Esami ancora lontani, clima spensierato tra le matricole

Tra gli studenti del primo anno il clima è spensierato e l’ansia degli esami ancora lontana. Al termine delle lezioni i ragazzi si fermano con piacere a chiacchierare sul prato adiacente all’edificio 20, e spesso pranzano e trascorrono il pomeriggio assieme. Hanno appena terminato la terza settimana di lezione – la prima è stata dedicata ad un’introduzione agli studi medici – e solo ora stanno riprendendosi da un’estate durissima: la tensione dell’esame di maturità, quella per il test di accesso all’università e poi la gioia di essere ammessi si intrecciano alla preoccupazione di intraprendere un nuovo percorso.
“Al test ero agitatissima – racconta Donatella – Il momento peggiore è stata l’attesa. Ci hanno fatto venire tre ore prima. E’ lì che abbiamo cominciato a fare conoscenza”. “Ho studiato e ho avuto fortuna. Le domande di cultura generale sono imprevedibili, non ci si può preparare – afferma Andrea Fusco, aggiudicatosi il secondo posto in graduatoria – Più della metà degli ammessi, viene come me dal liceo classico”. “Andrea è un geniaccio. Io sono arrivato 133o, un ottimo risultato considerando che ho studiato solo tre settimane – afferma fiero Giovanni Gaudino – Fino ad agosto pensavo di iscrivermi a Biologia o Scienze Biotecnologiche per poi fare il ricercatore, quando in biblioteca ho conosciuto per caso una professoressa di Chimica che mi ha consigliato di provare il test di Medicina. Mi ha subito convinto dicendomi che, visto che i posti per la ricerca sono pochi, nel caso in cui non riuscissi a percorrere questa strada, potrei comunque fare il medico”.
Promossi i prof.
La prima impressione che gli studenti hanno della Facoltà è senz’altro positiva, c’è una generale soddisfazione per la qualità dei docenti. “Il professore di Fisica Medica Alberto Colasanti è bravissimo. Con Statistica però credo sarà dura”, afferma Sergio. “Il problema è che la Statistica è più vicina alla filosofia che alla matematica – prende la parola Francesco S. – ‘Le cliniche’ sono correlate alla statistica perché aiuta a scegliere la terapia giusta”. “Le lezioni introduttive sono state un po’ ripetitive anche se la storia della medicina e il rapporto medico/paziente sono argomenti interessanti. La prima settimana è stata utile per attenuare l’impatto con i corsi”, afferma Ilaria. “Il professore di Chimica spiega molto bene. Racconta sotto forma di storie ciò che accade agli atomi quando incontrano altri atomi. Ci fa ridere e così è impossibile dimenticare”, aggiunge Genny. “Il premio per la simpatia va a Biagio il custode – afferma Paolo, cogliendo subito l’occasione per rivolgere una lamentela ad alcuni dei suoi colleghi – Io la mattina arrivo alle 7.30 e ci sono già uno o due studenti che hanno occupato tutti i posti davanti”. “Le aule a disposizione non sono il top – rileva Gabriele, sottolineando la carenza di supporti didattici adeguati – Mancano le tavolette reclinabili delle sedie. E’ strabiliante la perizia sistematica con cui le hanno divelte. L’incredibile è che non sono rotte, sono smontate con abilità”.
Quasi tutti i ragazzi sognano di dedicarsi alla ricerca: “Vorrei specializzarmi in Genetica medica perché è un campo avanzato di studi”, afferma Francesco S. “Io non escludo di fare il medico – ribatte Gabriele – Deve essere gratificante prendersi la responsabilità della vita di altre persone”.
Sulla possibilità di studiare un anno all’estero con il progetto Erasmus i pareri sono discordi: “Non fa per me, si perde un anno”, dichiara Corinna; “Sì, lo farò al 100%”, replica Donatella.
Solo due dei ragazzi intervistati hanno deciso di proseguire la professione paterna: “Non è vero che i figli dei medici sono avvantaggiati. – afferma Francesco S. – Mio padre è medico e mi aveva sconsigliato di iscrivermi. Per giunta lui a casa non parla mai dei suoi pazienti, dobbiamo come tutti cominciare a studiare da zero”.
Dopo pochi giorni di lezione gli studenti del I anno sembrano già affiatati: “Da noi si fa amicizia molto più facilmente che alla SUN: significa che siamo più estroversi o abbiamo più spazi per fermarci a chiacchierare – fa notare Francesco P. – A Caserta gli esami sono più facili, vi si iscrivono coloro che sono meno determinati”. “Non è vero – replica Giovanni – Tre mie amiche hanno provato il test lì pensando che fosse più semplice entrare e non sono state ammesse”. “Noi diciottenni non siamo molto responsabili – Giovanni interviene a giustificare i suoi coetanei – Metà degli ammessi ha già frequentato un anno da qualche altra parte, di solito Scienze Biotecnologiche o CTF. Segue con noi anche un trentacinquenne molto simpatico”.
Per il momento lo studio rimane un’incombenza che si può rinviare: “Non abbiamo ancora tutti i testi, sembra di dover ancora iniziare – afferma Paolo – Per scegliere i libri all’interno di una lista, stiamo chiedendo consiglio ai ragazzi del secondo anno. A meno che tra quelli previsti non vi sia un libro scritto dal professore del corso. I volumi più cari cerchiamo di fotocopiarli”.
Alcuni dei ragazzi hanno già iniziato a sfogliare i capitoli spiegati in classe: “Devo iniziare al più presto Chimica perché il programma è immenso. Altrimenti mi sveglierò un giorno di dicembre rendendomi conto di non aver ancora fatto niente”, è il buon proposito di Andrea mentre Giovanni inizierà con Statistica “perché è più complicato. Ma per adesso siamo ancora tutti in festa. Organizzeremo al più presto un mega-partitone di calcio”.
(Ma.Pi.)
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