Passione, pazienza, costanza e tanta voglia di studiare: i requisiti fondamentali per riuscire, e bene, nella Facoltà di Ingegneria. A sostenerlo, gli studenti già iscritti, che elogiano la qualità della docenza ma criticano l’organizzazione e le strutture. Una laurea – quella in Ingegneria – che a detta di studenti e laureati della Facoltà ha ancora una sua forte valenza sul mercato del lavoro, a patto di abbandonare l’idea del “posto fisso” e “accontentarsi” inizialmente di forme contrattuali precarie.
Ingegneria si sceglie per passione. “L’ingegnere è colui che aguzza l’ingegno e sa risolvere i problemi”, dice Giannantonio Scotto di Vetta, al terzo anno di Ingegneria Informatica e rappresentante degli studenti in Consiglio d’Ateneo. Per il collega Luigi Napolitano, laureando del vecchio ordinamento in Ingegneria Gestionale e senatore accademico, “l’ingegnere rappresenta la summa dei saperi tecnologici”. Per laurearsi, però, “ci vogliono forti motivazioni ed una spiccata attitudine per le materie scientifiche”. Matematica, fisica, chimica: le basi dell’ingegneria sono racchiuse in queste tre discipline. Analisi, Geometria e Fisica, gli scogli da superare al primo anno, “perché si va molto avanti nel programma rispetto a quanto si è studiato a scuola”, afferma Giannantonio, secondo cui “la provenienza scolastica conta poco”.
Ingegneria si sceglie per passione. “L’ingegnere è colui che aguzza l’ingegno e sa risolvere i problemi”, dice Giannantonio Scotto di Vetta, al terzo anno di Ingegneria Informatica e rappresentante degli studenti in Consiglio d’Ateneo. Per il collega Luigi Napolitano, laureando del vecchio ordinamento in Ingegneria Gestionale e senatore accademico, “l’ingegnere rappresenta la summa dei saperi tecnologici”. Per laurearsi, però, “ci vogliono forti motivazioni ed una spiccata attitudine per le materie scientifiche”. Matematica, fisica, chimica: le basi dell’ingegneria sono racchiuse in queste tre discipline. Analisi, Geometria e Fisica, gli scogli da superare al primo anno, “perché si va molto avanti nel programma rispetto a quanto si è studiato a scuola”, afferma Giannantonio, secondo cui “la provenienza scolastica conta poco”.
Sacrifici
e rinunce
e rinunce
La riforma universitaria ha accelerato i ritmi di studio, ad Ingegneria già particolarmente frenetici. Inutile girarci intorno, “per arrivare al traguardo della laurea ci sono sacrifici e rinunce: oltre a studiare, non resta molto tempo da dedicare ad altro (amici, fidanzati, uscite serali)”, dichiara – secco – Napolitano. “Per questo ci vuole pazienza, regolarità nello studio, capacità di saper spaziare tra insegnamenti diversi”, commenta Giannantonio. Come dire, “l’ingegnere non vive, funziona”. L’importante, comunque, è non scoraggiarsi. “Nel mio CdL abbiamo cominciato in cento e alla fine del primo semestre siamo rimasti in sessanta – racconta Luigi Di Maio, matricola di Ingegneria Informatica – Il percorso è irto di difficoltà, ma bisogna stringere i denti e andare avanti. Si è bocciati ad un esame? Non importa, vuol dire che bisogna studiare di più”. E farlo con metodo. “Ripetere a voce alta serve a poco: per fissare bene i concetti, si devono svolgere gli esercizi. Più se ne fanno, meglio è”, parola di Luigi, maturità classica e al suo attivo già quattro esami.
