Il verde del Secondo Policlinico, strutture più moderne, nomi altisonanti nel campo scientifico. Pochi, semplici motivi che spingono gli studenti a preferire la Facoltà di Medicina della Federico II alla omonima della Seconda Università. Sebbene anche la sede di Cappella Cangiani debba fronteggiare una serie di problemi, tra cui principalmente la questione della carenza degli spazi.
Alfonso De Stefano è iscritto al sesto anno del CdL in Medicina ed è anche presidente del Consiglio degli Studenti di Facoltà. “Il vantaggio di studiare qui sta nel fatto che ogni reparto, laboratorio o altro è concentrato all’interno del Secondo Policlinico – afferma – Pertanto, a differenza dei nostri colleghi della Sun, non dobbiamo fare la spola da una parte all’altra della città”. Nel corso dei suoi sei anni di frequenza Alfonso ha potuto apprezzare la qualità della docenza. “Volendo elencare tutti i luminari di fama internazionale che insegnano da noi, non la si finirebbe più. Tra questi, il genetista Andrea Ballabio, lo scienziato Franco Salvatore, oncologi del calibro di Vecchio e Santoro, lo stesso neo eletto preside, Giovanni Persico, fine chirurgo”.
Peccato, però, per gli spazi destinati agli studenti, ancora deficitari. Tutti gli iscritti della Facoltà, siano essi di Medicina, Odontoiatria e Professioni sanitarie, condividono infatti le stesse strutture. “Spesso accade di fare a gara tra di noi per occupare un posto nelle aule studio o in biblioteca”, riferisce De Stefano. E aggiunge Giuliana Laino, al secondo anno di Odontoiatria: “D’inverno le aule sono gelide. La biblioteca, inoltre, chiude intorno all’una, costringendoci a spostarci altrove”.
Alfonso De Stefano è iscritto al sesto anno del CdL in Medicina ed è anche presidente del Consiglio degli Studenti di Facoltà. “Il vantaggio di studiare qui sta nel fatto che ogni reparto, laboratorio o altro è concentrato all’interno del Secondo Policlinico – afferma – Pertanto, a differenza dei nostri colleghi della Sun, non dobbiamo fare la spola da una parte all’altra della città”. Nel corso dei suoi sei anni di frequenza Alfonso ha potuto apprezzare la qualità della docenza. “Volendo elencare tutti i luminari di fama internazionale che insegnano da noi, non la si finirebbe più. Tra questi, il genetista Andrea Ballabio, lo scienziato Franco Salvatore, oncologi del calibro di Vecchio e Santoro, lo stesso neo eletto preside, Giovanni Persico, fine chirurgo”.
Peccato, però, per gli spazi destinati agli studenti, ancora deficitari. Tutti gli iscritti della Facoltà, siano essi di Medicina, Odontoiatria e Professioni sanitarie, condividono infatti le stesse strutture. “Spesso accade di fare a gara tra di noi per occupare un posto nelle aule studio o in biblioteca”, riferisce De Stefano. E aggiunge Giuliana Laino, al secondo anno di Odontoiatria: “D’inverno le aule sono gelide. La biblioteca, inoltre, chiude intorno all’una, costringendoci a spostarci altrove”.
Troppi al tirocinio
nei reparti
nei reparti
Ma c’è il risvolto della medaglia. “Chi resta a studiare al Policlinico – racconta De Stefano – tende a formare un gruppo, non solo di colleghi ma anche di amici. Ci si incoraggia a vicenda, con gli studenti più anziani che elargiscono consigli ai più giovani. Ci si ritrova tutti nell’edificio 20, l’ombelico del Policlinico, a volte anche di sabato e domenica, per poi andare a mangiare una pizza tutti insieme”. Di qui un suo consiglio alle matricole che verranno: “Vivete la Facoltà e non subitela. Per certi aspetti, ricorda un piccolo campus universitario americano, solo che noi non paghiamo le tasse esorbitanti degli studenti d’oltreoceano”.
