Maurilio De Felice nella sua vita ha scelto di fare il docente universitario: prima Professore Ordinario di Biochimica e Microbiologia Applicate all’Università di Salerno, poi Professore Ordinario di Microbiologia all’Università Federico II. Dallo scorso novembre è in pensione – ma sarà impegnato per ancora due o tre anni in progetti di ricerca – e questo evento lo ha spinto a cercare qualcosa di decisamente lontano dal mondo scientifico di cui ha sempre fatto parte. L’ha trovato: oggi Maurilio De Felice è un professore in pensione, ma anche l’autore di un romanzo giallo.
È proprio nel suo studio al Dipartimento di Biologia del Complesso Universitario di Monte Sant’Angelo che ci racconta con aria soddisfatta di come sia nata l’idea di un romanzo: “Quando sono andato in pensione, la prima domanda che mi sono posto è stata: ed ora cosa faccio? Mi sono così ricordato che tanti anni fa il mio professore di italiano e latino, Vittorio Esposito, era andato su tutte le furie quando, conseguita la Maturità, gli dissi che mi ero iscritto alla Facoltà di Scienze invece che a quella di Lettere, disobbedendo ai suoi suggerimenti. Ho, quindi, pensato che avrei potuto cogliere, anche se parecchi anni dopo, quell’ammonimento e, allo stesso tempo, rispolverare una vecchia passione. Scrivere sarebbe stato un modo per allontanarsi dal lavoro continuando a fare qualcosa di intellettuale, ma che non riguardasse più vaccini e fermenti lattici. E così è stato”.
Si tratta del suo primo romanzo, ma non del suo primo incontro con la scrittura: “Da giovane ho fatto il giornalista sportivo ed ero il corrispondente da Scafati, dove sono nato, di tutti i giornali di allora. In fondo, mi è sempre piaciuto scrivere”, rivela il professore.
Da questo ritorno alla scrittura, ecco la nascita del romanzo “La prova dell’angelo musicante”: “I protagonisti sono Alfredo, un ingegnere frustrato dalla propria posizione lavorativa, ed Anna, un’insegnante di matematica che non sa cosa vuole in quanto vorrebbe tutto. Entrambi rappresentano il prodotto dei tempi in cui viviamo, l’esasperazione di una borghesia che non sa neanche dove arrivare e si sforza a tal punto di realizzare se stessa in un’epoca in cui conta solo denaro e successo che, alla fine, perde il controllo della situazione. È proprio questa esasperazione a rendere il romanzo un giallo, a conferirgli un aspetto criminale”. Un mondo in crisi, dunque, nel quale, però, non mancano chiari ed incoraggianti barlumi di speranza: “In una società di contrasti, in opposizione a ladruncoli e delinquenti di ogni genere, vi sono anche persone che basano la propria vita sui valori. Ecco, così, spuntare un magistrato che si dedica con tutte le sue energie a risolvere un giallo complicato, marito e moglie che si occupano della gestione del proprio agriturismo con tanto amore, i preti di Santa Maria Novella che attraverso la preghiera danno conforto alla solitudine delle vecchiette. Alla fine di tutto, chi deve pagare paga e un certo patrimonio non viene usurpato”.
Un autore napoletano per una storia non ambientata a Napoli: “In una prima stesura ci avevo provato, ma mi sono subito reso conto che non sarei riuscito a sottrarmi ad una certa oleografia che caratterizza la città partenopea. Sarebbe stato impossibile non parlare del Vesuvio, della pizza, dei vicoli del centro storico, della camorra. Ho, quindi, deciso di portare la storia in Italia centrale, tra la Toscana e le Marche. Napoli, però, resta comunque. Alfredo, infatti, ha frequentato l’Università Federico II, dove ha vissuto i momenti esaltanti della contestazione giovanile degli anni ’60 e i ricordi di quel periodo lo accompagneranno per tutta la vita”.
Il romanzo giallo, però, sembra completamente scollegato da un titolo, “La prova dell’angelo musicante”, che di giallo apparentemente non ha nulla. Su questo punto il prof. De Felice non si espone molto: “Nel titolo c’è la soluzione del problema – indica l’immagine riportata sulla copertina del romanzo – in questo angioletto di Melozzo da Forlì c’è la soluzione del problema”, afferma con un mezzo sorriso.
Prima di salutarci una piccola anteprima: “Sto scrivendo un secondo romanzo giallo. Questa volta ho deciso di ambientarlo nella Costiera Amalfitana. Voglio parlare di Scafati, ma anche di Itri, in provincia di Latina, dove vado solitamente in estate. Il personaggio principale di questa seconda opera è una persona molto ricca, un dirigente industriale che si muove tra Italia, Parigi, New York e Cina. In essa ci sono i miei ricordi che, però, ho rimescolato ed abbinato a persone differenti da quelle della mia vita reale”.
