Prosegue a pieno ritmo l’attività didattica ad Ingegneria. Qualche commento tra gli studenti raccolto qua e là. “Abbiamo seguito il primo semestre a Monte Sant’Angelo, le lezioni del secondo invece si svolgono in Via Claudio, dove si sta molto meglio, ci sono più posti a sedere e il rischio di restare in piedi
è minore”, affermano Davide Di Giacomo e Paolo D’Elia, studenti del primo anno rispettivamente di Ingegneria Gestionale e Ingegneria Elettrica, Corsi di Studio accorpati in un’unica classe per le attività didattiche. I due ragazzi sono soddisfatti, la sessione di esami è andata bene, hanno sostenuto quasi tutti gli esami. Ovvero, Analisi Matematica, Fisica, Chimica. Devono solo dare Informatica: “É l’unico non propedeutico. I ritmi sono alti, però le sessioni sono articolate abbastanza bene. Sono gli spostamenti lunghi che si fanno sentire per chi abita lontano dall’Università”. Antonella Fusco, al terzo anno di Ingegneria Aerospaziale, è leggermente in ritardo con gli studi, ma non è preoccupata: “qui siamo tutti fuori corso”. La sessione invernale è
stata positiva, ma, rispetto alle previsioni, registra un esame in meno: “è stata la combinazione di diversi fattori, studiare una materia ha richiesto più tempo del previsto e a febbraio due date si sono accavallate”, racconta la studentessa che si è trovata a scegliere fra Sistemi Aerospaziali, che ha rimandato,
e Costruzioni Aerospaziali, che ha invece superato: “non accade spesso. Si tratta anche di discipline di anni diversi, è inevitabile. Alla Triennale ci sono troppe materie”. Antonella, però, aggiunge: “Quello che non va proprio, in particolare per il nostro Corso di Laurea, è la suddivisione in moduli con
prove separate che valgono per un intero anno solare. In pratica si raddoppia il lavoro, e se non si supera una delle due parti è anche peggio. I crediti assegnati, inoltre, raramente coincidono con quelli effettivi”. È il caso di Prestazioni e Manovre e Stabilità, sei crediti l’uno. La verità, sostiene la ragazza, è che Manovre e Stabilità vale da solo nove crediti. “Sulla carta abbiamo ventuno esami, ma effettivi ne sono almeno ventisette. Meglio va ad Ingegneria Meccanica dove hanno solo corsi, meglio ancora la laurea di cinque anni com’era una volta. Il titolo Triennale non offre molti sbocchi ed è tutta una corsa contro il tempo che non lascia spazio all’attività pratica. Napoli brulica di aziende aerospaziali d’eccellenza, ma noi usciamo da qui senza aver mai visto un motore”. Federica Rizzo, Giovanni Porchetta e Federica Napoleone sono al terzo anno di Ingegneria Gestionale. “Ci siamo sempre trovati bene. I professori sono preparati e disponibili, ci vengono sempre incontro e ci sostengono molto, ma abbiamo pochi appelli. Ora, poiché le abbiamo chieste, hanno aggiunto delle date alle sessioni già previste, però durante i corsi non possiamo sostenere gli esami arretrati, perché si sostiene che poi non andiamo più a lezione. Sono state abolite anche le prove intercorso per questo motivo. È una questione annosa che non si risolverà mai”, affermano i ragazzi i quali, come altri loro colleghi, denunciano l’orario di chiusura della Biblioteca: “alle 18.30 è troppo presto. Dopo resta solo l’aula studio dove è difficile concentrarsi”. Vincenzo Marrone, Oliviero Vuillemier, Carmine Palmentieri e Lorenzo Ranieri sono quasi alla fine del percorso triennale di Ingegneria Meccanica: “Ci mancano tre esami alla fine, siamo molto più liberi di gestirci, però troviamo ancora dei professori che, con la scusa di evitare tentativi agli esami, consentono di partecipare, durante la stessa sessione, solo a due appelli sui tre previsti. In questo .modo vengono penalizzate solo le persone corrette perché non c’è nessun sistema di controllo”. Secondo i ragazzi una certa percentuale di ‘tentativi’ nel corso di unacarriera studentesca è inevitabile: “ci sono materie come Scienza delle Costruzioni che non prevedono né un libro né un eserciziario, è quasi normale che almeno la prima
volta si vada a provare com’è l’esame”. Ettore Cantone è al terzo anno di Ingegneria Edile e Architettura ma sta seguendo ancora le lezioni del secondo perché ha fatto un trasferimento interno: “non sono passato al test di ammissione, quindi mi sono iscritto a Ingegneria Edile. Poi ho cambiato perché mi interessava di più questo Corso di Studi, con i suoi numeri contenuti e i progetti. L’unica cosa che mi manca sono gli esami a metà”. Gli studenti di Edile-
Architettura hanno corsi annuali, dunque non sono costretti come i colleghi ad inseguire il tempo. “È vero”, ammette Ettore. Però “anche dare sei esami in due mesi non è uno scherzo, spesso capitano anche negli stessi giorni. Per noi la sessione invernale è solo di recupero per le materie non ancora
superate, niente esami nuovi. Non recuperi il tempo, però non ti zavorri nemmeno”.
