Cresciuti “a pane e cartoni animati giapponesi”, quindici studenti soggiorneranno un anno nel Paese del Sol Levante

Quindici studenti potranno svolgere un periodo di studio e ricerca nelle città di Tokyo, Kyoto, Sendai e Kobe grazie alle convenzioni internazionali stipulate da L’Orientale con dieci Università giapponesi. I vincitori partiranno nel mese di settembre e studieranno in Giappone per un anno. Intanto, raccontano la passione per la cultura nipponica e le aspettative in vista del soggiorno all’estero. “Come molti, sono cresciuta a pane e cartoni animati giapponesi e col tempo mi sono interessata anche alla letteratura e alla storia del paese. Ho scelto il giapponese per vedere il mondo da un punto di vista diverso. Ora considero il Giappone un punto di partenza, ma mi piacerebbe imparare quanto più possibile su tutta l’Asia Orientale e cominciare ad avvicinarmi anche al cinese e al coreano”, rivela Giovanna Tramontano, studentessa di Lingue, Lettere e Culture Comparate, l’unica triennalista assegnataria di una borsa di studio. Che prosegue: “credo fermamente che conoscere e comprendere culture lontane dalla nostra sensibilità sia la chiave per la risoluzione di tanti conflitti che affliggono il periodo storico attuale. Mi aspetto di migliorare la mia conoscenza della lingua, di avvicinarmi alla cultura e di apprendere il più possibile riguardo le tradizioni e lo stile di vita giapponese”. La sua destinazione è la Kyoto University of Foreign Studies: “Ho sempre desiderato visitare Kyoto, che è stata la capitale giapponese fino alla metà del XIX secolo. Una città famosa per i suoi moltissimi templi e che conserva ancora preziose testimonianze artistiche del Giappone imperiale pre-Restaurazione Meiji”. Prossima a partire per Kyoto anche Claudia Camillo, iscritta al secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Letterature e Culture Comparate. Che racconta: “Ho sempre avuto, fin da piccola, un grande interesse per le lingue straniere. Poi, dopo aver letto qualche libro della scrittrice Banana Yoshimoto, ho voluto saperne di più e studiare giapponese all’Università. Mi affascina, inoltre, l’attenzione che i Giapponesi prestano per le piccole cose che noi riteniamo superflue, come la fioritura dei ciliegi, ad esempio, l’educazione e il cibo. Trovo interessante anche il mondo della televisione, della pubblicità e del marketing in Giappone”. Claudia è vincitrice di una borsa di studio per la Ritsumeikan University. “Attualmente mi sto documentando soprattutto sui dormitori e le facilities che circondano il campus, nonché sui luoghi da visitare e i templi. So che è un posto molto suggestivo perché, al contrario di Tokyo, la città di Kyoto è più a misura d’uomo e ha conservato alcuni aspetti dell’antichità e della sua storia, visibili in particolare nell’architettura”. Ciascuno studente riceverà prima della partenza un contributo economico pari a 3.000 euro. “Era un’occasione da non farsi scappare, poiché non è comune avere l’opportunità di studiare un anno in Giappone. Mi ospiterà la Ochanomizu University, un’Università femminile fondata nel XIX secolo. Anch’io sono stata affascinata fin da bambina dalle culture asiatiche, in particolare dal Sol Levante. E ora sarà una bella sfida abituarsi a tutte le novità, ma sono certa che sarà altrettanto stimolante vivere in una metropoli come Tokyo”, riferisce entusiasta Federica Mainenti, iscritta al primo anno della Magistrale in Lingue e Civiltà Orientali. Ai fini della selezione sono stati presi in considerazione la media ponderata degli esami di profitto, il risultato di un test di accertamento della conoscenza della lingua giapponese e, infine, la valutazione del progetto di ricerca. Il test consisteva in una prova scritta articolata in: lettura e comprensione di un breve testo; conoscenza generale di regole grammaticali e i kanji, cioè gli ideogrammi. “Non