Il fascino per la psicologia attira ogni anno tantissimi neo-diplomati alle prese con la scelta della facoltà e con in mente la sola figura dello psicologo clinico o dello psicoterapeuta, pronto ad ascoltare le problematiche degli altri. La maggioranza, però, non sa com’è strutturato il percorso di studi o non ha la minima idea sulle materie che si troverà ad affrontare. Spesso si ha solo qualche conoscenza filosofica o si crede, sbagliando, che la psicologia si risolva nelle teorie di Freud studiate a scuola. Presto ci si rende conto che non è così. I seicento immatricolati che supereranno la prova d’ammissione (si terrà il 12 settembre) al Corso di Laurea, al primo anno, avranno da sostenere dodici esami tra cui: Psicologia generale, Psicologia dello sviluppo, Psicometria, Psicologia sociale, Sociologia generale, Biologia applicata, Storia delle Scienze, Discipline demoetnoantropologiche. Dunque, una preparazione che crea le basi per un successivo approccio più specifico con le discipline più prettamente psicologiche. Più che essere affascinati dalle materie psicologiche, occorre quindi verificare le motivazioni. “I neo-diplomati, indecisi su come proseguire il loro percorso di studi – dice il prof. Bruno Schettino, docente di Pedagogia generale – possono rivolgersi al Centro Counseling e avere così tutte le spiegazioni di cui hanno bisogno. Contattando i docenti, i loro dubbi saranno chiariti e potranno prendere la decisone giusta”.
Attualmente il numero degli iscritti a Psicologia è tra i seimila e i settemila e il flusso delle richieste di iscrizione continua ad essere alto, seppur deve poi rapportarsi con un organico ridotto costituito da venti docenti i quali, a loro volta, hanno un carico didattico sproporzionato. Tra i neo-diplomati prevale ancora un’idea confusa della Psicologia: i ragazzi non sanno che per esercitare la professione di psicoterapeuta occorrono circa dieci anni di studio e che esistono svariati ambiti nei quali esercitare la professione di psicologo. “Prima di tutto, bisogna far comprendere agli studenti – spiega il prof. Dario Bacchini, consigliere dell’Ordine Professionale degli Psicologi e docente di Psicologia dello sviluppo – che lo studio della Psicologia presuppone una preparazione composita e prevede, oltre allo studio di discipline prettamente psicologiche, anche la Metodologia della ricerca, la Biologia, la Psicometria. In secondo luogo, è necessario sappiano che, oggi, lo psicologo lavora in vari campi: ad esempio, la Psicologia scolastica (rivolta alle difficoltà di apprendimento), la Psicologia del lavoro (che riguarda la selezione del personale), la Riabilitazione svolta in collaborazione con medici e neurologi”. A tal proposito, è stato istituito alla Facoltà casertana un Master in Scienze Investigative che vuole proprio suscitare l’interesse per un campo della psicologia magari meno conosciuto.
Non tutti sanno che lo studio della Psicologia prevede sia competenze umanistiche, quali ad esempio l’Antropologia, sia materie che presuppongono un approccio scientifico. “Al primo anno, gli studenti si troveranno alle prese con una serie di insegnamenti che costituiscono le basi biologiche, i fondamenti anatomo-fisiologici. Esami che servono a creare le basi allo studio della Psicologia- spiega la prof.ssa Giovanna Nigro, docente di Psicologia Generale, proprio “il primo esame che più si avvicina a quella che è stata la scelta dei ragazzi. Lo studio di questo esame prevede, oltre alla storia della psicologia, l’apprendimento di argomenti quali i processi mentali di base sia tramite acquisizione teorica che contributi empirici”. Una materia che mai gli aspiranti psicologi si sognerebbero di studiare è la Psicometria, lo studio dei metodi e delle tecniche necessari per fare ricerca psicologica. In effetti, questo è uno degli esami più temuti. “Non si può procedere con lo studio della Psicologia –afferma la professoressa Nigro – se non si ha alcuna impostazione sui metodi del fare ricerca. Io stessa, oltre a dare un quadro aggiornato della letteratura, organizzo lezioni congiunte col docente di Psicometria. Mostrando agli studenti filmati di esperimenti, cerchiamo di far comprendere loro in che modo la psicologia si applica alla pratica. E’ fondamentale che i ragazzi comprendano l’utilità di tutte le discipline. Quando lo intuiscono, nasce anche un maggior grado di interesse verso quello che studiano”.
Con l’introduzione della Riforma Moratti, la percentuale degli abbandoni è diminuita e anche la ‘cultura dell’abbandono’ è quasi svanita. “Iscriversi all’Università – sottolinea il prof. Dario Grossi, docente di Psicologia Fisiologica e Neuropsicologia – è un investimento che deve portare dei frutti, questo è e deve essere il ragionamento dei neo-diplomati”.
