Duecento anni. Questa l’età della Facoltà di Ingegneria della Federico II. Duecento anni di storia, tradizione e cultura nel caleidoscopico mondo dell’ingegneria. Un prestigio che si coglie leggendo i nomi di aule, dipartimenti, biblioteche e busti intitolati ai vari Leopoldo Massimilla, Ferdinando Gasparini, Scipione Bobbio, Francesco Mazzoleni, Vincenzo Franciosi, Luigi Tocchetti, Umberto Nobile, Uldarigo Masoni ed altri ancora: i grandi padri alla cui scuola si sono formati filiere di ingegneri. Un lustro che ancora caratterizza la docenza dei diciannove (dal prossimo anno accademico venti) Corsi di Laurea attivati in Facoltà. “Ci distinguiamo per l’impegno dei nostri professori”, afferma – orgoglioso – il Preside Vincenzo Naso.
“Scegliete con la massima serenità e solamente la Facoltà che vi piace – ammonisce il docente – perché questi studi vanno presi alla stregua di un lavoro: c’è da impegnarsi minimo otto ore al giorno”. Passione e sbocchi occupazionali, gli elementi che dovrebbero condurre ad una scelta consapevole, secondo l’altro preside, Edoardo Cosenza, neo eletto alla guida della Facoltà e in carica dal prossimo 1° novembre. Preside giovane, 47 anni appena, studioso di fama, incarichi ministeriali, il prof. Cosenza rimarca: “per riuscire ad Ingegneria, bisogna avere chiare attitudini per le materie scientifiche. È un percorso duro, ma se c’è passione, si supera qualsiasi ostacolo”. E aggiunge: “se dovete soffrire, vuol dire che avete sbagliato Facoltà”.
Un esercito di circa sedicimila studenti, di cui tremiladiciassette immatricolati lo scorso anno, scelgono di diventare ingegneri.
Un successo legato in parte alla facilità con cui gli ingegneri trovano lavoro nel post lauream. Le aziende, infatti, cercano ingegneri; hanno bisogno della loro forma mentis per restare competitive. Piccole o grandi che siano. Nazionali o multinazionali che siano. “Non garantiamo lavoro – afferma il preside Naso – però le statistiche dicono che i nostri laureati di certo non sono sfavoriti rispetto ad altri”.
Parte del suo successo la Facoltà la deve anche all’offerta didattica, ricchissima, e alla qualità della docenza, di grande spessore. Ingegneria dell’Automazione, Biomedica, Chimica, Civile, Civile per lo sviluppo sostenibile, Edile, Edile-Architettura (l’unico a numero chiuso e a ciclo unico quinquennale), Elettrica, Elettronica, Gestionale della logistica e della produzione, Gestionale dei progetti e delle infrastrutture, Informatica, Informazione e della Comunicazione, Scienza e Ingegneria dei Materiali, Meccanica, Navale, Telecomunicazioni, i Corsi di Laurea triennale attivati; per ciascun percorso di primo livello, inoltre, esistono una o più Lauree Specialistiche. Tra le novità del prossimo anno, un ventesimo Corso triennale, il neonato in Ingegneria per la gestione dei sistemi di trasporto. “Questa laurea è la risposta alla domanda del mercato, che chiede professionisti capaci di gestire autostrade, interporti, porti, ferrovie, ecc.”, asserisce il prof. Naso.
Con oltre quattrocento matricole, Ingegneria Informatica e Ingegneria Gestionale della logistica e della produzione sono i CdL triennali più affollati.
La didattica, comunque, va riorganizzata. Lo dicono i docenti, lo pretendono gli studenti. La sperimentazione del 3+2 non ha sempre dato i frutti sperati. La Facoltà è orientata a ridurre il numero degli esami, accorpando alcune discipline ed aumentandone i crediti. Nel frattempo, uno studio più agevole è in programma a partire dal 2005/2006. Nessuno sbarramento, infatti, regolerà il passaggio da un anno di corso all’altro. “Abbiamo rafforzato il sistema delle propedeuticità. Spetterà poi allo studente valutare se iscriversi all’anno successivo o frequentare nuovamente lo stesso come ripetente. In ogni caso, resta sempre valida la formula del contratto, attraverso cui ciascuno studente può concordare un tempo più lungo per raggiungere l’obiettivo laurea”, riferisce il prof. Naso.
