Commerciale fa sempre paura

Ancora tempo d’esami. Martedì 6 febbraio: Diritto del Lavoro, cattedra del prof. Fabio Mazziotti. I colloqui sono brevi, le domande molto generali. Vi sono riferimenti agli articoli della Costituzione. Ecco gli argomenti più richiesti: contratti collettivi, RSA/RSU, poteri disciplinari, cessazione del rapporto di lavoro e licenziamento individuale, TFR, funzioni del sindacato, norma sostanziale, requisiti per la pensione, tutela dei lavoratori. Ampio spazio anche alla retribuzione, allo sciopero, al concetto di insolvenza e alla commissione di garanzia. I primi sei ragazzi che lasciano l’aula sono stati tutti promossi. “ Sono soddisfatta – dice Carmen, studentessa del 3+2 -. I collaboratori sono molto disponibili, quando hai delle difficoltà ti aiutano a superarle. Per un attimo sono andata in panico, non ricordavo più niente, poi con il loro aiuto sono riuscita a terminare il discorso. Ora torno a casa con un bel 26. Cosa sperare di più?”. Gerardo: “anche io ho notato questa disponibilità. Le domande sono poco mirate ma bisogna stare attenti al manuale che non è molto chiaro, bisogna prestare attenzione alla punteggiatura. A volte rileggendo una stessa frase, rispettando le pause imposte dalle virgole e dai punti, ti accorgi che nella prima lettura avevi frainteso tutto”. “ Ha perfettamente ragione – incalza Marika – prima bocciata del giorno- Nel libro alcuni concetti vengono espressi con poca chiarezza. Sono stata rimandata a marzo perché facevo confusione tra gli argomenti. A volte credo che noi del vecchio ordinamento (laurea quadriennale) siamo destinati a rimanere parcheggiati all’interno di questa Facoltà. Non ci sono più corsi nè seminari, solo facce diffidenti che sembrano chiederti: sei ancora qui?”. La voce di Marika da vita alle lamentele di molti altri studenti: “credo ormai che noi della quadriennale siamo in un certo senso etichettati – commenta Francesca -. Magari non in questa disciplina ma nelle altre la discriminazione si sente. Le bocciature sono molto più frequenti, questo è un dato di fatto. Però oggi sono felice, ho conquistato un ottimo risultato: 28! Anche se il libro è difficile, sono pochi i concetti chiave che devi sapere”. “Il mio 27 lo dimostra – dice Chiara Buco – Ho studiato tutto in venti giorni senza grosse difficoltà. Non c’è parte speciale, almeno fino a marzo, e 400 pagine sono facilmente assimilabili. L’unico argomento che ho studiato da internet è l’istituto della somministrazione. Troppo difficile sul manuale”. Alla fine della seduta si contano solo cinque bocciati, una bella media che si scontra fortemente con quella di altre discipline. Anche l’esame di Filosofia del diritto della cattedra del prof. Giovanni Marino non riserva cattive sorprese. Il Capogrossi è il libro più chiesto in sede d’esame. Argomenti come ragione, teorie procedurali, esiti ermeneutici hanno ampio spazio fra le domande. Solo le matricole sono un po’ spaventate, ai corsi la materia sembrava più facile. Affrontare un esame è ben altra cosa. “Sono un po’ delusa dalla prova – racconta Elena de Riso – Ho studiato così tanto ma alla fine non sono stata premiata. Provengo dalla ragioneria, non ho mai studiato niente di filosofia ma speravo in un voto migliore. 24 proprio non mi piace ma ormai è andata”. “Anche io speravo di inaugurare il mio libretto con un 30 – dice Rita – invece mi ritrovo con 25. Credo che l’esame sia un po’ sottovalutato da tutte le matricole. In realtà la prova nasconde molte insidie. Non è facile entrare nel mondo giuridico passando prima per quello filosofico. Meglio concentrarsi prima con un esame come Costituzionale. Pratico e semplice è il miglior approccio al mondo degli esami. Questo è l’unico consiglio che mi sento di dare”. Anche se il numero dei bocciati è praticamente inesistente (tre in tutto il giorno), i voti non sono