Su un punto studenti e docenti concordano: seguire i corsi. “Ci sono professori che pretendono le dimostrazioni dei teoremi esattamente come li hanno spiegati a lezione”, asserisce la matricola Luigi. Un altro consiglio: “cercate un tutor, non quello predisposto dalla Facoltà, ma un collega più anziano che possa darvi le giuste dritte”, l’imbeccata di Giuseppe Odoroso, laureando in Ingegneria Edile e candidato, alle passate elezioni studentesche, come rappresentante in Consiglio d’Ateneo e al Cus. Che aggiunge: “andate ad assistere agli esami prima di sostenerli e frequentate il ricevimento dei docenti, perché spesso si pensa di aver compreso i concetti, invece si può scoprire di stare sulla strada sbagliata”. Occhio, inoltre, alle associazioni studentesche presenti in Facoltà. Domenico Caggiano, rappresentante degli studenti in Consiglio di Facoltà, fa parte di Ulisse: “tra le altre attività, ci occupiamo di orientamento alle matricole ed organizziamo gruppi di studio”.
Su un punto studenti e docenti concordano: seguire i corsi. “Ci sono professori che pretendono le dimostrazioni dei teoremi esattamente come li hanno spiegati a lezione”, asserisce la matricola Luigi. Un altro consiglio: “cercate un tutor, non quello predisposto dalla Facoltà, ma un collega più anziano che possa darvi le giuste dritte”, l’imbeccata di Giuseppe Odoroso, laureando in Ingegneria Edile e candidato, alle passate elezioni studentesche, come rappresentante in Consiglio d’Ateneo e al Cus. Che aggiunge: “andate ad assistere agli esami prima di sostenerli e frequentate il ricevimento dei docenti, perché spesso si pensa di aver compreso i concetti, invece si può scoprire di stare sulla strada sbagliata”. Occhio, inoltre, alle associazioni studentesche presenti in Facoltà. Domenico Caggiano, rappresentante degli studenti in Consiglio di Facoltà, fa parte di Ulisse: “tra le altre attività, ci occupiamo di orientamento alle matricole ed organizziamo gruppi di studio”.
Docenti di
spessore
spessore
Gli studenti decidono di iscriversi alla Facoltà del Federico II per la sua tradizione. “Abbiamo un’offerta formativa all’avanguardia – il parere di Luigi Napolitano – con una docenza di assoluto spessore”. Anche Giuseppe apprezza i docenti: “hanno profondo rispetto di noi e sono molto seri in seduta d’esame”. Non è della stessa opinione Mario, matricola di Ingegneria Elettronica: “alcuni professori spiegano in modo abbastanza complicato, senza tener conto che siamo appena arrivati all’università”. Tra i punti di eccellenza della Facoltà, Domenico cita il nuovo Preside, il prof. Edoardo Cosenza, in carica dal prossimo 1° novembre: “mostra molta passione nelle cose che fa e sembra ben disposto a mantenere un dialogo con gli studenti”.
Circa sedicimila iscritti spalmati su diciannove Corsi di Laurea (dal prossimo anno venti): una corazzata che mostra inevitabilmente qualche falla. Sia dal punto di vista didattico che strutturale. “L’organizzazione didattica è andata in panne – sbotta Giannantonio – I docenti non sono ancora riusciti ad articolare bene i percorsi del 3+2: trenta esami da sostenere in tre anni sono davvero troppi, a maggior ragione se le finestre d’esame contemplano poche date”.
Gli studenti, inoltre, lamentano una preparazione troppo teorica. Vorrebbero esercitarsi di più, ma mancano i laboratori. “Abbiamo bisogno di laboratori informatici – nota Giannantonio – Ebbene, in Facoltà ne abbiamo pochi. Senza parlare di altri che giacciono inutilizzati: per esempio, nel seminterrato di via Claudio c’è un sala informatizzata con una ventina di computer chiusa agli studenti da almeno quattro anni. Perché?”. Gli studenti di Ingegneria Aerospaziale fanno pratica nella galleria del vento. Meno fortunati i Civili. “In Facoltà – informa Giuseppe – esiste un laboratorio per le prove ufficiali sui materiali utilizzato più dalle imprese esterne che da noi”.