Simona Pasquale
è minore”, affermano Davide Di Giacomo e Paolo D’Elia, studenti del primo anno rispettivamente di Ingegneria Gestionale e Ingegneria Elettrica, Corsi di Studio accorpati in un’unica classe per le attività didattiche. I due ragazzi sono soddisfatti, la sessione di esami è andata bene, hanno sostenuto quasi tutti gli esami. Ovvero, Analisi Matematica, Fisica, Chimica. Devono solo dare Informatica: “É l’unico non propedeutico. I ritmi sono alti, però le sessioni sono articolate abbastanza bene. Sono gli spostamenti lunghi che si fanno sentire per chi abita lontano dall’Università”. Antonella Fusco, al terzo anno di Ingegneria Aerospaziale, è leggermente in ritardo con gli studi, ma non è preoccupata: “qui siamo tutti fuori corso”. La sessione invernale è
stata positiva, ma, rispetto alle previsioni, registra un esame in meno: “è stata la combinazione di diversi fattori, studiare una materia ha richiesto più tempo del previsto e a febbraio due date si sono accavallate”, racconta la studentessa che si è trovata a scegliere fra Sistemi Aerospaziali, che ha rimandato,
e Costruzioni Aerospaziali, che ha invece superato: “non accade spesso. Si tratta anche di discipline di anni diversi, è inevitabile. Alla Triennale ci sono troppe materie”. Antonella, però, aggiunge: “Quello che non va proprio, in particolare per il nostro Corso di Laurea, è la suddivisione in moduli con
prove separate che valgono per un intero anno solare. In pratica si raddoppia il lavoro, e se non si supera una delle due parti è anche peggio. I crediti assegnati, inoltre, raramente coincidono con quelli effettivi”. È il caso di Prestazioni e Manovre e Stabilità, sei crediti l’uno. La verità, sostiene la ragazza, è che Manovre e Stabilità vale da solo nove crediti. “Sulla carta abbiamo ventuno esami, ma effettivi ne sono almeno ventisette. Meglio va ad Ingegneria Meccanica dove hanno solo corsi, meglio ancora la laurea di cinque anni com’era una volta. Il titolo Triennale non offre molti sbocchi ed è tutta una corsa contro il tempo che non lascia spazio all’attività pratica. Napoli brulica di aziende aerospaziali d’eccellenza, ma noi usciamo da qui senza aver mai visto un motore”. Federica Rizzo, Giovanni Porchetta e Federica Napoleone sono al terzo anno di Ingegneria Gestionale. “Ci siamo sempre trovati bene. I professori sono preparati e disponibili, ci vengono sempre incontro e ci sostengono molto, ma abbiamo pochi appelli. Ora, poiché le abbiamo chieste, hanno aggiunto delle date alle sessioni già previste, però durante i corsi non possiamo sostenere gli esami arretrati, perché si sostiene che poi non andiamo più a lezione. Sono state abolite anche le prove intercorso per questo motivo. È una questione annosa che non si risolverà mai”, affermano i ragazzi i quali, come altri loro colleghi, denunciano l’orario di chiusura della Biblioteca: “alle 18.30 è troppo presto. Dopo resta solo l’aula studio dove è difficile concentrarsi”. Vincenzo Marrone, Oliviero Vuillemier, Carmine Palmentieri e Lorenzo Ranieri sono quasi alla fine del percorso triennale di Ingegneria Meccanica: “Ci mancano tre esami alla fine, siamo molto più liberi di gestirci, però troviamo ancora dei professori che, con la scusa di evitare tentativi agli esami, consentono di partecipare, durante la stessa sessione, solo a due appelli sui tre previsti. In questo .modo vengono penalizzate solo le persone corrette perché non c’è nessun sistema di controllo”. Secondo i ragazzi una certa percentuale di ‘tentativi’ nel corso di unacarriera studentesca è inevitabile: “ci sono materie come Scienza delle Costruzioni che non prevedono né un libro né un eserciziario, è quasi normale che almeno la prima
volta si vada a provare com’è l’esame”. Ettore Cantone è al terzo anno di Ingegneria Edile e Architettura ma sta seguendo ancora le lezioni del secondo perché ha fatto un trasferimento interno: “non sono passato al test di ammissione, quindi mi sono iscritto a Ingegneria Edile. Poi ho cambiato perché mi interessava di più questo Corso di Studi, con i suoi numeri contenuti e i progetti. L’unica cosa che mi manca sono gli esami a metà”. Gli studenti di Edile-
Architettura hanno corsi annuali, dunque non sono costretti come i colleghi ad inseguire il tempo. “È vero”, ammette Ettore. Però “anche dare sei esami in due mesi non è uno scherzo, spesso capitano anche negli stessi giorni. Per noi la sessione invernale è solo di recupero per le materie non ancora
superate, niente esami nuovi. Non recuperi il tempo, però non ti zavorri nemmeno”.
Simona Pasquale