“La medicina è una missione”

Un Corso di Laurea ben organizzato, strutture didattiche sufficienti, un buon numero di docenti in relazione agli iscritti ed un rapporto studenti/posti letto superiore a quanto previsto dalla normativa ministeriale. Insomma, un Corso – quello in Medicina – che funziona, ma che deve correggere un unico neo: la scarsa apertura sul territorio. A dirlo non siamo noi, né si autoincensa il suo Presidente, il prof. Guglielmo Borgia, ma a pensarla così è una commissione ad hoc di docenti provenienti da altri CdL in Medicina d’Italia, coinvolti in un progetto nazionale di scambio di visite reciproche (cosiddette “site visit”) per migliorare e uniformare le attività didattiche. 
Il CdL in Medicina dura cinque anni e mezzo. I primi due anni e mezzo sono dedicati alle materie biologiche. Un corso integrato di orientamento ed introduzione alle discipline biomediche, agli studi medici e alle scienze umane, un corso integrato di Chimica e Propedeutica biochimica, un altro di Fisica medica, uno di Statistica e Informatica medica, uno d’Inglese, gli esami del primo anno. Dalla fine del terzo gli studenti cominciano a studiare le discipline cliniche e, contestualmente, devono maturare 60 crediti attraverso le “attività didattiche professionalizzanti”, una sorta di tirocinio pre laurea, un modo, insomma, per coniugare la teoria con la pratica. “I ragazzi – spiega il prof. Borgia – vedono fare, ed imparano ad eseguire, la misurazione della pressione arteriosa, assistono ad una biopsia epatica, ecc. Per aiutarli, abbiamo anche elaborato un libretto (siamo tra le prime Facoltà in Italia ad averlo fatto) contenente un elenco completo di tutte le attività professionalizzanti”. Una volta laureati, per accedere all’esame di Stato bisogna seguire un altro tirocinio – che dura tre mesi – da svolgere un mese presso uno studio medico di Medicina generale, uno nel settore chirurgico, uno nell’ambito della Medicina interna.
Un servizio di tutorato ben avviato; una didattica multimediale all’avanguardia, sostenuta anche dalla recente attivazione del sistema di video-chirurgia didattica (che consente la video-proiezione degli interventi chirurgici nelle aule di lezione); un progetto Erasmus per lo scambio internazionale degli studenti che coinvolge circa il 20% degli iscritti; un Centro di consultazione psicologica per il sostegno degli studenti in difficoltà: sono questi gli altri punti di eccellenza segnalati nelle site visit. 
Borgia gongola. E dice: “il giudizio espresso di recente dalla commissione nazionale – dichiara – rispecchia effettivamente l’andamento del nostro corso. Un corso ben organizzato, anche grazie alla dedizione dei nostri docenti. D’altra parte, l’alto numero di studenti fuorisede avvalora questa tesi”. “Inoltre – aggiunge il professore – finalmente possiamo contare su di un unico ordinamento uguale per tutti i nostri iscritti, che ci facilita nell’apportare i correttivi ancora necessari”. Già, perché a parte le strutture da implementare, secondo Borgia (e i colleghi delle altre Facoltà italiane), “dobbiamo migliorare ancora la qualità della didattica, perfezionare il tirocinio pre laurea, soprattutto essere più presenti sul territorio”. Il Corso, infatti, dà poco spazio alla frequenza, durante gli anni passati all’università, negli studi medici di Medicina generale (per intenderci le Asl), a differenza di quanto accade nel panorama internazionale.   
Pazienza e tanta umanità, le caratteristiche per diventare un buon medico. “Non si può pensare di fare il dottore solo per soldi; la medicina è una missione. Per potersi iscrivere al CdL in Medicina, quindi, bisogna avere un requisito fondamentale: l’attitudine a fare il medico”, il parere di Borgia. Che è critico nei confronti della prova d’ammissione e di come è attualmente strutturata: “a che serve sapere un po’ di chimica, se poi non si è portati per gli studi medici? Credo che l’attuale quiz andrebbe integrato anche con un test psico-attitudinale, accompagnato da un test d’inglese”. 
La libera professione, la ricerca, l’insegnamento, l’impiego negli ospedali o nelle Asl, gli sbocchi occupazionali del laureato in Medicina. “Da questo punto di vista – afferma Guglielmo Borgia – stiano tranquilli gli studenti: da medico un posto di lavoro lo si trova sempre!”.
Paola Mantovano
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