Didattica per competenze, l’attività del Centro Orientamento

Il lavoro sulla didattica per competenze portato avanti dal Centro di Orientamento e Tutorato nell’ambito del progetto Eraclito sta per culminare in un confronto che avrà luogo in primavera. In una lettera ai colleghi, il prof. Stefano Dumontet, responsabile del Centro, si dice convinto del fatto che il confronto non sia più procastinabile. Richiamando la “Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio sulle competenze chiave per l’istruzione e la formazione per tutto l’arco della vita” del 18 dicembre 2006, il professore pone l’accento sull’ampiezza del processo in costruzione, evidenziando che “l’Unione Europea ha invitato gli Stati membri a sviluppare, nell’ambito delle loro politiche educative, strategie per assicurare che l’istruzione e la formazione offrano a tutti i giovani non solo gli strumenti per sviluppare le competenze chiave a un livello tale che li preparino alla vita adulta, ma anche le abilità necessarie per attivare ulteriori occasioni di apprendimento lungo tutto l’arco della vita”. Ad oggi ha visto la luce una FAD (Formazione a distanza), fruibile anche ai non vedenti, organizzata secondo la logica della didattica per competenze. Ci si è arrivati individuando due settori economici prioritari, ossia logistica e trasporti ed energie alternative. “La Parthenope ha effettuato assieme all’Ires una ricerca economico-sociale in questi due settori”, spiega il prof. Dumontet, “il primo settore è stato scelto perché in Campania c’è una grossa rete infrastrutturale ma manca la coordinazione interna, il secondo perché manca del tutto di strutture. In tali ambiti operano piccole e medie imprese, che però non riescono a immaginare i bisogni futuri, perciò interviene l’ente esterno con degli studi, in questo caso noi e l’Ires”. Sulla base dell’analisi dei bisogni sarà possibile costruire un percorso di didattica per competenze destinato sia agli studenti già iscritti all’università che a quelli dell’ultimo anno delle superiori. “L’alternanza scuola-lavoro e università-lavoro non si basa solo sulle conoscenze fornite. Lo studente che lo desidera potrebbe arricchire le sue conoscenze con unità capitalizzabili di competenze, costruite ad hoc. Così gli si forniscono degli skills da spendere concretamente, non è più un oggetto non identificato”. Nell’ambito del sistema di educazione continua, corsi declinati per unità capitalizzate di competenze potrebbero inoltre essere rivolti anche a chi lavora già. La collaborazione con le scuole in materia ha dei risvolti importanti sul piano dell’orientamento vocazionale, perché aiuta i giovani ad acquisire consapevolezza su ciò che realmente vogliono fare. “Questo non vuol dire che spingiamo i ragazzi a iscriversi da noi – precisa Dumontet – Al contrario, un aumento di iscrizioni di studenti non correttamente orientati significa appesantire il sistema, con conseguenze negative per noi come università, ma soprattutto per i ragazzi”.
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