Le novità non finiscono qui. In base alla classe di laurea di appartenenza, i Corsi triennali avranno il primo anno in comune, vale a dire stessi esami per ciascun corso che afferisce alla medesima classe. “Una omogeneità dettata dalla necessità di agevolare le scelte degli studenti – spiegano i docenti – La matricola insoddisfatta del Corso cui si è iscritta potrà, infatti, passare ad altro della stessa classe, senza però alcun debito formativo”. In altre parole, le saranno convalidati tutti gli esami. Accantonati i precorsi di matematica, dal 12 settembre – data di inizio delle lezioni ad Ingegneria – tutte le matricole seguiranno un corso di Analisi. “L’obiettivo – chiosa Naso – è uniformare le basi di conoscenza della matematica dei nostri allievi”.
Tra le possibili innovazioni a medio termine, l’internazionalizzazione della Facoltà, pallino di Cosenza. I docenti sono concordi: un ingegnere che non sappia parlare inglese si pone, automaticamente, fuori dal mercato del lavoro. Peccato che ad Ingegneria si sostenga solamente una prova d’Inglese da tre crediti. “Una volta insediato – promette il neo preside – cercherò di coprire il 4% dei corsi tecnici con lezioni in lingua inglese. Considerate le tremila matricole e le blande risorse, è questo l’unico modo che abbiamo per spingere sulla strada della conoscenza di una lingua straniera”.
Dati i numeri attuali, ad Ingegneria si comincia a soffrire per la carenza di spazi. È opinione del Preside Naso che “chi lavora deve migliorare su tutto. Comunque, servono più servizi per gli studenti: il rapporto numerico studenti/docenti va ottimizzato, i laboratori vanno aumentati, la questione mensa va definitivamente risolta”. Per Cosenza vanno implementate le infrastrutture. “Abbiamo il più alto numero di matricole della Federico II – commenta – maggiore anche di quelle di Giurisprudenza. Va da sé che spazi e laboratori sono diventati insufficienti”. Non bastano più le quattro sedi della Facoltà (piazzale Tecchio, via Claudio, Monte Sant’Angelo, Agnano), “strutture che cerchiamo di migliorare, malgrado le difficoltà economiche – dice Naso – Contiamo perciò sulla costruzione della sede situata nella zona orientale di Napoli”. I tempi, però, sono lunghi. “Il progetto definitivo sarà pronto a fine anno, poi ci vorrà quello esecutivo e il piano di realizzazione”, chiosa Cosenza, che è anche delegato all’edilizia dal rettore Trombetti. 1° gennaio 2009, la data in cui “parte del plesso sarà costruita”.
Paola Mantovano
“Scegliete con la massima serenità e solamente la Facoltà che vi piace – ammonisce il docente – perché questi studi vanno presi alla stregua di un lavoro: c’è da impegnarsi minimo otto ore al giorno”. Passione e sbocchi occupazionali, gli elementi che dovrebbero condurre ad una scelta consapevole, secondo l’altro preside, Edoardo Cosenza, neo eletto alla guida della Facoltà e in carica dal prossimo 1° novembre. Preside giovane, 47 anni appena, studioso di fama, incarichi ministeriali, il prof. Cosenza rimarca: “per riuscire ad Ingegneria, bisogna avere chiare attitudini per le materie scientifiche. È un percorso duro, ma se c’è passione, si supera qualsiasi ostacolo”. E aggiunge: “se dovete soffrire, vuol dire che avete sbagliato Facoltà”.
Un esercito di circa sedicimila studenti, di cui tremiladiciassette immatricolati lo scorso anno, scelgono di diventare ingegneri.
Un successo legato in parte alla facilità con cui gli ingegneri trovano lavoro nel post lauream. Le aziende, infatti, cercano ingegneri; hanno bisogno della loro forma mentis per restare competitive. Piccole o grandi che siano. Nazionali o multinazionali che siano. “Non garantiamo lavoro – afferma il preside Naso – però le statistiche dicono che i nostri laureati di certo non sono sfavoriti rispetto ad altri”.
