Il modulo di Informatica, che integra l’insegnamento di Fisica, ostico per molti studenti

Si chiama Informatica il tallone d’Achille delle matricole di Biotecnologie per la salute. È quanto emerge dalle considerazioni degli studenti che, il primo marzo, alla vigilia dell’inizio del secondo semestre, hanno affrontato la prova orale di Fisica applicata dovendo fare i conti con il risultato, spesso basso, raggiunto al modulo di Principi di informatica. “Con la prof.ssa Montesi – una delle docenti di Fisica – ho avuto 27, perché partivo dal 24 di Informatica”, dice Lorenza, che non nasconde un pizzico di rammarico. Stesso discorso per una sua collega omonima che ha sostenuto la prova di Fisica con il prof. Raffaele Velotta: “il docente è stato buonissimo con tutti, confermando un atteggiamento tenuto anche al corso. Ti chiede le dimostrazioni, ma se non ci arrivi subito cerca di indirizzarti verso la soluzione. Ho preso 29, voto che è il risultato del 30 in Fisica e del 25 in Informatica”. Testa già al secondo semestre: “da domani – 2 marzo – siamo di nuovo qua. In merito alla prima parte dell’anno, sono soddisfatta per come sono stati distribuiti gli appelli e le prove intercorso. Credo comunque di aver vissuto lo studio con troppa ansia. Adesso vorrei pianificare tutto meglio per poter stare più tranquilla”. Si è presentata all’orale con un buon vantaggio Sara Pezzella: “ho superato tutte le prove intercorso di Fisica. Partivo da 28”. Eppure, dopo un colloquio durato una decina di minuti, ha portato a casa “27, perché il docente ha dovuto fare media con il 25 di Informatica, una materia nuova che forse abbiamo preso tutti noi un po’ sottogamba”. Dal primo semestre porterà con sé un insegnamento: “devo studiare di più e, soprattutto, devo lavorare tutti i giorni per non arretrarmi nulla. Inoltre, credo che affronterò diversamente le prove intercorso. Le ho sottovalutate, invece possono dare una grossa mano”. Dall’aula 1.7 è uscita con un volto carico di entusiasmo Claudia: “è andata benissimo, non mi aspettavo questo 26, visto che partivo da un 22 accettato al modulo di Informatica. Non sono mai andata benissimo in Fisica, è una materia che odio e che non capisco bene. Sono stata fortunata perché il professore mi ha chiesto argomenti che avevo approfondito”. La giovane studentessa, che potrebbe presto salutare via De Amicis per inseguire “il sogno Medicina”, guarda con positività il lavoro svolto fin qui da biotecnologa: “sicuramente questa esperienza mi ha aiutato molto a capire il metodo di studio universitario, completamente diverso da quello liceale. Qui ho conosciuto tante persone e ho avuto modo di apprezzare una struttura bellissima”. Tornando a Fisica, voce fuori dal coro è quella di Angelo Ragozzino: “non ho avuto alcuna difficoltà con Informatica. Abbiamo affrontato una prova intercorso che consisteva in un progetto da sviluppare a casa. Poi, a seguire, uno scritto con domande abbastanza semplici, e un orale. Alla fine ho accettato un 25”. Più arduo, per lui, il cammino con Fisica: “ho superato la prima prova intercorso con un ‘appena sufficiente’, il minimo per passare, e la seconda con 21,6. Oggi la prof.ssa Montesi si è concentrata soprattutto sulle lacune che ho mostrato agli scritti, ma in maniera molto tranquilla. Mi ha chiesto il flusso del campo magnetico, di cui non conoscevo la definizione, qualcosa sull’energia dinamica e sulla carrucola. Poi mi ha fatto svolgere qualche esercizio. Insomma, è stato fattibile. L’ho passato con 23”. Fisica è un ricordo lontano per Claudio, che ha conquistato un 26 qualche settimana prima dell’ultimo appello. La sua presenza in via De Amicis è per un’altra prova, quella di Chimica, affrontata un po’ per caso, perché “non credevo di passare gli scritti. Comunque partivo da un voto molto basso”. Che si è rivelato insufficiente per superare l’orale: “la mia preparazione non era adeguata. Ne ero consapevole, visto che nelle scorse settimane mi sono concentrato esclusivamente sull’orale di Fisica”. Sul secondo semestre che è alle porte: “bisogna impegnarsi di più, studiando un capitolo per volta per non ridursi a dover capire libri interi in poco tempo”. È andata decisamente meglio con l’orale di Chimica a Vincenzo: “partivo da 27. A mio avviso lo scritto è stato semplice perché abbiamo avuto modo di esercitarci sulle prove dell’anno scorso. Oggi sono arrivato al 30. La professoressa Romanelli mi ha messo a mio agio. L’orale è durato una ventina di minuti. All’inizio sembrava più difficile, poi man mano mi sono tranquillizzato”. Dal primo semestre ha acquisito una consapevolezza: “se non si è preparati, è inutile tentare l’esame, perché nessuno ti regala niente. Lo studio serio è fondamentale”. 
Ciro Baldini
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