Confetti rossi per Eduardo Napolitano

Non poteva non essere una tesi di laurea dal respiro politico la sua, dopo tanti anni di militanza politica all’università e nella società civile cittadina. Lo scorso 20 maggio Eduardo Napolitano, 25 anni appena compiuti, si è laureato in Scienze Politiche (vecchio ordinamento) a L’Orientale con 105 discutendo una tesi in Scienza politica dal titolo “Potere carismatico a Napoli dal dopoguerra ad oggi”; relatore, il prof. Ottorino Cappelli. 
Rappresentante degli studenti per quattro anni con la Sinistra universitaria tra Consiglio di Corso di Laurea, presidenza del Consiglio degli Studenti e Senato Accademico; tra gli ideatori del Musa, il Movimento universitario della sinistra alternativa che oggi ha preso il posto della Sinistra universitaria a L’Orientale; fondatore dell’Art, l’Associazione studentesca per il rinnovamento del territorio, nata dopo l’omicidio di Annalisa Durante per interrogarsi sulla questione sociale a Napoli; un passato nella segreteria provinciale e nella direzione regionale della sinistra giovanile; responsabile di Amnesty International per la Campania-Basilicata nella campagna “Non sopportiamo la tortura”: sono solo alcuni esempi dell’impegno politico e sociale del neo dottore.
“Considerata la scarsa importanza che riveste la rappresentanza studentesca in questo Ateneo, a L’Orientale – racconta Napolitano – il mio lavoro è stato più politico che sindacale”. Tra le battaglie portate avanti, ricordiamo l’aumento degli appelli per Scienze Politiche; il pagamento di un piccolo contributo e non dell’intero ammontare delle tasse per gli studenti in odore di laurea entro la fine dell’anno accademico; la questione dell’equipollenza del CdL in Studi comparatistici; l’apertura di spazi sociali e di aggregazione, quale l’aula Salvador Allende, oggi sede del Consiglio degli Studenti, e le aule studio a Palazzo Giusso, “dove oggi si sviluppa il progetto di Radioazioni, non solo uno strumento radiofonico ma anche un portale web sulle scienze storico-sociali aperto a tutta la comunità accademica e cittadina”. 
La sua tesi di laurea, dunque, non è altro che una riflessione su alcune dinamiche “individuate in questi lunghi anni di attività politica”. Oggetto dei suoi pensieri sono i capi carismatici di Napoli, da Achille Lauro, sindaco di Napoli nell’era post fascista, al rinnovamento sociale portato da Antonio Bassolino, passando per Silvio Gava e Maurizio Valenzi. Un je accuse da cui non salva nessuno: “Sono tutte personalità che hanno mortificato gli spazi di democrazia e partecipazione sociale di Napoli”. A riprova delle sue teorie, un’intervista cui l’attuale governatore della Regione Campania non ha mai risposto e che, pertanto, “non ho potuto inserire nella mia tesi. A Bassolino avrei voluto chiedere se il ‘laboratorio politico campano’ può essere esportato nel futuro partito democratico di Prodi; se nelle ultime elezioni politiche l’Unione è riuscita a vincere la battaglia di egemonia culturale contro il Polo; quale il progetto politico del centro-sinistra in Campania sulla ‘questione napoletana’”.
Nel futuro di Eduardo Napolitano c’è adesso l’imminente viaggio in Africa con l’Assopace di Napoli; la cooperazione internazionale, intanto, resta il suo sogno nel cassetto.
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