era molto difficile, decisamente alla portata anche degli studenti della Triennale”, sostiene Federica. “Orientativamente il livello di difficoltà corrispondeva all’N3 del JLPT (Japanese-Language Proficiency Test), il sistema di certificazioni di lingua giapponese”, precisa Giovanna. Altri studenti sono già stati in Giappone, come Francesco La Manna, iscritto al secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa. “Ho già vissuto un anno a Tokyo durante il mio percorso triennale e volevo assolutamente ripetere l’esperienza. Questa volta studierò presso la Waseda University. Sul campo mi piacerebbe lavorare su testi autentici in lingua, difficili da trovare in Italia, e soprattutto visitare le strutture e intervistare persone per il mio progetto. In futuro vorrei poter lavorare per un’azienda in Giappone o altrove per un’organizzazione avente contatti con questo Paese”. Il miglioramento delle competenze linguistiche è la motivazione più diffusa che ha spinto gli studenti a partecipare alla selezione. “Ciò che più mi ha attratta del giapponese è la sua peculiare struttura. Ora voglio mettere in pratica gli anni di studio e migliorare le mie capacità di lingua, purtroppo deboli dal punto di vista della produzione orale, confrontandomi in un contesto universitario che non sia nella mia lingua madre”. È quanto afferma Chiara Esposito, iscritta al primo anno di Lingue e Civiltà Orientali. E aggiunge: “studierò Lingua, Sociologia e Letteratura Giapponese alla Gakushuin di Tokyo. Un’Università particolarmente famosa per i suoi studi letterari, che ha formato per generazioni gli imperatori e la famiglia reale, senza dimenticare altri grandi personaggi di spicco, come Yukio Mishima, Yoko Ono e il contemporaneo Hayao Miyazaki”. 
I progetti di tesi
Molti intendono trasformare il proprio progetto di ricerca nella tesi di laurea finale. Estremamente variegati gli ambiti di preferenza scelti dagli studenti. La letteratura comparata per Giovanna: “Condurrò un’analisi di due opere di due autori della letteratura giapponese moderna, Ibuse Masuji e Dazai Osamu, comparate a quelle di due autori occidentali, Primo Levi e D. H. Lawrence, con i quali ho riscontrato una certa continuità di temi. In particolare, mi sono concentrata sulla tematica del dolore e della reazione al dolore”. Il teatro per Francesca: “Farò ricerca sul Teatro Takarazuka, una forma di teatro relativamente nuova all’interno dello scenario artistico giapponese, al quale prendono parte soprattutto le donne. Sono trattate le storie d’amore, ma anche le difficoltà da parte della donna di imporsi all’interno della società. Per esempio, una delle opere che ha avuto più seguito e ha consacrato questa forma d’arte è ‘La rosa di Versailles’, successivamente trasposta sotto forma di manga e anime e conosciuta da noi come ‘Lady Oscar’. L’influenza sulla cultura pop è stata decisiva per la fama di questo teatro che ha ispirato discussioni e studi sul Gender e sul travestitismo in Giappone. Spero soprattutto di poter visitare la città omonima in cui il Teatro Takarazuka è nato, perché so che è abbastanza vicina a Kyoto”. L’arte per Federica: “Io mi propongo di affrontare l’evoluzione della porcellana giapponese, soffermandomi in particolare sul progetto Arita/2016, che unisce le tipiche tecniche di produzione della porcellana a un design più moderno”. Il welfare per Francesco: “Analizzerò il tema dell’assistenza agli anziani in Giappone utilizzando un doppio filtro: le sue diverse modalità e le infrastrutture nelle quali questa prende forma”. Infine, il cibo per Chiara. “In seguito a una conferenza della scrittrice e studiosa Tomoko Aoyama organizzata presso la nostra Università, ho deciso di affrontare il valore del cibo e la sua evoluzione storica e culturale all’interno della letteratura giapponese”. 
Sabrina Sabatino
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