Informatica riduce del 30 per cento il carico didattico

“Vorrei dare notizia di una interessante iniziativa di coinvolgimento degli studenti che ha effettuato il professor Luciano Vicari, nell’ambito del modulo di Fisica I del Diploma in Ingegneria Informatica ed automatica. Consiste nella redazione di un insieme coordinato di tesine svolte dagli studenti, che dimostra come una didattica intelligente possa raggiungere risultati soddisfacenti anche in tempi stretti e con allievi normali”. E’ iniziato con questa annotazione del Presidente Carlo Savy il Consiglio di Corso di Laurea (C.C.L.) in Ingegneria Informatica svoltosi a fine aprile. “Prego i componenti del CCL di verificare e completare gli indirizzi di posta elettronica, al fine di consentire un rapido scambio di informazioni con i componenti del corso di laurea”, ha aggiunto. Quindi ha affrontato quello che forse era l’argomento principale in discussione: ”ritengo opportuni, indipendentemente dalle decisioni relative al Manifesto degli Studi, che si svolgano immediatamente tutte le azioni che consentano di ridurre del 30% il carico didattico. Questo al fine di ridurre i tempi occorrenti al conseguimento della laurea”. Poi si è rivolto ai colleghi: “vi chiedo di inviarmi una scheda descrittiva del corso che tenete ed una proposta di riduzione del carico didattico del 30%”. Savy ha poi introdotto la discussione sul Manifesto degli Studi 2000/2001: “il Consiglio è chiamato a decidere se nel prossimo anno accademico intende mantenerlo invariato, oppure vuole avviare una ristrutturazione dei curricula, anticipando al secondo anno di corso alcune delle materie caratterizzanti ed al terzo anno alcune delle discipline professionalizzanti, così come prevede la riforma universitaria del 3+2”. A questo punto è stata letta una lettera inviata dal professor Bruno Fadini, assente, il quale si è dichiarato contrario ad ogni ipotesi di riforma curriculare, senza che prima siano stati definiti gli obiettivi ed i percorsi formativi delle varie tipologie di laurea. E’ intervenuto il professor Francesco Garofalo, il quale fa anche parte della Giunta di presidenza: “la ristrutturazione da discutere non è quella legata al 3+2, in mancanza di riferimenti normativi. Si può discutere soltanto una parziale modifica, che però avrebbe il vantaggio di rendere meno traumatico il successivo passaggio al 3+2. La modificazione parziale consentirebbe anche di camminare  in sintonia con gli altri corsi di laurea di Informazione, che già hanno iniziato a muoversi in questa direzione. Questo premetterebbe di dare corso alle prossime immatricolazioni al settore Informazione e non più ai singoli corsi di laurea che ne fanno parte. Inoltre offrirebbe la possibilità di costituire con gli altri corsi di laurea un Comitato di coordinamento per la gestione delle questioni in comune e del corso di decongestionamento in Telecomunicazioni 2”. Netta contrarietà a modificare i curricula nel 2000/2001 è stata espressa dal professor Giuseppe Ambrosino, il quale ha motivato in un articolato intervento la sua opinione. “Allo stato attuale sono state effettuate proposte di riorganizzazione dei curricula solo nel senso di 3+2. Dati i tempi ristretti a disposizione, sembra difficile che per il 2000/2001 si possa arrivare ad una proposta di tipo diverso. D’altro canto, le proposte di riorganizzazione attualmente in discussione nel settore Informazione si muovono tutte nella direzione di un primo triennio fortemente professionalizzante, laddove in molte altre facoltà di Ingegneria si sta valutando la possibilità di affiancare ai curricula professionalizzanti almeno un curriculum di tipo generale, che dovrebbe conferire una più solida preparazione fisico –matematica ed ingegneristica di base. Sarebbe un curriculum che si propone come valida alternativa per gli studenti i quali, sin dall’inizio degli studi, fossero orientati ad una prosecuzione, dopo il titolo di primo livello. Poiché una modifica immediata e non meditata nella direzione professionalizzante renderebbe difficile un recupero in una direzione diversa, mi dichiaro contrario a modificare i curricula nel 2000/2001”. Posizione analoga è stata sostenuta dal professor Luciano Vicari: “il quadro normativo è ancora incerto, gli obiettivi formativi non sono chiari e dal punto di vista organizzativo (nuovo impegno dei docenti, disponibilità delle aule, orari) siamo ancora impreparati”. A questo punto è intervenuto il professor Vincenzo Ferone: “condivido l’opinione dei colleghi circa l’inopportunità di un immediato avvio della riforma. Ritengo, però, che il prossimo anno accademico potrebbe essere utilizzato per varare una sostanziale riforma dei programmi e della didattica. Lo scopo è quello di arrivare ad una riduzione di circa il 30% del carico didattico”. Al Consiglio è intervenuto anche Antonio Maria Rinaldi, rappresentante degli studenti. Ecco la sua opinione: “indipendentemente dai contenuti di una eventuale riforma dei curricula, è importante che siano specificati completamente i percorsi di studio sui cinque anni ed i programmi degli insegnamenti”. Contro la riforma dei curricula a partire dall’anno accademico 2000/2001 si sono pronunciati anche i professori Giorgio Ventre, Pasquale Chiacchio, Giovanni Lupò e Lucio Sansone. Il professor Garofalo, però, non si è dato per vinto: “sono in disaccordo con il generale orientamento dei presenti. Si potrebbe almeno formare una commissione con il compito di presentare una proposta di riforma”. La sua mozione è stata approvata con un solo contrario e qualche astenuto.
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