Competenze spendibili non solo in Italia con il Master Reach

“Abbiamo il primo Master REACH (Registration, Evaluation, Authorization and restriction of Chemicals) del sud Italia – afferma il Preside di Farmacia Giuseppe Cirino alla presentazione del corso che si è svolta in Facoltà il 22 febbraio – Data la sua rilevanza è regolamentato dal Miur. Significa che l’esperto REACH deve avere un profilo professionale perfettamente in linea con i requisiti europei”. Il Ministero della Pubblica Istruzione e quello della Salute hanno cooperato per realizzare questo Master, di secondo livello, in modo da far fronte alla carenza di personale qualificato. “Mi sento di promettere posti di lavoro – asserisce l’Autorità competente REACH presso il Ministero della Salute Pietro Pistolese – Sono sicuro che tutti coloro che frequenteranno il corso si sistemeranno”. Con la loro presenza nella giornata del 22, hanno dimostrato il loro appoggio all’iniziativa il coordinatore regionale Reach Irace, il direttore tecnico dell’Arpac Marinella Vito, il dott. Biagio Naviglio della Stazione Sperimentale per le Industrie delle Pelli e il Presidente della sezione campana della Società Chimica Italiana Franco Zollo.
Il Regolamento europeo REACH prevede, entro il 2018, la registrazione, la valutazione, la restrizione e l’autorizzazione di almeno 30 mila sostanze chimiche. Aumenteranno, perciò, nel prossimo futuro le richieste di personale esperto che se ne occupi. “Il Master fornirà competenze spendibili non solo in Italia ma in tutt’Europa”, sottolinea il Preside. “Le industrie produttrici, gli importatori e le imprese che confezionano o distribuiscono sostanze chimiche necessitano di personale qualificato a supporto delle attività connesse alla regolamentazione”, sostiene la coordinatrice del Master prof.ssa Elisa Perissutti.
Diversi sono i settori di occupazione a cui dà accesso il Master. La prospettiva più ambiziosa è lavorare all’ECHA di Helsinki, l’Agenzia Europea per le sostanze chimiche nata proprio per applicare il Regolamento REACH e vigilare che venga attuato. “Ha già 500 dipendenti, di cui un terzo di chimici. Vi sono una quindicina di italiani”, rileva il Vicepresidente dell’ECHA Antonello Lapalorcia. Inoltre, si può partecipare ai bandi specifici della Commissione Europea per lavorare a Bruxelles. Chi desidera rimanere in Italia può provare ad entrare nella Pubblica Amministrazione: “le Regioni dovranno assumere inevitabilmente per esercitare le attività di vigilanza”, sostiene il dott. Pistolese. Si potrà lavorare in una multinazionale o come consulente per medie e piccole imprese consorziate tra di loro. “L’Italia è il Paese Europeo con il maggior numero di imprese. Ce ne sono 6 milioni. Una impresa europea su 4 è italiana – afferma il dott. Lapalorcia – Hanno piccole dimensioni e una media di poco più di tre dipendenti ma rimane il fatto che ci sono 6 milioni di imprenditori che hanno bisogno di consulenti esterni”.
I relatori sottolineano che il REACH avrà conseguenze sulla vita quotidiana.  Già  lo scorso 17 febbraio sono state messe al bando in tutt’Europa 6 sostanze chimiche dannose per la salute e per l’ambiente presenti in oggetti di uso comune. La Commissione ha decretato che vengano ritirate dal mercato nel giro di tre-cinque anni. Ma la rilevanza del REACH sta anche nel fatto che ha unificato un’infinità di norme preesistenti. “E’ uno strumento complicato ma di grandissima qualità. E’ una cosa di cui ci si innamora – afferma il dott. Lapalorcia – Occuparmene è stata una delle esperienze più gratificanti della mia vita professionale”.
Imparare durante il Master a supportare le aziende nel rispettare gli obblighi previsti dal Regolamento, secondo la prof.ssa Aiello “è un’opportunità da non perdere. I laureati devono capire che è un treno che va preso al volo”. “Dal momento che un funzionario del Ministero assicura che ci saranno grandi opportunità di lavoro, la prima cosa che farei, se avessi 24 o 25 anni, sarebbe iscrivermi”, ribatte il prof. Santagada. 
La domanda di iscrizione va presentata entro il 21 marzo e l’accesso non è ristretto ai soli laureati della Facoltà. Il candidato ideale è “un capoccione, pieno di voglia di lavorare, pronto ad appassionarsi a quello che fa – afferma il dott. Pistolese – Non può essere uno che pensa di poter scappare a casa allo scoccare dell’ora. Deve avere voglia di impegnarsi totalmente, essere disposto ad aggiornarsi continuamente. E saper leggere l’inglese come l’italiano perché i documenti da studiare sono tutti in lingua”.
La presentazione del Master desta l’interesse dei laureati presenti. Vincenzo Severino, che ha terminato gli studi in CTF lo scorso luglio ed ora lavora nel laboratorio di un colorificio di Giugliano, afferma: “Mi occupo di schede tecniche e di sicurezza. Il Master mi darebbe le competenze necessarie per registrare le materie prime. E’ un know how spendibile sul mercato ma tornerebbe utile anche nel laboratorio dove sono adesso”. Maria Maisto, neo-laureata in CTF,  rileva: “Finora ho fatto solo qualche colloquio in alcune farmacie. Il Master sembra aprire buone prospettive. Quello che mi scoraggia un po’ è il costo, anche se è diviso in due rate”. L’iscrizione di 3.500 euro serve a coprire le spese per le docenze di esperti esterni. “Per venire incontro ai laureati, il Ministero della Salute ha messo a disposizione 15 mila euro che serviranno per ridurre la seconda rata in proporzione al numero di iscritti”, rassicura il dott. Pistolese.
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