Un’iniziativa di orientamento con i manager di Innovaway

Puntano sempre di più a una collaborazione con la realtà universitaria le aziende sul territorio napoletano. È questa la linea d’intesa che si è stabilita tra L’Orientale e il gruppo Innovaway, nota società con sede principale a Soccavo che offre servizi informatici in 25 lingue attraverso l’impiego di tecnologie all’avanguardia e accordi di partnership per supportare i propri clienti in Italia e all’estero. In particolare, si è tenuto lo scorso 9 maggio presso l’Aula 318 di Palazzo Santa Maria Porta Coeli in via Duomo un incontro con i loro manager, organizzato dalla prof.ssa Maria Cristina Lombardi, docente di Lingua e Letteratura Svedese e Coordinatrice per Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe. “Si pensa in genere che con gli studi umanistici non sia molto facile trovare lavoro subito dopo la Triennale. Il nostro compito in quanto Coordinatori dei Corsi di Laurea è, invece, dimostrare che ci sono moltissime aziende interessate ai profili che noi formiamo qui”. Questa prima occasione d’incontro comincia intanto a gettare le basi per la nascita di un sodalizio che si rivela strategico per ambo i lati. Com’è nata la collaborazione? “Sono rimasta in contatto con alcuni dei nostri laureati e ho rilevato attraverso le loro esperienze che l’azienda offre diverse possibilità di occupazione, peraltro remunerate in maniera dignitosa” e in special modo necessita di laureati in svedese, lingue nordiche, portoghese, tedesco e olandese. Dopo uno scambio di informazioni con knowledge e quality manager, “abbiamo pensato di organizzare un incontro di orientamento – che sarà replicato tra fine settembre e inizio ottobre – perché è importante far conoscere ai nostri studenti le opportunità di inserimento in azienda e portare i manager all’Università affinché ci possano indicare le competenze che cercano. A uno studente può sembrar strano che anche con lo svedese si trovi lavoro a Napoli e immediatamente dopo la laurea, ma è così!”. L’obiettivo è istituire percorsi didattici strutturati in base alle sollecitazioni dei manager ed esperti di recruiting. “Da questo dialogo ci aspettiamo moltissimi spunti per poter operare delle rimodulazioni sulla didattica. L’idea è di mostrare alle aziende i nostri piani di studio in modo che possano evidenziare quali discipline sono più interessanti dal loro punto di vista”, non ultimo il Laboratorio di Informatica. Con ricadute positive soprattutto sui lettorati. “Nei nostri corsi non offriamo soltanto letteratura, ma si lavora anche su testi tecnici o giornalistici. I lettori scelgono quali sottoporre in aula per le esercitazioni in cui si usa prevalentemente la lingua corrente. Grazie a questi contatti le aziende potranno chiarire a noi docenti determinati campi su cui insistere, oppure fornirci dei materiali con cui gli studenti possano già confrontarsi nello studio”. In ogni caso, la competenza linguistica è il primo must-have: “è importante saper parlare bene la lingua, ma è fondamentale l’approccio al cliente, che deve variare a seconda del suo paese di provenienza: mettersi in contatto con un utente straniero significa rispondere ai suoi bisogni. Puntualità, serietà e flessibilità sul lavoro sono date per scontato. Non si può prescindere, tuttavia, dall’elemento culturale”. All’Università lo studente si deve formare al fine di conoscere la realtà composita della lingua che sta studiando in modo da poter avere nei confronti dei clienti con i quali entra in contatto un atteggiamento diverso. “Anche le agenzie di viaggio, per esempio, offrono soluzioni misurate in base al luogo d’origine dei turisti: conoscere la cultura serve per capire come improntare il dialogo”. Se lo strumento linguistico è la condizione principale, è pur vero che l’inglese, lingua veicolare, non è sufficiente: “Quando si stabiliscono dei rapporti d’affari, è scientificamente provato a livello statistico che vanno in porto quei contratti che sono stati stipulati usando la lingua del cliente, perché questo genera una maggiore fiducia”. È il principio base della ‘customer satisfaction’: essere in grado di gestire qualsiasi esigenza di supporto tecnico nella lingua del cliente migliora la qualità del servizio offerto e garantisce una sicura risoluzione dei problemi. 
Da impiegati al call 
center a manager 
A tal proposito, Innovaway si avvale di un Multilanguage Service Desk unico in Italia, perché “anche se il cliente conosce l’inglese, questi decide di avere assistenza nella propria lingua”. Nel concreto cosa si fa in azienda per aiutarlo? L’attività di supporto connessa al Language Desk comporta il contatto telefonico con utenti di altri paesi, e in alcuni casi traduzione di email, ma “per fare una buona impressione conta l’abilità linguistica dal punto di vista orale, cioè capire e farsi capire prestando assistenza su questioni di tipo informatico”. L’Orientale offre agli studenti la preparazione per oltre 40 lingue. “Quelle meno frequentate sono le più richieste, soprattutto svedese, olandese, portoghese”. Molte delle quali s’insegnano “solo da noi in tutto il Sud e altrove non hanno la nostra tradizione”. Senza considerare che per le lingue meno battute, dove l’afflusso di iscritti è minore, “gli studenti sono curati molto meglio. Vi sono per giunta ottimi scambi con l’estero nonché docenti che dalle Università straniere vengono da noi a fare conferenze o tenere lezioni. Avendo modo di praticare la lingua assiduamente, le aziende cercano nei nostri studenti un valido apporto”. Quanto agli aspetti informatici, “è l’azienda che istruisce in casa i propri dipendenti attraverso corsi di aggiornamento su determinati prodotti informatici: una strategia vincente per ridurre ai minimi termini il divario Università – mondo del lavoro”. Inoltre, all’interno di Innovaway sussistono molte possibilità di avanzamento di carriera: “alcuni dei miei studenti da impiegati al call center sono diventati manager e rivestono posizioni dirigenziali d’alto livello. E si trovano molto bene, poiché hanno occasione di parlare la lingua continuamente e svolgere il lavoro per il quale hanno studiato”. 
Per chiunque voglia optare per una scelta non banale, è bene sapere già nell’orientamento in entrata che le lingue nordiche offrono molteplici sbocchi professionali, dal campo dell’editoria all’azienda. “E hanno qualcosa di esotico anch’esse, seppure in Europa si sa molto poco della loro cultura. Il mio consiglio è riflettere bene anche sull’accoppiamento. È una prassi ben consolidata accostare una lingua più parlata, che possa garantire un lavoro più comune, a un’altra per la quale si è più competitivi, e che noi siamo l’unico Ateneo da Roma in giù ad offrire”. 
Sabrina Sabatino
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