“Occorre un’idea imprenditoriale che tenga conto delle esigenze dei consumatori. Ma anche passione, determinazione, entusiasmo. E ricordate: le idee non si comprano”. A parlare è il Direttore generale di Ig Campania Sergio Tanga. Ancora “chiunque può presentare idee, nel senso che l’idea deve corrispondere ad esigenze reali non soddisfatte, ad un bisogno inevaso. Cioè: un’idea che ha un mercato potenziale. E l’idea non deve per forza essere geniale. In tredici anni di attività di Ig, su oltre 4 mila progetti finanzianti, le idee veramente innovative non sono state più di quattro o cinque”.
E’ giovedì 6 aprile, Aula Piovani a Lettere, dove Ateneapoli in collaborazione con la Facoltà e il Preside, ha organizzato un incontro sul tema “Imprenditorialità Giovanile, nuove opportunità per la Facoltà umanistiche”, un ‘tour’ cominciato a Sociologia il 22 aprile.
Ha aperto i lavori il Preside di Lettere e Filosofia, Antonio Vincenzo Nazzaro. Un video ha fatto da sfondo ai lavori, svoltosi nell’affollata Piovani. Scorrono le immagini di Patrizia, Nicoletta, Sebastiano, Carmela, Antonietta, Giuseppe, Fabio: ragazzi che con l’Ig hanno realizzato il loro sogno. Ragazzi del sud (Campania, Sicilia, Abruzzo, Calabria) con la voglia di arrivare lontano. Hanno raccontato la loro esperienza, ripresa dalle telecamere, con quell’entusiasmo che invoglia a provarci; “a mettersi in gara”, per dirla con le parole del filmato.
“E’ sempre una grande emozione rivedere questo video -afferma Sergio Tanga- Ogni volta è la stessa emozione. Sono ragazzi che sono usciti fuori dalla disoccupazione. Possono contare sul proprio lavoro e sul loro impegno. Noi della Ig abbiamo concesso il prestito d’onore, tutto il resto lo hanno fatto i ragazzi, innanzitutto credendo nelle proprie capacità e nel progetto presentato”. Ed ecco le prime regole che Tanga illustra per poter rientrare nella rosa dei fortunati. “Avere un’idea e spenderla al meglio, senza ricorrere a persone poco correte che sono disposte ad incassare cifre da capogiro pur di illudervi con false promesse. Non occorre un’idea geniale per essere chiamati a seguire il corso di formazione, ma un progetto valido, come quelli dei vostri colleghi che avete visto nel filmato”. Occhio ai furbi, dunque. “Evitate di spendere soldi a vuoto e per ogni dubbio rivolgetevi presso il nostro sportello più vicino”. Se prima venivano respinte il 30% delle domande, adesso il tetto si è abbassato all’8%. “Questo non perché le idee sono migliori, ma solamente perché il procedimento di accompagnamento della pratica non presenta vizi di forma”. Intanto le leggi che regolano l’Ig sono diventate cinque: dal classico prestito d’onore alla 44 e la 236, che riguardano rispettivamente il settore turistico e la tutela dell’ambiente, come la fruizione di beni culturali. Si valuta la possibilità di istituire piccole strutture turistiche, piccoli alberghi nei centri storici, dove c’è una maggiore recettività, rispetto alla periferia. La 236 comprende un finanziamento massimo fino ad un miliardo, la 44 fino a cinque miliardi. La copertura finanziaria varia a secondo delle zone di provenienza del Mezzogiorno più disagiate. Ed il mutuo agevolato oscilla intorno al 40% per i centri poveri. Sia la 44 che la 236 richiedono corsi di formazione: master della durata dai tre ai sei mesi. Il procedimento per ottenere il finanziamento, che viene erogato dalla Banca Popolare di Bergamo, unica banca che ha accettato di coprire i rischi, funziona in questo modo. “Una volta valutata l’impresa -continua il dottor Tanga- si mettono a confronto tutte le variabili interne ed esterne che possono incidere negativamente sulla riuscita dell’iniziativa imprenditoriale. Capire di quali attrezzature ci sia bisogno, quali siano le infrastrutture da inserire nel sito scelto per l’insediamento produttivo. Fare, cioè, l’analisi costi benefici in modo da evitare brutte sorprese”. Questo il compito che spetta all’Ig. Dal canto suo il giovane che fa richiesta deve presentare un programma dettagliato, con il piano d’impresa dove mettere in luce il relativo bacino di utenza ed il potenziale di clienti. Le due nuove leggi riguardano l’agricoltura. Il finanziamento -fino a due miliardi- si può chiedere quando, ad uno dei genitori impegnati in un’azienda agricola, subentra il figlio ed intende rimodernare, con meccanismi nuovi, l’intera struttura. Ultimissima la legge sulle microimprese dove il finanziamento può arrivare ad un massimo di cinquecento milioni. “Chiunque può presentare un progetto, senza versare una lire-chiarisce Tanga.-Ciò che conta è avere una forte passione, una grande costanza e spirito imprenditoriale. E ricordate: le idee non si comprano”. Ambizioso lo scopo che si è prefissata l’Ig: arrivare alla fine del Duemila con oltre duemila nuovi lavoratori autonomi (prestiti d’onore attivati). Un traguardo che non è difficile da realizzare.