Problemi di affollamento anche in reparto. “Al terzo anno si svolgono i tirocini. In genere veniamo assemblati in gruppi da venti studenti, troppi per cogliere le spiegazioni del docente quando siamo in reparto a fare visita ai pazienti”, sostiene De Stefano. Gli fa eco Giuliana Laino: “Sento spesso gli studenti degli anni superiori di Odontoiatria lamentarsi di svolgere poca pratica, nonostante la nostra sia una professione a forte vocazione pratica”.
Problemi di affollamento anche in reparto. “Al terzo anno si svolgono i tirocini. In genere veniamo assemblati in gruppi da venti studenti, troppi per cogliere le spiegazioni del docente quando siamo in reparto a fare visita ai pazienti”, sostiene De Stefano. Gli fa eco Giuliana Laino: “Sento spesso gli studenti degli anni superiori di Odontoiatria lamentarsi di svolgere poca pratica, nonostante la nostra sia una professione a forte vocazione pratica”.
Professioni sanitarie,
“didattica a
salsicciotto”
“didattica a
salsicciotto”
Difficoltà di natura diversa quelle che affliggono gli studenti delle Professioni sanitarie. Alessandro Pizzo è al terzo anno di Scienze infermieristiche ed è anche rappresentante degli studenti in Consiglio di Facoltà. “Questi corsi – spiega – sono ancora in fase di sviluppo. Capita così che ci siano Professioni ancora prive della guida dello studente, o che la didattica venga distribuita a salsicciotto”. “Il fatto è che – chiarisce Pizzo – le attività sono tante e troppo compresse: seguiamo tutti i giorni, la mattina il tirocinio e il pomeriggio in aula per le lezioni frontali, sino più o meno alle 17. Di tempo e forza per studiare ne resta poco”. “Per fortuna – aggiunge – i professori conoscono la situazione e sono molto comprensivi e disponibili nei nostri confronti”. Lo studente mette in guardia le prossime matricole: “Se decidete di iscrivervi ad una qualsiasi delle Professioni sanitarie, armatevi di tanta buona volontà perché sono corsi estremamente impegnativi. Di tanto in tanto, date uno sguardo al sito www.infermieristica.com, potreste trovare informazioni utili”.
A preoccupare Pizzo anche il post lauream. “Queste lauree triennali garantiscono un veloce inserimento lavorativo. Tuttavia, specializzarsi non nuoce. Credo, però, che andremo incontro a grosse difficoltà per la Specialistica, perché ci saranno pochi posti banditi ed un gran numero di laureati triennali e vecchi diplomati che proveranno ad accedervi”.
Seguire le lezioni, non arretrarsi negli studi, interagire con i docenti, i suggerimenti per chi intende scegliere i Corsi di questa Facoltà. “Con la speranza che venga presto approvato, al posto dell’attuale tutor-docente, il progetto del ‘senior-student’ – commenta Alfonso De Stefano – vale a dire un servizio di tutorato secondo cui lo studente più anziano farà da guida a quello più giovane durante tutti il corso di studi. Si eviterà, in questo modo, quella sorta di timore reverenziale dello studente nei confronti del professore, che ha portato ad un disinteresse generale per un servizio che, invece, è di profondo aiuto”.
Paola Mantovano
A preoccupare Pizzo anche il post lauream. “Queste lauree triennali garantiscono un veloce inserimento lavorativo. Tuttavia, specializzarsi non nuoce. Credo, però, che andremo incontro a grosse difficoltà per la Specialistica, perché ci saranno pochi posti banditi ed un gran numero di laureati triennali e vecchi diplomati che proveranno ad accedervi”.
Seguire le lezioni, non arretrarsi negli studi, interagire con i docenti, i suggerimenti per chi intende scegliere i Corsi di questa Facoltà. “Con la speranza che venga presto approvato, al posto dell’attuale tutor-docente, il progetto del ‘senior-student’ – commenta Alfonso De Stefano – vale a dire un servizio di tutorato secondo cui lo studente più anziano farà da guida a quello più giovane durante tutti il corso di studi. Si eviterà, in questo modo, quella sorta di timore reverenziale dello studente nei confronti del professore, che ha portato ad un disinteresse generale per un servizio che, invece, è di profondo aiuto”.
Paola Mantovano