La parola d’ordine per le neo-matricole è: impegno. Al primo anno, la frequenza ai corsi è fondamentale ed è necessario trovare e applicare un buon metodo di studi che si basi su costanza ed energia. “Seguendo le lezioni – dice la prof.ssa Nigro – diminuisce il carico di lavoro a casa, i ragazzi hanno la possibilità di sostenere le prove intercorso e, soprattutto, possono usufruire dell’aiuto dei docenti per qualsiasi spiegazione. In questo modo, credo sia possibile sostenere con successo gli esami. Io consiglio agli studenti di non accontentarsi mai dei voti bassi. Lo studio premia e, se si è diligenti, si può avere una media alta”. “A nulla serve – aggiunge il prof. Grossi – fare i furbi agli esami! Occorrono solo volontà e studio costante”. Dunque: studiare con passione, partecipare alla vita universitaria ed intuire il nuovo metodo di studio da utilizzare. Questo il necessario per la formazione dei futuri psicologi.
Maddalena Esposito
Attualmente il numero degli iscritti a Psicologia è tra i seimila e i settemila e il flusso delle richieste di iscrizione continua ad essere alto, seppur deve poi rapportarsi con un organico ridotto costituito da venti docenti i quali, a loro volta, hanno un carico didattico sproporzionato. Tra i neo-diplomati prevale ancora un’idea confusa della Psicologia: i ragazzi non sanno che per esercitare la professione di psicoterapeuta occorrono circa dieci anni di studio e che esistono svariati ambiti nei quali esercitare la professione di psicologo. “Prima di tutto, bisogna far comprendere agli studenti – spiega il prof. Dario Bacchini, consigliere dell’Ordine Professionale degli Psicologi e docente di Psicologia dello sviluppo – che lo studio della Psicologia presuppone una preparazione composita e prevede, oltre allo studio di discipline prettamente psicologiche, anche la Metodologia della ricerca, la Biologia, la Psicometria. In secondo luogo, è necessario sappiano che, oggi, lo psicologo lavora in vari campi: ad esempio, la Psicologia scolastica (rivolta alle difficoltà di apprendimento), la Psicologia del lavoro (che riguarda la selezione del personale), la Riabilitazione svolta in collaborazione con medici e neurologi”. A tal proposito, è stato istituito alla Facoltà casertana un Master in Scienze Investigative che vuole proprio suscitare l’interesse per un campo della psicologia magari meno conosciuto.
Non tutti sanno che lo studio della Psicologia prevede sia competenze umanistiche, quali ad esempio l’Antropologia, sia materie che presuppongono un approccio scientifico. “Al primo anno, gli studenti si troveranno alle prese con una serie di insegnamenti che costituiscono le basi biologiche, i fondamenti anatomo-fisiologici. Esami che servono a creare le basi allo studio della Psicologia- spiega la prof.ssa Giovanna Nigro, docente di Psicologia Generale, proprio “il primo esame che più si avvicina a quella che è stata la scelta dei ragazzi. Lo studio di questo esame prevede, oltre alla storia della psicologia, l’apprendimento di argomenti quali i processi mentali di base sia tramite acquisizione teorica che contributi empirici”. Una materia che mai gli aspiranti psicologi si sognerebbero di studiare è la Psicometria, lo studio dei metodi e delle tecniche necessari per fare ricerca psicologica. In effetti, questo è uno degli esami più temuti. “Non si può procedere con lo studio della Psicologia –afferma la professoressa Nigro – se non si ha alcuna impostazione sui metodi del fare ricerca. Io stessa, oltre a dare un quadro aggiornato della letteratura, organizzo lezioni congiunte col docente di Psicometria. Mostrando agli studenti filmati di esperimenti, cerchiamo di far comprendere loro in che modo la psicologia si applica alla pratica. E’ fondamentale che i ragazzi comprendano l’utilità di tutte le discipline. Quando lo intuiscono, nasce anche un maggior grado di interesse verso quello che studiano”.
Con l’introduzione della Riforma Moratti, la percentuale degli abbandoni è diminuita e anche la ‘cultura dell’abbandono’ è quasi svanita. “Iscriversi all’Università – sottolinea il prof. Dario Grossi, docente di Psicologia Fisiologica e Neuropsicologia – è un investimento che deve portare dei frutti, questo è e deve essere il ragionamento dei neo-diplomati”.
La parola d’ordine per le neo-matricole è: impegno. Al primo anno, la frequenza ai corsi è fondamentale ed è necessario trovare e applicare un buon metodo di studi che si basi su costanza ed energia. “Seguendo le lezioni – dice la prof.ssa Nigro – diminuisce il carico di lavoro a casa, i ragazzi hanno la possibilità di sostenere le prove intercorso e, soprattutto, possono usufruire dell’aiuto dei docenti per qualsiasi spiegazione. In questo modo, credo sia possibile sostenere con successo gli esami. Io consiglio agli studenti di non accontentarsi mai dei voti bassi. Lo studio premia e, se si è diligenti, si può avere una media alta”. “A nulla serve – aggiunge il prof. Grossi – fare i furbi agli esami! Occorrono solo volontà e studio costante”. Dunque: studiare con passione, partecipare alla vita universitaria ed intuire il nuovo metodo di studio da utilizzare. Questo il necessario per la formazione dei futuri psicologi.
Maddalena Esposito