Nel dibattito interviene la professoressa Gioia Maria Rispoli, docente di Letteratura greca, che si è soffermata sulle possibilità che ha il laureato in Lettere di trovare uno sbocco occupazionale che non sia esclusivamente l’insegnamento. “La nostra Facoltà –attraverso anche il Consorzio Arpa- da qualche tempo si sta movendo in questa direzione, valutando tutte le occasioni che si presentano e indirizzando i giovani verso nuove prospettive. Ci sono fondi europei e statali che facilitano l’inserimento per chi propone una propria iniziativa (beni culturali, multimedialità). Una sinergia tra più enti per intravedere canali di sbocchi”. Molte le offerte che interessano il settore dei beni culturali, ma occorre acquisire quelle competenze scientifiche attraverso master, specializzazioni. “Alcuni corsi sono stati organizzati dalla Federico II interfacoltà per dare il massimo agli studenti. In più, come Università-continua la professoressa Rispoli-siamo presenti nel progetto Agenda 2000 della Regione Campania per poter usufruire dei finanziamenti europei”. Dello stesso avviso è il professor Gennaro Luongo, referente del progetto PorTa per la Facoltà di Lettere. “Cari ragazzi – ha detto- lo sbocco dell’insegnamento è sempre più difficile e prevede tempi lunghi. Per questo dobbiamo attivare forme di addestramento prima della laurea”. E quindi stage, tirocini attraverso convenzioni con enti pubblici e privati. Sbocchi possibili – anche attraverso la formula cooperativa-: beni culturali, turismo, scavi archeologici, musei, guide turistiche.
E’ giovedì 6 aprile, Aula Piovani a Lettere, dove Ateneapoli in collaborazione con la Facoltà e il Preside, ha organizzato un incontro sul tema “Imprenditorialità Giovanile, nuove opportunità per la Facoltà umanistiche”, un ‘tour’ cominciato a Sociologia il 22 aprile.
Ha aperto i lavori il Preside di Lettere e Filosofia, Antonio Vincenzo Nazzaro. Un video ha fatto da sfondo ai lavori, svoltosi nell’affollata Piovani. Scorrono le immagini di Patrizia, Nicoletta, Sebastiano, Carmela, Antonietta, Giuseppe, Fabio: ragazzi che con l’Ig hanno realizzato il loro sogno. Ragazzi del sud (Campania, Sicilia, Abruzzo, Calabria) con la voglia di arrivare lontano. Hanno raccontato la loro esperienza, ripresa dalle telecamere, con quell’entusiasmo che invoglia a provarci; “a mettersi in gara”, per dirla con le parole del filmato.
