritto”. Tuttavia, nella maggioranza dei casi “gli studenti non riescono a scrivere nella sintassi tedesca perché non è chiara la sintassi italiana, ossia la comprensione della funzione di quell’elemento all’interno della frase. Dunque, il problema non viene dal tedesco, bensì da una superficiale riflessione sulla propria lingua. Per esempio, in una lezione sulle subordinate, ho dedicato parte del tempo alla spiegazione della differenza tra oggettive dichiarative, completive”, argomenti che si dovrebbero dare per scontato all’Università. Ulteriore criticità dello scritto risiede nelle griglie di correzione: “ogni esercizio corrisponde a un punteggio e se non si raggiunge la sufficienza nella parte di grammatica la prova non risulta superata”. Un caso abbastanza diffuso è l’incertezza nell’espressione scritta. Al primo anno la prova prevede la redazione di una lettera oppure una mail: “Non basta saper parlare in tedesco, ma essere in grado di strutturare un testo senza commettere errori di distrazione, perché l’errore più stupido viene valutato come più grave. Per i tedeschi è ovvio parlare rispettando la declinazione dei casi, per noi no. Bisogna sforzarsi sin da subito ad allenare il ragionamento”. 
Schemi da
memorizzare
Anche imparare a memoria può essere utile: “Uno studente tende a fissare la regola, ma poi dimentica di consultare le eccezioni, pertanto forniamo loro dei materiali schematici da fissare, perché per esperienza personale abbiamo già riscontrato quel problema nell’apprendimento e possiamo offrire modelli di problem solving più semplici e vicini a loro”. Il supporto di materiali didattici d’approfondimento, strategie di risoluzione dei problemi ed esercizi di analisi contrastiva sono gli ingredienti che contribuiscono a determinare l’efficacia dell’attività di supporto, che peraltro è costantemente monitorata. “A fine lezione somministriamo dei questionari di valutazione della didattica in cui i ragazzi dovranno esprimere il proprio indice di gradimento del corso sulla base di alcuni criteri, dopodiché consegneremo i dati all’Ufficio del SOrT, dove abbiamo già cominciato a prestare servizio e continueremo fino a settembre”. 
Insomma, una fase sperimentale che a breve darà i primi frutti. “Abbiamo iniziato da appena due settimane. È un peccato che non sia stato introdotto già qualche mese fa, altrimenti avremmo potuto avere risultati di preparazione ancora migliori in vista degli scritti a giugno. Ma è un punto di partenza importante, poiché molto probabilmente nei prossimi anni si aprirà un tutorato di tedesco anche per le altre due annualità”.
Sabrina Sabatino
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