Difficoltà a parte, la laurea in Ingegneria resta un ottimo investimento. “Lavoro ce n’è, soprattutto al nord d’Italia e all’estero. Sono le forme contrattuali ad essere carenti, e quindi le retribuzioni”, chiosa Giannantonio. In Facoltà, però, manca un vero e proprio ufficio di placement, un raccordo tra laureati e mondo del lavoro, spesso affidato alla libera iniziativa del singolo docente. “Sono pochi i CdL che organizzano stage al terzo anno”, la denuncia di Giuseppe Odoroso. Tra questi, “prevalentemente i meccanici e i gestionali. Impasse assoluta, invece, nel settore civile”. A risolvere il problema ci sta pensando l’Assi, l’Associazione Studenti di Ingegneria di cui Luigi Napolitano è presidente: “stiamo elaborando un progetto pilota per facilitare l’inserimento dei neolaureati nel mercato del lavoro. Per il momento, sul nostro sito (www.assingegne ria.it) abbiamo già pubblicato un elenco di stage e tirocini”.
Circa sedicimila iscritti spalmati su diciannove Corsi di Laurea (dal prossimo anno venti): una corazzata che mostra inevitabilmente qualche falla. Sia dal punto di vista didattico che strutturale. “L’organizzazione didattica è andata in panne – sbotta Giannantonio – I docenti non sono ancora riusciti ad articolare bene i percorsi del 3+2: trenta esami da sostenere in tre anni sono davvero troppi, a maggior ragione se le finestre d’esame contemplano poche date”.
Gli studenti, inoltre, lamentano una preparazione troppo teorica. Vorrebbero esercitarsi di più, ma mancano i laboratori. “Abbiamo bisogno di laboratori informatici – nota Giannantonio – Ebbene, in Facoltà ne abbiamo pochi. Senza parlare di altri che giacciono inutilizzati: per esempio, nel seminterrato di via Claudio c’è un sala informatizzata con una ventina di computer chiusa agli studenti da almeno quattro anni. Perché?”. Gli studenti di Ingegneria Aerospaziale fanno pratica nella galleria del vento. Meno fortunati i Civili. “In Facoltà – informa Giuseppe – esiste un laboratorio per le prove ufficiali sui materiali utilizzato più dalle imprese esterne che da noi”.
Difficoltà a parte, la laurea in Ingegneria resta un ottimo investimento. “Lavoro ce n’è, soprattutto al nord d’Italia e all’estero. Sono le forme contrattuali ad essere carenti, e quindi le retribuzioni”, chiosa Giannantonio. In Facoltà, però, manca un vero e proprio ufficio di placement, un raccordo tra laureati e mondo del lavoro, spesso affidato alla libera iniziativa del singolo docente. “Sono pochi i CdL che organizzano stage al terzo anno”, la denuncia di Giuseppe Odoroso. Tra questi, “prevalentemente i meccanici e i gestionali. Impasse assoluta, invece, nel settore civile”. A risolvere il problema ci sta pensando l’Assi, l’Associazione Studenti di Ingegneria di cui Luigi Napolitano è presidente: “stiamo elaborando un progetto pilota per facilitare l’inserimento dei neolaureati nel mercato del lavoro. Per il momento, sul nostro sito (www.assingegne ria.it) abbiamo già pubblicato un elenco di stage e tirocini”.
I servizi igienici
dei “letamai”
dei “letamai”
Veniamo alle strutture. Piazzale Tecchio, via Claudio, il plesso di Agnano e Monte Sant’Angelo, le quattro sedi tra cui gli iscritti di Ingegneria si dividono. Senza troppo entusiasmo. Ai ragazzi, infatti, non piace spostarsi da un edificio all’altro. “Per arrivare da piazzale Tecchio a via Cinthia ci vuole troppo tempo: la strada è molto trafficata, non sempre passano i pullman, e quando ci sono, spesso sono affollati”, riporta Giannantonio. Due biblioteche, aule per la didattica e aule studio, dipartimenti, Segreteria studenti: il corredo di quello che una volta veniva chiamato “il triennio”, e cioè il palazzone di piazzale Tecchio. Malgrado sia il core della Facoltà, al vecchio triennio cominciano a scarseggiare le aule, molte delle quali sottoposte a lavori di ristrutturazione per adeguarle alle normative di sicurezza. A piazzale Tecchio si vivono anche problemi di tipo igienico. “I gabinetti sono letamai” la denuncia di Giuseppe. Sempre a piazzale Tecchio trova collocazione, a quanto pare ancora per poco, anche un centro fotocopie, da anni fruttuosamente utilizzato dagli studenti. “Quegli spazi servono per costruire alcune uscite di sicurezza – spiega Odoroso – La nuova Presidenza vorrebbe sostituire il centro con fotocopiatrici a schede dislocate nell’edificio di piazzale Tecchio”. La soluzione non piace agli studenti “perché in quel negozietto possiamo acquistare anche appunti di lezione sbobinati”. In ogni caso, “qualsiasi soluzione verrà adottata, bisognerà adoperare una politica di costi agevolati per gli studenti, perché 0,3 centesimi di euro per una fotocopia è tanto ed è la stessa cifra praticata dagli esercizi commerciali esterni”.
