Sociologia nel caos. Dopo la sospensione di tutte le attività svolte all’Astra per problemi condominiali del civico di Mezzocannone che ospita la sala cinematografica, torna alla ribalta la grave mancanza di spazi con cui da anni, ormai, convive la Facoltà. Gli studenti, in massa, si riversano nella struttura di vico Monte di Pietà, dove sono costretti a seguire le lezioni in aule sovraffollate. “So che l’Astra è chiuso, ma non sono a conoscenza del motivo – dice Rosaria, studentessa del secondo anno – Qui le informazioni girano poco. Non ci sono quasi mai avvisi in bacheca, la rappresentanza è poco aggiornata e spesso l’Ufficio Orienta è chiuso”. Secondo Lorenzo Fattori, rappresentante in carica, “la sospensione delle attività non ha sorpreso né colpito nessuno, anche perché l’Astra non era molto amato dagli studenti, tenuto conto delle ovvie difficoltà che si verificano quando si seguono i corsi in una sala cinematografica. Il problema della carenza di spazi dovrebbe essere risolto alla radice e di certo l’Astra non era la soluzione. Attendiamo che l’Ateneo metta a disposizione alcune aule della Facoltà di Scienze Politiche”. Qualcuno la pensa diversamente. “Un cinema non può diventare un’aula universitaria – afferma Francesca, iscritta al secondo anno – ma almeno riuscivamo a sederci tutti, senza essere costretti ad anticiparci ore prima dell’inizio dei corsi”. Claudia e Alessia, sedute sulle scale che portano al primo piano, ripetono gli appunti di Statistica. “Ormai siamo abituati alla mancanza di spazi – dice Alessia, originaria di Casoria – e forse non ci pesa neanche più. Ciò che non capisco è la scarsa informazione su tutto, come se noi studenti fossimo l’ultima ruota del carro!”. Claudia, matricola trasferitasi da Giurisprudenza, la pensa allo stesso modo. “Viviamo in una grande disorganizzazione – afferma – personalmente non so neanche a chi chiedere informazioni. Per gli esami di aprile, siccome la sessione era sempre in bilico e le date non venivano comunicate, ho chiesto ai singoli docenti”. La rabbia degli studenti è tanta. “In questa Facoltà, anche le cose basilari diventano complicate – si sfogano Paolo e Alessandra, iscritti al terzo anno – seguire una lezione, essere ricevuti dai docenti, trovare un posto per studiare, insomma tutto. Vorremmo capire a cosa servono le tasse che paghiamo se poi non riceviamo alcun servizio”. Per Flora Frate, rappresentante degli studenti in Senato Accademico, la scarsa comunicazione dipende dall’Ufficio di Presidenza. “Ultimamente – afferma – non ci informano di nulla, anzi non rispondono nemmeno alle mail. Di conseguenza, noi rappresentanti non possiamo essere d’aiuto agli studenti”.
Un’altra questione scottante è la calendarizzazione degli esami. “Di solito, veniamo a conoscenza delle date d’esame a meno di un mese dalle prove – afferma Raffaele, studente di Culture Digitali – e non è giusto. Ormai, prima della fine dei corsi, ho l’abitudine di chiedere direttamente ai professori”. “Nell’ultimo Consiglio di Facoltà del mese di aprile, abbiamo proposto l’inserimento di tre sessioni l’anno, con tre appelli ognuna – dice Valerio Saggese, altro rappresentante studentesco – ma non è stata accettata per motivi organizzativi, o meglio per mancanza di personale docente. In ogni caso, abbiamo ottenuto una piccola conquista: le date d’esame, fissate a inizio giugno, sono state spostate alla metà del mese, in modo da avere un po’ di tempo in più da dedicare allo studio”.
A detta degli stessi studenti, sembra che, negli ultimi mesi, siano cambiati diversi docenti: attualmente, alla cattedra di Sociologia dei classici c’è il prof. Federico D’Agostino (al posto del prof. Oreste Ventrone), a Editoria il prof. Sergio Brancato, mentre il corso di Semiotica è tenuto dalla prof.ssa Linda De Feo. Il cambiamento dei docenti va di pari passo con la variazione dei programmi e l’acquisto di nuovi testi, e ciò non può che far crescere la tensione. A proposito di docenti, durante il nostro giro in Facoltà, ci imbattiamo in due studentesse che, fuori all’aula T7, attendono da più di un’ora l’arrivo del prof. Brancato. “Possibile che nessuno sappia dirci dove riceve? – dicono – La porta è chiusa a chiave, in portineria non sanno nulla e non vediamo neanche un avviso. Se solo il professore pubblicasse sul sito di Facoltà il suo indirizzo di posta, potremmo chiederglielo direttamente!”.
Maddalena Esposito
Un’altra questione scottante è la calendarizzazione degli esami. “Di solito, veniamo a conoscenza delle date d’esame a meno di un mese dalle prove – afferma Raffaele, studente di Culture Digitali – e non è giusto. Ormai, prima della fine dei corsi, ho l’abitudine di chiedere direttamente ai professori”. “Nell’ultimo Consiglio di Facoltà del mese di aprile, abbiamo proposto l’inserimento di tre sessioni l’anno, con tre appelli ognuna – dice Valerio Saggese, altro rappresentante studentesco – ma non è stata accettata per motivi organizzativi, o meglio per mancanza di personale docente. In ogni caso, abbiamo ottenuto una piccola conquista: le date d’esame, fissate a inizio giugno, sono state spostate alla metà del mese, in modo da avere un po’ di tempo in più da dedicare allo studio”.
A detta degli stessi studenti, sembra che, negli ultimi mesi, siano cambiati diversi docenti: attualmente, alla cattedra di Sociologia dei classici c’è il prof. Federico D’Agostino (al posto del prof. Oreste Ventrone), a Editoria il prof. Sergio Brancato, mentre il corso di Semiotica è tenuto dalla prof.ssa Linda De Feo. Il cambiamento dei docenti va di pari passo con la variazione dei programmi e l’acquisto di nuovi testi, e ciò non può che far crescere la tensione. A proposito di docenti, durante il nostro giro in Facoltà, ci imbattiamo in due studentesse che, fuori all’aula T7, attendono da più di un’ora l’arrivo del prof. Brancato. “Possibile che nessuno sappia dirci dove riceve? – dicono – La porta è chiusa a chiave, in portineria non sanno nulla e non vediamo neanche un avviso. Se solo il professore pubblicasse sul sito di Facoltà il suo indirizzo di posta, potremmo chiederglielo direttamente!”.
Maddalena Esposito