“È il primo anno in cui è stata organizzata un’attività didattica nell’ambito delle discipline egittologiche”, racconta la prof.ssa Ilaria Incordino, docente di Egittologia per Civiltà Antiche e Archeologia: Oriente e Occidente (a L’Orientale è attivata l’unica cattedra campana di Egittologia) e responsabile del viaggio studio che si è svolto dall’8 al 18 marzo dal Nord al Sud dell’Egitto. Coinvolti 23 studenti dei Corsi di Laurea Triennale e Magistrale di Archeologia del Dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare i principali siti archeologici e collezioni museali del Paese al fine di “confutare con l’osservazione diretta le competenze acquisite a lezione” durante i corsi di Egittologia alla Triennale e di Archeologia e Storia dell’Arte egiziana antica alla Magistrale, impartito quest’ultimo dalla prof.ssa Rosanna Pirelli. Come si sa, “l’Egitto ha vissuto dal 2011 una serie di problematiche legate ai cambiamenti politici che hanno reso difficoltosa la possibilità di viaggio per turismo e per missioni archeologiche”. Da quando la situazione si è stabilizzata “abbiamo ripreso le attività di scavo, già qualche anno fa, e pensato di offrire agli studenti la possibilità materiale di vedere da vicino ciò che studiano sui libri e fornire un assaggio del futuro lavoro che andranno ad intraprendere”. Un viaggio impegnativo durato 10 giorni, progettato secondo un itinerario ricco di approfondimenti storico-geografici ed excursus “attraverso una panoramica sul patrimonio dei beni culturali dal punto di vista architettonico, archeologico ed artistico”. Nonché un’immersione totale nella vita odierna del Paese, “grazie a una guida locale che ci ha permesso di vivere e sperimentare in prima persona l’esperienza in una realtà sociale così diversa dalla nostra”. Un input necessario allo studente, anche per “consentirgli di comprendere se il percorso di studi intrapreso può essere coltivato nell’ottica di una futura professione nel campo della ricognizione topografica o archeologica”. Un Paese immenso, antico e moderno al tempo stesso, che non smette di affascinare. La domanda più reiterata nel tempo: “come hanno fatto gli antichi Egizi a costruire le piramidi? Ebbene, stupirà ancora oggi, recandosi in questo territorio con un clima così caldo, l’organizzazione che il popolo egiziano ha conservato nei secoli”. D’altronde, studiare la storia delle civiltà antiche aiuta anche ad “afferrare aspetti della vita quotidiana e riscoprire il piacere delle piccole cose, lontano dal mondo in affanno per il possesso di oggetti materiali”. Basti pensare al rapporto tra gli antichi e la natura, “legato al ciclo delle stagioni o al fiume in piena, elementi dai quali dipendeva la sopravvivenza di una comunità. E riflettere oggi sul modo in cui la nostra civiltà sia completamente avulsa dal contesto territoriale”. Non bisogna pensare all’Antico Egitto solo come alla civiltà vissuta 3000 anni fa e “dedita al culto dei morti e delle tradizioni funerarie, perché in queste si celano le basi di una letteratura, di una filosofia e di insegnamenti impressi già nelle testimonianze archeologiche e di un inno alla vita che emerge oggi nella gioia del popolo egiziano”. Tesori inestimabili che presentano elementi di modernità in nuce. “Scene di vita quotidiana nei bassorilievi delle tombe, poesie d’amore che elogiano l’eleganza della figura femminile, tracce di donne faraoniche a cui sono state attribuite onorificenze militari”. Un mosaico ricco di inedite scoperte di cui si è voluto offrire una carrellata, seguendo però un programma diverso dalla classica organizzazione turistica del tour, partendo – dopo un viaggio in aereo da Roma al Cairo – dall’Antico Regno con “una visita alla Piana di Giza per arrivare nella necropoli di Dahshur e Saqqara e constatare così anche l’evoluzione della struttura piramidale e le differenze tra i complessi funerari”, anche in virtù di concezioni architettoniche influenzate dalla compresenza di civiltà e religioni diverse. Costituisce una prova esemplare di quest’ibridazione nel Nuovo Regno il tempio faraonico di Luxor (antica Tebe), sulla riva orientale del Nilo, all’interno della cui struttura “convivono un santuario romano con abside di Amon e la moschea di Abu al-Hajjaj”, visitata insieme al Tempio di Karnak, al Museo di Luxor e al Museo della Mummificazione, per poi risalire il fiume verso Nord per recarsi ad Alessandria. Città nella quale “l’età antica della storia egiziana si fonde con la tradizione greco-romana, di cui sono esempi il Teatro romano, le catacombe e il Museo greco-romano”. Non bisogna, però, dimenticare che in Campania anche al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è stata inaugurata e riallestita due anni fa la sezione Egizia, tra le più antiche d’Europa, nata prima di quelle del Louvre e dell’Egizio di Torino, e che la città stessa conserva traccia dei luoghi egiziani, a partire dalla Piazzetta Nilo, nei pressi della sede di Palazzo Corigliano, e della vicina Benevento, al Museo d’Arte Contemporanea del Sannio. L’obiettivo è, infatti, “canalizzare i tirocini formativi verso queste strutture, sia per lo studio dei reperti che per la produzione di schede d’archivio e cataloghi aggiornati inclusi nella documentazione museale o l’organizzazione di allestimenti per la promozione e valorizzazione del patrimonio regionale”, per avere una formazione a 360 gradi nel settore archeologico che “associ insieme alla teoria delle discipline linguistiche, filologiche, geografiche e antropologiche le competenze applicative proprie della metodologia di scavo e impiego delle nuove tecnologie, come il laser scanner e i GIS”. In questa direzione, da tenere d’occhio le molteplici attività organizzate dal CISA – Centro Interdipartimentale di Servizi di Archeologia, tra cui di recente “una Summer School sui materiali per la possibilità di specializzazione in ceramologia”. Che si occupi della classicità o dell’orientalistica, l’archeologo è “una professione che affonda le radici nel passato, aperta a tante specializzazioni e prospettive professionali nel presente, per portare alla luce la bellezza dell’antico nel mondo di oggi”.
Sabrina Sabatino
Sabrina Sabatino







