L’esperienza in Cina di Antonio e Giuseppe

Antonio Cuocolo e Giuseppe Camerlingo sono i primi due studenti dell’Università Parthenope ad aver trascorso un periodo di studi in Cina, presso la Dianzi University, nella città di Hangzhou, grazie agli accordi stipulati nel 2007 tra la provincia dello Zhejiang, dove si trova l’Università, e la Regione Campania, e portati poi avanti grazie anche alla volontà del prof.           Francesco Maglioccola, docente di Ingegneria. Abbiamo sentito i ragazzi, entrambi studenti di Ingegneria delle Telecomunicazioni, entusiasti dei quattro mesi, da ottobre a febbraio di quest’anno, passati in Cina. “Siamo stati accolti benissimo – afferma Antonio, 29 anni, napoletano – c’era un ufficio stranieri al quale ci si poteva rivolgere per qualsiasi informazione o problematica, i cui responsabili si sono sempre dimostrati disponibili: ci hanno aiutato a trovare casa, ci hanno accompagnato in agenzia e hanno persino letto e tradotto il contratto per noi”. Parliamo della vita universitaria. Com’erano strutturate le vostre giornate? “Seguivamo le lezioni tutti i giorni dalle 8 alle 16:30, comprese due ore di pausa pranzo. Al termine dei corsi è possibile continuare a vivere il campus praticando sport (solo per il calcio ci sono tre campi). L’Università ci ha fornito persino i libri per prepararci agli esami, e che poi abbiamo restituito”. Secondo Giuseppe, 28 anni, “gli studenti cinesi sono seguiti in maniera assidua dai docenti. Questi ultimi, tra l’altro, hanno un’età media che va dai 35 ai 40 anni. Si studia in concomitanza con i corsi e, in definitiva, l’esame diventa solo una conferma di ciò che è stato fatto”. I ragazzi parlano di questo periodo come se avessero vissuto “in un mondo perfetto”. “Anche la città di Hangzhou è molto sicura e vivibile”. Racconta Antonio: “Per festeggiare il Capodanno, ci siamo spostati ad Hong Kong. E’ stato proprio lì, in occasione di un pranzo, che mi sono reso conto di quanto mi fossi integrato, quando al tavolo dov’ero seduto non c’era neppure un italiano, ma mi sentivo completamente a mio agio. A dire il vero, sto pensando di ritornare in Cina, dopo aver conseguito la laurea, visto che sono rimasto in contatto con docenti e amici”. Anche per Giuseppe, “un’esperienza voluta fortemente”. “Mi ha formato molto – dice – e ha arricchito anche il curriculum vitae”. Insomma, nessun problema durante il soggiorno cinese? “Il cibo, senza dubbio – affermano entrambi gli studenti – Ci è mancata molto la cucina italiana!”. 
 
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