“E’ sempre una grande emozione rivedere questo video -afferma Sergio Tanga- Ogni volta è la stessa emozione. Sono ragazzi che sono usciti fuori dalla disoccupazione. Possono contare sul proprio lavoro e sul loro impegno. Noi della Ig abbiamo concesso il prestito d’onore, tutto il resto lo hanno fatto i ragazzi, innanzitutto credendo nelle proprie capacità e nel progetto presentato”. Ed ecco le prime regole che Tanga illustra per poter rientrare nella rosa dei fortunati. “Avere un’idea e spenderla al meglio, senza ricorrere a persone poco correte che sono disposte ad incassare cifre da capogiro pur di illudervi con false promesse. Non occorre un’idea geniale per essere chiamati a seguire il corso di formazione, ma un progetto valido, come quelli dei vostri colleghi che avete visto nel filmato”. Occhio ai furbi, dunque. “Evitate di spendere soldi a vuoto e per ogni dubbio rivolgetevi presso il nostro sportello più vicino”. Se prima venivano respinte il 30% delle domande, adesso il tetto si è abbassato all’8%. “Questo non perché le idee sono migliori, ma solamente perché il procedimento di accompagnamento della pratica non presenta vizi di forma”. Intanto le leggi che regolano l’Ig sono diventate cinque: dal classico prestito d’onore alla 44 e la 236, che riguardano rispettivamente il settore turistico e la tutela dell’ambiente, come la fruizione di beni culturali. Si valuta la possibilità di istituire piccole strutture turistiche, piccoli alberghi nei centri storici, dove c’è una maggiore recettività, rispetto alla periferia. La 236 comprende un finanziamento massimo fino ad un miliardo, la 44 fino a cinque miliardi. La copertura finanziaria varia a secondo delle zone di provenienza del Mezzogiorno più disagiate. Ed il mutuo agevolato oscilla intorno al 40% per i centri poveri. Sia la 44 che la 236 richiedono corsi di formazione: master della durata dai tre ai sei mesi. Il procedimento per ottenere il finanziamento, che viene erogato dalla Banca Popolare di Bergamo, unica banca che ha accettato di coprire i rischi, funziona in questo modo. “Una volta valutata l’impresa -continua il dottor Tanga- si mettono a confronto tutte le variabili interne ed esterne che possono incidere negativamente sulla riuscita dell’iniziativa imprenditoriale. Capire di quali attrezzature ci sia bisogno, quali siano le infrastrutture da inserire nel sito scelto per l’insediamento produttivo. Fare, cioè, l’analisi costi benefici in modo da evitare brutte sorprese”. Questo il compito che spetta all’Ig. Dal canto suo il giovane che fa richiesta deve presentare un programma dettagliato, con il piano d’impresa dove mettere in luce il relativo bacino di utenza ed il potenziale di clienti. Le due nuove leggi riguardano l’agricoltura. Il finanziamento -fino a due miliardi- si può chiedere quando, ad uno dei genitori impegnati in un’azienda agricola, subentra il figlio ed intende rimodernare, con meccanismi nuovi, l’intera struttura. Ultimissima la legge sulle microimprese dove il finanziamento può arrivare ad un massimo di cinquecento milioni. “Chiunque può presentare un progetto, senza versare una lire-chiarisce Tanga.-Ciò che conta è avere una forte passione, una grande costanza e spirito imprenditoriale. E ricordate: le idee non si comprano”. Ambizioso lo scopo che si è prefissata l’Ig: arrivare alla fine del Duemila con oltre duemila nuovi lavoratori autonomi (prestiti d’onore attivati). Un traguardo che non è difficile da realizzare.
Nel dibattito interviene la professoressa Gioia Maria Rispoli, docente di Letteratura greca, che si è soffermata sulle possibilità che ha il laureato in Lettere di trovare uno sbocco occupazionale che non sia esclusivamente l’insegnamento. “La nostra Facoltà –attraverso anche il Consorzio Arpa- da qualche tempo si sta movendo in questa direzione, valutando tutte le occasioni che si presentano e indirizzando i giovani verso nuove prospettive. Ci sono fondi europei e statali che facilitano l’inserimento per chi propone una propria iniziativa (beni culturali, multimedialità). Una sinergia tra più enti per intravedere canali di sbocchi”. Molte le offerte che interessano il settore dei beni culturali, ma occorre acquisire quelle competenze scientifiche attraverso master, specializzazioni. “Alcuni corsi sono stati organizzati dalla Federico II interfacoltà per dare il massimo agli studenti. In più, come Università-continua la professoressa Rispoli-siamo presenti nel progetto Agenda 2000 della Regione Campania per poter usufruire dei finanziamenti europei”. Dello stesso avviso è il professor Gennaro Luongo, referente del progetto PorTa per la Facoltà di Lettere. “Cari ragazzi – ha detto- lo sbocco dell’insegnamento è sempre più difficile e prevede tempi lunghi. Per questo dobbiamo attivare forme di addestramento prima della laurea”. E quindi stage, tirocini attraverso convenzioni con enti pubblici e privati. Sbocchi possibili – anche attraverso la formula cooperativa-: beni culturali, turismo, scavi archeologici, musei, guide turistiche.
Elviro Di Meo