Il Collettivo e l’Adisu

Dopo l’ennesima occupazione dei locali dell’Adisu e l’affollato pranzo sociale di marzo organizzato nel cortile di Palazzo Giusso, il Collettivo de L’Orientale continua la sua battaglia per la riapertura della mensa, chiusa da luglio per infiltrazioni d’acqua. E lo fa indagando sulla questione dei ticket fantasma, sulla nomina del tecnico che dovrà curare i lavori di ristrutturazione, sulla condizione dei lavoratori della mensa, ancora in  numero troppo esiguo per garantire lo svolgimento di un servizio efficiente. Azione che svolge grazie al permesso concessogli dal Consiglio di Amministrazione di partecipare a tutte le riunioni del consesso che abbia, tra i punti all’ordine del giorno, la questione mensa. E sempre in tema di diritto allo studio, i ragazzi del Collettivo sollevano un altro caso: perché affidare la gestione della nuova aula multimediale ubicata nei locali Adisu di via Marina ad una società privata, per giunta senza bandire alcuna gara? Come si garantiscono così i criteri di economicità cui dovrebbe essere improntata l’Azienda?
L’ultima incursione negli uffici dell’Adisu aveva allarmato gli studenti. Secondo loro, i documenti dell’Azienda riportavano un numero di ticket pranzo erogati in misura maggiore rispetto a quelli realmente utilizzati in quest’anno accademico. Immediata la smentita del presidente Adisu, Luigi Serra, che parlava di stime ufficiose. “Su invito di Serra, tornati nei locali dell’Azienda a visionare la documentazione ufficiale, non abbiamo riscontrato alcuna anomalia: i conti sembrano in ordine, nel senso che non risultano distribuiti tagliandi nei giorni di occupazione della mensa, né ci sono cifre gonfiate per il numero dei pasti del sabato. Il dubbio, però, resta: perché questa discrepanza così netta tra i due documenti?”. 
Agli occhi vigili del Collettivo non sfugge nemmeno la questione della nomina (di competenza del CdiA dell’Adisu) del “Rup”, il responsabile unico del progetto di ristrutturazione dei locali mensa da cui dipende l’avvio dell’iter burocratico dei lavori. “Nel CdiA del 30 marzo – fanno sapere i ragazzi – abbiamo chiesto che il tecnico sia di nomina regionale, perché un privato costerebbe molto di più e avrebbe maggiori margini di manovra”. In particolare, il timore (secondo gli studenti, fondato) è che i lavori possano essere nuovamente affidati “allo stesso architetto che, anni fa, assunse il medesimo incarico, malamente svolto viste le attuali infiltrazioni d’acqua che affliggono i locali mensa”. La nomina dovrebbe avvenire nel prossimo Consiglio, fissato a fine aprile. C’è poi un’altra faccenda su cui il Collettivo punta il dito. Da tempo e da più parti si sostiene che il vero motivo della reiterata chiusura della mensa sia legato alla mancanza di personale e non a ragioni di ordine strutturale. In principio, racconta la storia, la mensa contava oltre 50 dipendenti; oggi poco meno di venti unità. “Siamo sicuri che, una volta ristrutturata, la mensa riuscirà a lavorare in modo efficiente?”, si chiedono studenti e lavoratori. 
Infine, la vicenda dell’aula multimediale allestita nei locali Adisu di via Marina, pronta per l’uso ma ancora alla ricerca di qualcuno che si occupi della sua amministrazione. “Per puro caso – svelano gli studenti – abbiamo scoperto che la gestione dovrebbe essere assegnata alla società privata Promos, presieduta da un docente de L’Orientale, il prof. Pietro Rostirolla. Lo scandalo è che non c’è traccia di alcuna gara di appalto per questa commessa, il cui valore si aggira intorno ai 200mila euro annui. Ancora una volta, dunque, l’Adisu agisce senza tener conto dei criteri di economicità cui dovrebbe, per sua stessa natura, ispirarsi”. Se l’operazione dovesse andare in porto, “avremmo l’ulteriore conferma che la riforma sta privatizzando l’intera università, con i docenti in prima linea a difendere i propri interessi economici e non certo quelli didattici”. Dal canto suo, la rappresentanza studentesca che fa capo a Orientale 05 ha espressamente invitato l’ultimo CdiA de L’Orientale a deliberare sul celere utilizzo dell’aula. “Il Consiglio, nel sottolineare che non può interferire con le decisioni dell’Adisu, ha preso atto della nostra proposta che suggerisce di aumentare il numero dei part-time studenteschi e destinarli alla gestione dell’aula. Ha quindi dato mandato al Rettore di trasferire l’istanza agli organi di competenza”, riferiscono i consiglieri Paolo Panaccione e Gaetano Cervone.
- Advertisement -




Articoli Correlati