Quale Corso di Laurea (CdL) scegliere tra tutti quelli attivati dalla Facoltà di Ingegneria per il prossimo anno accademico? Come orientarsi nel dedalo delle ingegnerie dai nomi altisonanti o simili tra loro? Cosa fanno gli ingegneri biomedici? Che differenza c’è tra Ingegneria Elettrica ed Ingegneria Elettronica? Quale percorso garantisce una migliore organizzazione didattica? Quale, invece, promette corsie preferenziali per l’accesso al mondo del lavoro? A queste e a molte altre domande provano a rispondere i Presidenti di ciascun Corso di Laurea della Facoltà, con le aspiranti matricole che possono contare anche sulle indicazioni ottenute attraverso i test di autovalutazione svoltisi il 1° settembre.
Quattro i settori (in gergo tecnico “classi di laurea”) in cui i CdL di Ingegneria sono raggruppati (“civile e ambientale”, “informazione”, “industriale”, “scienze dell’architettura e ingegneria edile”), ognuno dei quali individua le caratteristiche dominanti delle ingegnerie che vi fanno capo o, più semplicemente, la tipologia di lavoro che si andrà ad esercitare. Il settore, inoltre, identifica anche l’albo professionale di riferimento (junior o senior, a seconda se si è conseguito un titolo di laurea triennale o specialistico), albo che si è triplicato con l’avvento della riforma universitaria. Così suddivisi, ogni CdL ha riorganizzato la didattica del primo anno, i cui esami sono adesso in comune a tutti i corsi che afferiscono alla medesima classe di laurea. In questo modo, la matricola insoddisfatta o ancora indecisa potrà passare ad un altro corso della stessa classe, ottenendo il riconoscimento di tutti gli esami già sostenuti.
Inoltre, dal prossimo anno accademico l’esame del primo anno di Analisi I varrà nove crediti per tutti i CdL, a sottolineare l’importanza della matematica in una Facoltà come Ingegneria. Le lezioni, non a caso, cominceranno proprio col corso di Analisi I il 12 settembre.
Quanto agli sbocchi occupazionali, come regola generale si tenga presente che col titolo triennale in Ingegneria – quale che sia il CdL – si può essere solo di supporto ai progetti; occorre, invece, conseguire anche la Specialistica per assumere la responsabilità – e quindi firmare – un intero progetto di lavoro.
Quattro i settori (in gergo tecnico “classi di laurea”) in cui i CdL di Ingegneria sono raggruppati (“civile e ambientale”, “informazione”, “industriale”, “scienze dell’architettura e ingegneria edile”), ognuno dei quali individua le caratteristiche dominanti delle ingegnerie che vi fanno capo o, più semplicemente, la tipologia di lavoro che si andrà ad esercitare. Il settore, inoltre, identifica anche l’albo professionale di riferimento (junior o senior, a seconda se si è conseguito un titolo di laurea triennale o specialistico), albo che si è triplicato con l’avvento della riforma universitaria. Così suddivisi, ogni CdL ha riorganizzato la didattica del primo anno, i cui esami sono adesso in comune a tutti i corsi che afferiscono alla medesima classe di laurea. In questo modo, la matricola insoddisfatta o ancora indecisa potrà passare ad un altro corso della stessa classe, ottenendo il riconoscimento di tutti gli esami già sostenuti.
Inoltre, dal prossimo anno accademico l’esame del primo anno di Analisi I varrà nove crediti per tutti i CdL, a sottolineare l’importanza della matematica in una Facoltà come Ingegneria. Le lezioni, non a caso, cominceranno proprio col corso di Analisi I il 12 settembre.
Quanto agli sbocchi occupazionali, come regola generale si tenga presente che col titolo triennale in Ingegneria – quale che sia il CdL – si può essere solo di supporto ai progetti; occorre, invece, conseguire anche la Specialistica per assumere la responsabilità – e quindi firmare – un intero progetto di lavoro.