Il Rettore d’Alessandro al vertice della Crui

Con la nomina del prof. Gaetano Manfredi a Ministro dell’Università del governo Conte bis la presidenza della Crui (Conferenza dei Rettori italiani), che era affidata proprio a Manfredi, è passata ad un altro Rettore campano, che svolgeva nel medesimo organismo il ruolo di Vicepresidente. È il prof. Lucio d’Alessandro, al vertice del Suor Orsola Benincasa. “È il primo caso nel quale una Università non statale, sia pure per tempo breve – immagino un mese e mezzo circa – gestisce la Crui. Onora la mia persona, la mia Università e quelle non statali”, commenta il Rettore. Cosa accadrà nella Crui trascorso questo periodo? “Ci saranno nuove elezioni e si sceglierà un nuovo Presidente. La tradizione vuole che alla Presidenza ci sia il Rettore di una Università statale. D’altronde nella Crui queste ultime sono una settantina su ottantacinque ed hanno a cuore il tema del fondo di finanziamento ordinario, che è uno degli argomenti più importanti che si discutono nella Conferenza dei Rettori. Io tornerò a svolgere il ruolo di Vicepresidente”. I Rettori di due Atenei campani oggi sono ai vertici del mondo universitario. La Federico II esprime il Ministro, il Suor Orsola la presidenza della Crui. Una coincidenza o significa qualcosa secondo lei? “In parte è una casualità, in parte è la prova della capacità delle università meridionali di lavorare nel contesto nazionale riscuotendo fiducia. Peraltro la presidenza della Crui di Manfredi era stata anche il frutto di un bel lavoro di squadra, delle sinergie che gli Atenei campani erano stati capaci di porre in campo”. Il precedente Ministro, Fioramonti, si è dimesso perché ha ritenuto che la Finanziaria destinasse risorse assolutamente inadeguate alla ricerca ed all’Università. Come presidente della Crui spera in un cambio di passo con il prof. Manfredi Ministro? “La Conferenza dei Rettori aveva già inviato un documento alla Presidenza della Repubblica quando si è acclarato il senso di una Finanziaria avara di risorse. In esso abbiamo individuato una serie di problemi di natura finanziaria rispetto alla ricerca ed ai giovani ricercatori. È un tema serio perché il Paese cresce per mentalità e competitività solo se i giovani ricercatori entrano nel sistema. Siamo molto impegnati su questo fronte ed il Ministro, quando ha accettato questo ruolo, ha chiarito che è una sua priorità, pur nella consapevolezza che il problema risorse riguarda anche altri ambiti”. Come valuta lo spacchettamento tra Scuola ed Università e l’assegnazione di questi ambiti a due Ministeri diversi? “Molto positivamente. Sono favorevole allo spacchettamento perché il tema scuola è talmente predominante dal punto di vista numerico che ha finito per distrarre, specie negli ultimi anni, i Ministri dal tema universitario. Concentrarsi su questi temi è utile. C’è poi un altro aspetto molto positivo di inizio mandato del prof. Manfredi. Dovrebbe esserci – ma aspettiamo il decreto per la certezza – una nuova direzione generale sulla internazionalizzazione. È stata una battaglia di Manfredi come Presidente della Crui. Se davvero si farà, sarà un suo successo”. Il senatore Grassi, docente universitario, ha abbandonato i 5Stelle in polemica – ha sostenuto – con l’istituzione di una nuova Agenzia di valutazione della ricerca. Un’Anvur 2 la quale – dice Grassi – appesantirà ulteriormente la burocrazia e penalizzerà ancora di più gli Atenei meridionali. Lei condivide le preoccupazioni di Grassi? “Non conosco questa vicenda sufficientemente per dare una risposta. Quel che posso dire, piuttosto, è che in presenza di una situazione difficile va fatto un grande sforzo per usare le risorse che ci sono. Le Università sono soggetti capaci di progettare e programmare. Quando le risorse – parliamo di fondi europei – sono date alle università, queste ultime hanno sempre realizzato i progetti. Va fatto uno sforzo per comprendere se risorse non utilizzate a fondo, specie al Sud, possano essere recuperate ed assegnate a progetti specifici che riguardino il mondo della ricerca”.
Fabrizio Geremicca
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