quelli che si sperano per un esame di filosofia. Forse l’inesperienza delle matricole si fa sentire. La maggior parte degli studenti che affronta l’esame al secondo/terzo anno ha risultati più che positivi e il sospirato trenta arriva. Problemi sono da segnalare agli esami di Economia Politica della cattedra del prof. Bruno Jossa. Gli studenti del vecchio ordinamento che hanno affrontato l’esame di Politica Economica non hanno avuto buoni risultati. “Ho 27 ad Economia, è la seconda volta che provo Politica economica e mi devo accontentare di 24 – racconta una studentessa molto urtata -. Vado via solo perché è il mio ultimo esame, mi devo laureare questa è la cosa più importante”. Di parere concorde è Maria: “Non credo di meritare 23 – racconta la studentessa – ho studiato tanto, ma evidentemente la regola vecchio ordinamento-voti bassi regna anche in questa disciplina”. Mentre terminano gli esami di Politica economica, quelli di Economia vanno avanti ancora per ore. Curva IS/LM, investimenti, lo spiazzamento, l’oligopolio, l’occupazione secondo i Keynesiani, il modello neoclassico completo, il concetto di Pil, gli ammortamenti: questi gli argomenti più richiesti in sede d’esame. Ci sono voti bassi ed alcuni bocciati, ma la giornata non va poi così male. “Ho studiato tanto – dice Pina – stavo quasi tutti i giorni in Dipartimento e proprio questo mi ha aiutata. Prima facevo confusione tra grafici, formule e teorie varie. Grazie all’aiuto dei collaboratori ho cominciato a farmi degli schemi. Soprattutto ho cominciato a schematizzare nella mia mente. I risultati si vedono: 27! Economia non è un esame impossibile, come spesso erroneamente si crede. Il giusto approccio è la cosa fondamentale, da li scaturisce l’esito finale della prova”. 
Mercoledì 7 febbraio: esami di Diritto Commerciale della cattedra del prof. Carlo di Nanni. La tensione è alle stelle. La cattedra è quella più temuta. Quando cominciano gli esami il gelo cala sull’aula. Gli assistenti si soffermano sulla figura dell’institore, sui conferimenti, le srl, il capitale sociale, lo sconto bancario, la natura del contratto bancario, i contratti di borsa. Ma è il fallimento delle società e le sue procedure a conquistare il primato di argomento più richiesto. Dopo le prime bocciature e le prime stentate promozioni, 20 è il voto più alto, cerchiamo di carpire alcuni commenti tra gli studenti. “E’ la prima volta che ci provo – afferma Luca – avevo già messo in conto la bocciatura. Infatti non sono meravigliato, solo un po’ dispiaciuto al pensiero che per altri mesi avrò sempre lo stesso manuale davanti”. “Non si capisce come mai questa cattedra dia voti cosi bassi – dice Enrico -. O siamo tutti poco preparati o le colpe devono dividersi a metà. Non è possibile che la maggior parte di noi non meriti nemmeno 18. Non dico 30, ma la sufficienza dovremmo almeno raggiungerla”. “Sono d’accordo – dichiara Paolo – noi del vecchio ordinamento sogniamo di avere 18 per poterci laureare. A volte però conviene aspettare il cambio di cattedra, è la seconda volta che mi bocciano, forse con un altro docente le cose potrebbero cambiare”. C’è chi, ovviamente, esprime giudizi opposti. “Sono stata promossa al primo tentativo – dice Gemma – questo è il mio ultimo esame. Di sicuro 20 mi abbasserà di molto la media, ma Commerciale non è niente di fronte ad un esame di Procedura Civile”. “L’unica cosa diversa che ho notato è la durata degli esami – spiega Lucio -. Più di venti minuti a persona, un’assurdità se si tiene conto che l’esame è doppio. Prima con l’assistente, poi dal professore, alla fine anche 19 sembra un voto ottimo. Personalmente non posso lamentarmi, appartengo al vecchio ordinamento e ho conquistato 24. Sono quasi un eroe”. C’è sempre l’eccezione che conferma la regola. Anche in questo campo.
Susy Lubrano
- Advertisement -




Articoli Correlati