Parte del suo successo la Facoltà la deve anche all’offerta didattica, ricchissima, e alla qualità della docenza, di grande spessore. Ingegneria dell’Automazione, Biomedica, Chimica, Civile, Civile per lo sviluppo sostenibile, Edile, Edile-Architettura (l’unico a numero chiuso e a ciclo unico quinquennale), Elettrica, Elettronica, Gestionale della logistica e della produzione, Gestionale dei progetti e delle infrastrutture, Informatica, Informazione e della Comunicazione, Scienza e Ingegneria dei Materiali, Meccanica, Navale, Telecomunicazioni, i Corsi di Laurea triennale attivati; per ciascun percorso di primo livello, inoltre, esistono una o più Lauree Specialistiche. Tra le novità del prossimo anno, un ventesimo Corso triennale, il neonato in Ingegneria per la gestione dei sistemi di trasporto. “Questa laurea è la risposta alla domanda del mercato, che chiede professionisti capaci di gestire autostrade, interporti, porti, ferrovie, ecc.”, asserisce il prof. Naso.
Con oltre quattrocento matricole, Ingegneria Informatica e Ingegneria Gestionale della logistica e della produzione sono i CdL triennali più affollati.
La didattica, comunque, va riorganizzata. Lo dicono i docenti, lo pretendono gli studenti. La sperimentazione del 3+2 non ha sempre dato i frutti sperati. La Facoltà è orientata a ridurre il numero degli esami, accorpando alcune discipline ed aumentandone i crediti. Nel frattempo, uno studio più agevole è in programma a partire dal 2005/2006. Nessuno sbarramento, infatti, regolerà il passaggio da un anno di corso all’altro. “Abbiamo rafforzato il sistema delle propedeuticità. Spetterà poi allo studente valutare se iscriversi all’anno successivo o frequentare nuovamente lo stesso come ripetente. In ogni caso, resta sempre valida la formula del contratto, attraverso cui ciascuno studente può concordare un tempo più lungo per raggiungere l’obiettivo laurea”, riferisce il prof. Naso.
Le novità non finiscono qui. In base alla classe di laurea di appartenenza, i Corsi triennali avranno il primo anno in comune, vale a dire stessi esami per ciascun corso che afferisce alla medesima classe. “Una omogeneità dettata dalla necessità di agevolare le scelte degli studenti – spiegano i docenti – La matricola insoddisfatta del Corso cui si è iscritta potrà, infatti, passare ad altro della stessa classe, senza però alcun debito formativo”. In altre parole, le saranno convalidati tutti gli esami. Accantonati i precorsi di matematica, dal 12 settembre – data di inizio delle lezioni ad Ingegneria – tutte le matricole seguiranno un corso di Analisi. “L’obiettivo – chiosa Naso – è uniformare le basi di conoscenza della matematica dei nostri allievi”.
Tra le possibili innovazioni a medio termine, l’internazionalizzazione della Facoltà, pallino di Cosenza. I docenti sono concordi: un ingegnere che non sappia parlare inglese si pone, automaticamente, fuori dal mercato del lavoro. Peccato che ad Ingegneria si sostenga solamente una prova d’Inglese da tre crediti. “Una volta insediato – promette il neo preside – cercherò di coprire il 4% dei corsi tecnici con lezioni in lingua inglese. Considerate le tremila matricole e le blande risorse, è questo l’unico modo che abbiamo per spingere sulla strada della conoscenza di una lingua straniera”.
Dati i numeri attuali, ad Ingegneria si comincia a soffrire per la carenza di spazi. È opinione del Preside Naso che “chi lavora deve migliorare su tutto. Comunque, servono più servizi per gli studenti: il rapporto numerico studenti/docenti va ottimizzato, i laboratori vanno aumentati, la questione mensa va definitivamente risolta”. Per Cosenza vanno implementate le infrastrutture. “Abbiamo il più alto numero di matricole della Federico II – commenta – maggiore anche di quelle di Giurisprudenza. Va da sé che spazi e laboratori sono diventati insufficienti”. Non bastano più le quattro sedi della Facoltà (piazzale Tecchio, via Claudio, Monte Sant’Angelo, Agnano), “strutture che cerchiamo di migliorare, malgrado le difficoltà economiche – dice Naso – Contiamo perciò sulla costruzione della sede situata nella zona orientale di Napoli”. I tempi, però, sono lunghi. “Il progetto definitivo sarà pronto a fine anno, poi ci vorrà quello esecutivo e il piano di realizzazione”, chiosa Cosenza, che è anche delegato all’edilizia dal rettore Trombetti. 1° gennaio 2009, la data in cui “parte del plesso sarà costruita”.
Paola Mantovano