Un’indagine per monitorare i risultati degli studenti iscritti al primo anno di Economia Aziendale e determinare quali elementi condizionano maggiormente la carriera dei ragazzi. L’ha condotta una Commissione composta dai professori Rosalba Filosa Martone, Ugo Marani, Paolo Calvosa, Walter Giordano che ha analizzato i dati delle coorti di studenti iscritte al Corso di Laurea tra gli anni accademici 2001/2002 e 2007/2008. L’analisi rileva che il 30% circa degli studenti iscritti al Corso di Laurea non sostiene esami nell’anno di iscrizione, un dato penalizzante per la valutazione nazionale della Facoltà, soprattutto per quanto riguarda la sua ‘produttività’, determinata in base a cinque sub-indicatori: la percentuale di studenti che passa dal primo al secondo anno, l’indice di regolarità degli studenti iscritti alle lauree triennali, il tasso di iscritti in corso, il tasso di laureati triennali, il tasso di laureati in corso. L’indagine mostra alcune tendenze generali. La percentuale di studenti che al primo anno sostiene almeno un esame nel corso del tempo è cresciuta passando dal 66,6% al 72%. Economia Aziendale ed Informatica sono tra gli insegnamenti che più di tutti rilevano una crescita. In lieve flessione appare Diritto Privato, mentre crolla, passando dal 20,9% all’8,9%, Microeconomia. “L’idea che ci siamo fatti è che gli studenti in realtà affrontino male alcuni insegnamenti, tra cui quello di Microeconomia. Se non riescono a sostenere alcun esame al primo semestre, trascurano il resto per recuperare almeno questi entro l’estate”, spiega la prof.ssa Filosa Martone. Ad eccezione di Economia Aziendale, in crescita costante in tutto l’intervallo di tempo considerato, gli altri insegnamenti mostrano comunque degli andamenti oscillanti con fluttuazioni in genere contenute, tranne alcuni casi puntuali. Storia Economica, ad esempio, dal 2002 al 2003 è passato dall’81,2% al 64,7% per risalire l’anno successivo all’84,4%. Quando si potranno incrociare questi dati con quelli relativi agli affidamenti e al numero di cattedre di ciascun insegnamento, sarà possibile comprendere a pieno le cause di questi andamenti. Ovviamente i risultati del primo anno condizionano il cammino degli studenti, con una conseguente ‘mortalità’ degli studenti in corso. Gli insegnamenti più critici paiono essere Macroeconomia, Lingua Inglese, Diritto Pubblico e Diritto Commerciale, mentre mantengono livelli abbastanza stabili gli insegnamenti di Economia Aziendale e l’area Statistica nel suo complesso. La metà circa degli studenti fuori corso, nell’anno accademico 2008/2009, è ancora in debito di cinque insegnamenti fondamentali: Diritto Tributario I, Diritto Commerciale I, Politica Economica o Scienze delle Finanze, Macroeconomia e Inglese con la relativa filiera di propedeuticità. Nel complesso, solo un numero esiguo di ragazzi si laurea nei tempi previsti: nel 2002 l’8,1% del totale (vecchi quadriennali), la metà nel 2006. Per porre rimedio a questo stato di cose, la Commissione ha elaborato una serie di proposte. In primo luogo, riorganizzare la didattica del primo anno e ridurre il divario numerico tra docenti e studenti. “Perché confrontando i dati con quelli di altri atenei, emerge quanto la numerosità degli studenti influisca sul rendimento. Uno studente che a lezione non comprende un argomento è praticamente solo”, commenta ancora la professoressa. Altri suggerimenti, corsi preparatori comuni per individuare ed eventualmente rimuovere lacune di base, un coordinamento di docenti del I e del II anno per stabilire criteri valutativi e organizzazione delle attività nell’arco dei semestri. Tutoraggi istituzionali, disponibilità in rete delle risposte alle domande più frequenti e dei compiti del passato con il relativo svolgimento ed infine incrementare l’e-learning attraverso la messa in rete sulla piattaforma Federica degli insegnamenti di base. “In prima battuta ci basterebbe guardare quello che hanno fatto gli altri e prendere esempio”, conclude la docente.