89 voti su 91 votanti. È stato scelto con decisione l’erede del prof. Tommaso Russo alla direzione del Dipartimento di Medicina molecolare e Biotecnologie mediche (DMMBM) per il prossimo triennio. Si tratta della prof.ssa Franca Esposito, che al DMMBM (“la mia casa, la mia famiglia”), insegna Biochimica. Classe ’55, la prof.ssa Esposito ha già coordinato il Corso di Laurea in Tecniche di laboratorio biomedico. Riconfermare l’eccellenza del Dipartimento e aprire sempre di più le porte ai giovani, i progetti ambiziosi per il futuro.
Professoressa Esposito, un commento post elezione.
“C’è grande emozione ed entusiasmo, soprattutto per l’elezione plebiscitaria. È un compito impegnativo, fatto di onori e oneri. Una cosa che mi spaventa è il minor tempo che potrò dedicare alla ricerca, che ho scelto e mi ha stregata già prima di laurearmi in Medicina e Chirurgia”.
Guiderà uno dei Dipartimenti di Eccellenza dell’Ateneo. Quanto questo è uno stimolo e quanto un’eredità pesante?
“È sicuramente grazie all’impegno di tutti e alla dedizione e capacità del nostro Direttore uscente che abbiamo avuto l’importantissimo riconoscimento. È una pesante eredità, ma anche un forte stimolo che ci aiuterà moltissimo a farci continuare sulla strada tracciata”.
Quali sono le priorità?
“Mantenere l’eccellenza che tanto faticosamente abbiamo guadagnato e, secondo me cosa più importante, ottenerne il rinnovo. Poi, particolare attenzione sarà rivolta ai giovani. Finalmente l’età media del nostro Dipartimento sta diminuendo. Il reclutamento di nuovi ricercatori è una necessità oltre che un obbligo nei confronti delle nuove generazioni. Credo che i nostri giovani lo meritino. Così come meritano di essere realizzate le aspirazioni di carriera di molti nostri colleghi”.
Tra le tante voci del suo curriculum c’è l’esperienza come Coordinatrice del Corso di Laurea in Tecniche di laboratorio biomedico. Cosa le ha dato quel ruolo e come può tornarle utile per il nuovo impegno?
“L’ho ricoperto per un decennio e adesso sto per concluderlo, necessariamente. Amo molto la didattica e i ragazzi, e per questo mi ci sono dedicata molto. Purtroppo mi sono trovata a presiedere il Corso di studi in un momento di grandi cambiamenti ed è stato impegnativo in termini di tempo e fatica. Il tutto senza alcun supporto, soprattutto amministrativo.
Da docente e ricercatrice, a suo avviso, in che direzione sta andando il settore delle Biotecnologie mediche e in cosa può crescere?
“Purtroppo questo è ancora un punto dolente, soprattutto al Sud Italia, con pochi soggetti disposti a investire e poche imprese che risiedono qui. Noi ricercatori meridionali ci siamo di certo guadagnati la beatificazione futura per quanto lavoriamo, in condizioni economiche ridicole, anzi umilianti. Però dobbiamo far di tutto per incrementare l’interazione con le imprese e per generare quanti più progetti di ricerca traslazionale e progetti europei”.
Professoressa Esposito, un commento post elezione.
“C’è grande emozione ed entusiasmo, soprattutto per l’elezione plebiscitaria. È un compito impegnativo, fatto di onori e oneri. Una cosa che mi spaventa è il minor tempo che potrò dedicare alla ricerca, che ho scelto e mi ha stregata già prima di laurearmi in Medicina e Chirurgia”.
Guiderà uno dei Dipartimenti di Eccellenza dell’Ateneo. Quanto questo è uno stimolo e quanto un’eredità pesante?
“È sicuramente grazie all’impegno di tutti e alla dedizione e capacità del nostro Direttore uscente che abbiamo avuto l’importantissimo riconoscimento. È una pesante eredità, ma anche un forte stimolo che ci aiuterà moltissimo a farci continuare sulla strada tracciata”.
Quali sono le priorità?
“Mantenere l’eccellenza che tanto faticosamente abbiamo guadagnato e, secondo me cosa più importante, ottenerne il rinnovo. Poi, particolare attenzione sarà rivolta ai giovani. Finalmente l’età media del nostro Dipartimento sta diminuendo. Il reclutamento di nuovi ricercatori è una necessità oltre che un obbligo nei confronti delle nuove generazioni. Credo che i nostri giovani lo meritino. Così come meritano di essere realizzate le aspirazioni di carriera di molti nostri colleghi”.
Tra le tante voci del suo curriculum c’è l’esperienza come Coordinatrice del Corso di Laurea in Tecniche di laboratorio biomedico. Cosa le ha dato quel ruolo e come può tornarle utile per il nuovo impegno?
“L’ho ricoperto per un decennio e adesso sto per concluderlo, necessariamente. Amo molto la didattica e i ragazzi, e per questo mi ci sono dedicata molto. Purtroppo mi sono trovata a presiedere il Corso di studi in un momento di grandi cambiamenti ed è stato impegnativo in termini di tempo e fatica. Il tutto senza alcun supporto, soprattutto amministrativo.
Da docente e ricercatrice, a suo avviso, in che direzione sta andando il settore delle Biotecnologie mediche e in cosa può crescere?
“Purtroppo questo è ancora un punto dolente, soprattutto al Sud Italia, con pochi soggetti disposti a investire e poche imprese che risiedono qui. Noi ricercatori meridionali ci siamo di certo guadagnati la beatificazione futura per quanto lavoriamo, in condizioni economiche ridicole, anzi umilianti. Però dobbiamo far di tutto per incrementare l’interazione con le imprese e per generare quanti più progetti di ricerca traslazionale e progetti europei”.