Grave, inoltre, l’allarme sicurezza. “Chiediamo che venga videosorvegliato il tratto di strada che va da via Claudio a piazzale Tecchio – esclama Fabio Fortino, laureando in Ingegneria Edile e rappresentante nel Consiglio del suo CdL – Sono anni che veniamo derubati di portafogli, telefonini, computer, ecc. dai ‘soliti noti’”. Il Commissariato di piazzale Tecchio conosce bene la situazione, ma mancano le denunce. Fortino segnala un altro disagio: “a causa dei lavori per la metropolitana, è diventato complicato attraversare la strada nella zona di piazzale Tecchio”. Il plesso di via Claudio (in gergo detto “il biennio”), comunque, sembra funzionare bene. “Ci sono aule capienti ed attrezzate con microfono, lavagna luminosa e videoproiettori, come pure spazi per gli studenti”, riferisce Mario.
Tra tutte le sedi citate, per la matricola Luigi è Agnano il fiore all’occhiello della Facoltà: “è un complesso funzionale, ci sono spazi per socializzare come giardino, bar ed aule studio”. Ad Agnano, inoltre, c’è anche una biblioteca panoramica. Nel complesso di via Cinthia gli studenti di Ingegneria condividono le strutture con i colleghi di Scienze e di Economia: anche a Monte Sant’Angelo, pertanto, ci sono problemi di sovraffollamento. Insomma, le aule non bastano più. “La Facoltà è congestionata – afferma Napolitano – Aspettiamo la razionalizzazione degli spazi che la presidenza ci ha promesso quando acquisiremo il plesso situato nella zona orientale di Napoli”.
Paola Mantovano
Grave, inoltre, l’allarme sicurezza. “Chiediamo che venga videosorvegliato il tratto di strada che va da via Claudio a piazzale Tecchio – esclama Fabio Fortino, laureando in Ingegneria Edile e rappresentante nel Consiglio del suo CdL – Sono anni che veniamo derubati di portafogli, telefonini, computer, ecc. dai ‘soliti noti’”. Il Commissariato di piazzale Tecchio conosce bene la situazione, ma mancano le denunce. Fortino segnala un altro disagio: “a causa dei lavori per la metropolitana, è diventato complicato attraversare la strada nella zona di piazzale Tecchio”. Il plesso di via Claudio (in gergo detto “il biennio”), comunque, sembra funzionare bene. “Ci sono aule capienti ed attrezzate con microfono, lavagna luminosa e videoproiettori, come pure spazi per gli studenti”, riferisce Mario.
Tra tutte le sedi citate, per la matricola Luigi è Agnano il fiore all’occhiello della Facoltà: “è un complesso funzionale, ci sono spazi per socializzare come giardino, bar ed aule studio”. Ad Agnano, inoltre, c’è anche una biblioteca panoramica. Nel complesso di via Cinthia gli studenti di Ingegneria condividono le strutture con i colleghi di Scienze e di Economia: anche a Monte Sant’Angelo, pertanto, ci sono problemi di sovraffollamento. Insomma, le aule non bastano più. “La Facoltà è congestionata – afferma Napolitano – Aspettiamo la razionalizzazione degli spazi che la presidenza ci ha promesso quando acquisiremo il plesso situato nella zona orientale di Napoli”.
Paola Mantovano