I giudizi degli studenti sulla qualità dei corsi e sul gradimento dei docenti raccolti dal Nucleo di Valutazione sulla didattica dell’Ateneo, vanno resi pubblici. L’invito viene dal professor Carlo Di Lauro, ordinario di Chimica Fisica presso la Facoltà di Farmacia, in una lettera inoltrata al Rettore Tessitore. Il docente, nel rendere noto il contenuto della missiva al Preside, ai Presidenti di Corso di Laurea ed ai rappresentanti degli studenti della sua Facoltà, specifica “ritengo che il giudizio degli studenti sia quello che meglio riflette le reali qualità dei docenti, e debba perciò essere portato a conoscenza di tutti coloro che, eventualmente chiamati ad esprimere un giudizio sugli stessi, vogliano farlo in maniera corretta e trasparente. Credo infatti che un maggiore rigore morale sia indispensabile per arrestare il degrado della nostra Facoltà, rilevabile dal giudizio globale degli studenti, da me condiviso, nonostante le ostentazioni di megalomania non infrequenti nel nostro corpo docente”.
Scrive il professore nella lettera al Rettore: “apprendo ora che l’accesso a detti giudizi è riservato solo ai Presidi di Facoltà, ai Presidenti dei Consigli di Corso di Laurea e ad alcuni ‘delegati’. Non so se ciò avvenga a norma di regolamento o per prassi arbitraria, ma è in ogni caso un’abnormità vergognosa che trasforma un mezzo di controllo trasparente dalla base in un ulteriore possibile strumento di prevaricazione da parte dei vertici accademici”. Il docente esorta a rendere pubblici i risultati “per irrinunziabili esigenze di moralità”. La diffusione dei dati costringerebbe “i docenti a prestare maggiore attenzione ai loro doveri didattici e scientifici”; rappresenterebbe, inoltre, “uno strumento onesto per mitigare le pretese di docenti poco dotati, e forse potrebbe anche scoraggiare giovani dotati solo di protezioni e meriti natali dall’intraprendere la carriera di docente universitario. Ancora, per il prof. Di Lauro, sarebbe opportuno, che gli studenti potessero anche “pronunziarsi sullo svolgimento degli esami, soprattutto per quanto riguarda l’equanimità delle valutazioni”.
L’iniziativa del docente trova appoggi da parte studentesca.
Scrive il professore nella lettera al Rettore: “apprendo ora che l’accesso a detti giudizi è riservato solo ai Presidi di Facoltà, ai Presidenti dei Consigli di Corso di Laurea e ad alcuni ‘delegati’. Non so se ciò avvenga a norma di regolamento o per prassi arbitraria, ma è in ogni caso un’abnormità vergognosa che trasforma un mezzo di controllo trasparente dalla base in un ulteriore possibile strumento di prevaricazione da parte dei vertici accademici”. Il docente esorta a rendere pubblici i risultati “per irrinunziabili esigenze di moralità”. La diffusione dei dati costringerebbe “i docenti a prestare maggiore attenzione ai loro doveri didattici e scientifici”; rappresenterebbe, inoltre, “uno strumento onesto per mitigare le pretese di docenti poco dotati, e forse potrebbe anche scoraggiare giovani dotati solo di protezioni e meriti natali dall’intraprendere la carriera di docente universitario. Ancora, per il prof. Di Lauro, sarebbe opportuno, che gli studenti potessero anche “pronunziarsi sullo svolgimento degli esami, soprattutto per quanto riguarda l’equanimità delle valutazioni”.
L’iniziativa del docente trova appoggi da parte studentesca.