Il 77% dei laureati di primo livello prosegue gli studi

I dati occupazionali sono stati presentati dal direttore del Consorzio Alma Laurea Andrea Cammelli, relativi alla formazione universitaria italiana ed ai suoi sbocchi reali. L’indagine coinvolge sessantaquattro Atenei (manca il Politecnico di Milano), 12mila laureati triennali e quasi 9mila laureati Specialistici e Magistrali. “Dalla documentazione, i riscontri non sono del tutto negativi. Oggi in Italia il 75 per cento delle persone che si laurea porta a casa il titolo per la prima volta e la maggior parte di quelli che completano l’iter 3+2 può permettersi di studiare. Gli altri vanno a lavorare”, dice il direttore che svela un aspetto molto interessante sulla popolazione studentesca nazionale, in via di profonda trasformazione. Negli ultimi quindici anni, la popolazione di diciannovenni è calata del 38 per cento ma ogni anno ci sono almeno tre milioni di laureati, oltre i trentacinque anni, che rientrano in formazione. Più del 75 per cento degli iscritti segue con regolarità le lezioni, mentre aumentano le esperienze all’estero, soprattutto durante i primi tre anni, e cresce il numero dei tirocini. In aumento anche la soddisfazione nei confronti della Facoltà manifestata dall’81% dei laureati in Ingegneria. Il 77% quasi dei laureati di primo livello prosegue, le donne in percentuale maggiore rispetto agli uomini, al Sud questa tendenza è più forte. È sempre più diffuso, fra gli ingegneri, il dottorato di ricerca e sono sempre di più le persone che affiancano al percorso di studio un’attività lavorativa. Nonostante quella in Ingegneria si confermi una laurea forte, il lavoro stabile è scarsissimo. “Nella percezione dei laureati, l’efficacia della laurea è molto sentita, ma dobbiamo investire di più nella formazione su tre livelli ed in ricerca e sviluppo, dal momento che siamo al fondo scala dei paesi OCSE”, commenta Cammelli che offre una riflessione importante: “Per anni si è detto che l’università era allo sfascio, ma i dati devono essere governati altrimenti si rischia di interpretarli male. Se le famiglie sono bombardate di informazioni errate, in molti saranno tentati da lasciar stare”. A maggio, il consorzio Alma Laurea presenterà in Ateneo i dati del XIV Rapporto sull’Università in Italia.
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