Fabiana Carcatella
È proprio nel suo studio al Dipartimento di Biologia del Complesso Universitario di Monte Sant’Angelo che ci racconta con aria soddisfatta di come sia nata l’idea di un romanzo: “Quando sono andato in pensione, la prima domanda che mi sono posto è stata: ed ora cosa faccio? Mi sono così ricordato che tanti anni fa il mio professore di italiano e latino, Vittorio Esposito, era andato su tutte le furie quando, conseguita la Maturità, gli dissi che mi ero iscritto alla Facoltà di Scienze invece che a quella di Lettere, disobbedendo ai suoi suggerimenti. Ho, quindi, pensato che avrei potuto cogliere, anche se parecchi anni dopo, quell’ammonimento e, allo stesso tempo, rispolverare una vecchia passione. Scrivere sarebbe stato un modo per allontanarsi dal lavoro continuando a fare qualcosa di intellettuale, ma che non riguardasse più vaccini e fermenti lattici. E così è stato”.
Si tratta del suo primo romanzo, ma non del suo primo incontro con la scrittura: “Da giovane ho fatto il giornalista sportivo ed ero il corrispondente da Scafati, dove sono nato, di tutti i giornali di allora. In fondo, mi è sempre piaciuto scrivere”, rivela il professore.
Da questo ritorno alla scrittura, ecco la nascita del romanzo “La prova dell’angelo musicante”: “I protagonisti sono Alfredo, un ingegnere frustrato dalla propria posizione lavorativa, ed Anna, un’insegnante di matematica che non sa cosa vuole in quanto vorrebbe tutto. Entrambi rappresentano il prodotto dei tempi in cui viviamo, l’esasperazione di una borghesia che non sa neanche dove arrivare e si sforza a tal punto di realizzare se stessa in un’epoca in cui conta solo denaro e successo che, alla fine, perde il controllo della situazione. È proprio questa esasperazione a rendere il romanzo un giallo, a conferirgli un aspetto criminale”. Un mondo in crisi, dunque, nel quale, però, non mancano chiari ed incoraggianti barlumi di speranza: “In una società di contrasti, in opposizione a ladruncoli e delinquenti di ogni genere, vi sono anche persone che basano la propria vita sui valori. Ecco, così, spuntare un magistrato che si dedica con tutte le sue energie a risolvere un giallo complicato, marito e moglie che si occupano della gestione del proprio agriturismo con tanto amore, i preti di Santa Maria Novella che attraverso la preghiera danno conforto alla solitudine delle vecchiette. Alla fine di tutto, chi deve pagare paga e un certo patrimonio non viene usurpato”.
Un autore napoletano per una storia non ambientata a Napoli: “In una prima stesura ci avevo provato, ma mi sono subito reso conto che non sarei riuscito a sottrarmi ad una certa oleografia che caratterizza la città partenopea. Sarebbe stato impossibile non parlare del Vesuvio, della pizza, dei vicoli del centro storico, della camorra. Ho, quindi, deciso di portare la storia in Italia centrale, tra la Toscana e le Marche. Napoli, però, resta comunque. Alfredo, infatti, ha frequentato l’Università Federico II, dove ha vissuto i momenti esaltanti della contestazione giovanile degli anni ’60 e i ricordi di quel periodo lo accompagneranno per tutta la vita”.
Il romanzo giallo, però, sembra completamente scollegato da un titolo, “La prova dell’angelo musicante”, che di giallo apparentemente non ha nulla. Su questo punto il prof. De Felice non si espone molto: “Nel titolo c’è la soluzione del problema – indica l’immagine riportata sulla copertina del romanzo – in questo angioletto di Melozzo da Forlì c’è la soluzione del problema”, afferma con un mezzo sorriso.
Prima di salutarci una piccola anteprima: “Sto scrivendo un secondo romanzo giallo. Questa volta ho deciso di ambientarlo nella Costiera Amalfitana. Voglio parlare di Scafati, ma anche di Itri, in provincia di Latina, dove vado solitamente in estate. Il personaggio principale di questa seconda opera è una persona molto ricca, un dirigente industriale che si muove tra Italia, Parigi, New York e Cina. In essa ci sono i miei ricordi che, però, ho rimescolato ed abbinato a persone differenti da quelle della mia vita reale”.
Fabiana Carcatella