A contendersi la poltrona alla direzione dell’unico nuovo Dipartimento di Architettura sono i professori Aldo Aveta e Mario Rosario Losasso. Il primo, ordinario di Restauro architettonico e direttore della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e paesaggi, sembra avere chiare le criticità e le potenzialità dell’attuale organizzazione. “Personalmente, sono insoddisfatto del ruolo della Facoltà all’interno dell’Ateneo, schiacciata da Ingegneria e Scienze, e del territorio in generale”. La ricetta del prof. Aveta si basa su “trasparenza, nel senso che le decisioni prese devono essere a conoscenza di tutti, in modo da creare sinergia, e approccio multidisciplinare al fine di produrre cultura, perché saremo valutati anche su questo”. Nel pratico, “è necessario recuperare in tempi brevi, riprendendo la discussione sulla diversificazione dei Corsi di Laurea: la quinquennale più generalista, e il ‘3+2’, come percorso specialistico, per diventare un Dipartimento competitivo con una didattica di qualità”. Secondo il prof. Losasso, attuale Direttore del Dipartimento di Progettazione urbana e Urbanistica (al quale afferisce anche il Preside prof. Claudio Claudi) e docente di Tecnologia dell’Architettura, “è necessario concentrarsi sull’identità dell’Architettura”. “Passeremo da sei Dipartimenti ad uno con 110 docenti e ciò determina una ricostruzione della posizione centrale dell’Architettura – continua – Non possiamo non tener conto del contesto e delle altre discipline con cui siamo a contatto: l’Ingegneria, prima di tutto, e le materie umanistiche a noi più vicine (Beni culturali, Storia, Sociologia)”. In quello che sarà il nuovo assetto, “dobbiamo contemperare nell’insieme l’attività gloriosa della Scuola di Architettura e gli elementi di innovazione, in modo che la logica della Facoltà e quelle del Dipartimento coesistano”. Rispetto all’offerta formativa, “abbiamo la laurea quinquennale con una formazione sempre più robusta e consolidata sul progetto, e un ‘3+2’ che deve diventare più attento e sensibile ai temi della sostenibilità e del rendimento nell’uso delle risorse. In definitiva, dobbiamo comprendere e differenziare le richieste di formazione”. Altro punto focale: la ricerca. “Bisogna innalzare la qualità, tenendo presente che l’unica strada per fare acquisire ad Architettura il ruolo che le spetta è sviluppare la capacità di fare rete”. Losasso si dice “ottimista”. “Dobbiamo solo rimboccarci le maniche e investire su questa strada per metà già tracciata”, conclude. La prima tornata delle votazioni è prevista per il 26 novembre.