Provengono tutti dal Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche, tra i migliori 180 Dipartimenti investiti nel gennaio scorso di un importante riconoscimento d’eccellenza da parte del MIUR. E, dettaglio non trascurabile, hanno meno di 25 anni. Insieme condividono – oltre che un’elevata passione per i propri studi, nei quali hanno riportato risultati eccellenti – anche l’interesse per il mondo della ricerca scientifica e della formazione continua: due aspetti emersi distintamente già nel corso della loro selezione. “Erano previsti dei requisiti necessari per partecipare al Bando: aver sostenuto entro il mese di ottobre tutti gli esami collocati nei primi due anni per Medicina (e nei primi tre per i biotecnologi) – ovvero, Statistica, Chimica, Fisica, Bioetica, Istologia, Anatomia, Biologia, Biochimica, Microimmunologia, Genetica e Fisiologia – con una media superiore o uguale ai 27/30esimi. Dopodiché a ciascun candidato è stato assegnato un giudizio sulla base dei voti ottenuti e del curriculum vitae, dove abbiamo presentato eventuali titoli ed esperienze singole”, spiega Paolo Gianfico, uno degli otto studenti premiati (5 per l’area Medica e 3 nel campo delle Biotecnologie) con una borsa di studio del valore di 5mila euro l’anno. Step che ha destato maggiore preoccupazione è stato il colloquio con i docenti del Dipartimento, “durante il quale abbiamo risposto a domande di natura prettamente teorica riguardanti le discipline biomediche”. Valutata con enorme peso in sede di orale anche la motivazione dei partecipanti, in cui sicuramente ha giocato la sua parte “il nostro desiderio di conoscenza e, nello stesso tempo, la volontà di poter fornire un fattivo contributo sociale”. Ma la motivazione, spiega Francesco Parisi, è un elemento che non deve mai abbandonare lo studente di Medicina: “Nel momento in cui si sceglie una Magistrale a ciclo unico della durata di 6 anni (a cui ne seguono altri per la specializzazione), occorre sapere in partenza che molti saranno i sacrifici. Ma il fascino della medicina e le soddisfazioni che si ottengono li ripagano tutti. Occorre dedizione e perseveranza, bisogna sempre darsi delle priorità e saper rinunciare molte volte a momenti di svago e divertimento con gli amici, poiché gli esami da affrontare prevedono uno studio lungo, complesso e ricco di nozioni da memorizzare”. Una grande emozione ha accompagnato i vari momenti intercorsi durante la consegna dei premi. “Non è semplice descrivere ciò che ho provato – esordisce Michele Picciocchi, di Medicina – Non avrei mai immaginato di poter sedere con persone di un certo calibro, già ora che sono appena all’inizio della mia carriera universitaria. Cercherò perciò di dare sempre il massimo, sfruttando al meglio l’opportunità che mi è stata data”. La borsa di studio è un invito a proseguire con determinazione l’approfondimento delle discipline già emerse nei primi anni di studio, soprattutto nel caso dei biotecnologi coinvolti, già laureati alla Triennale. “Ho scelto Biotecnologie, perché il mio sogno era diventare uno scienziato in grado di utilizzare i sistemi biologici per lo studio e la diagnosi di patologie o lo sviluppo di farmaci e vaccini, sia in ambito industriale che accademico. Oggi questo percorso, che seguirò in concomitanza con quello Magistrale, mi sembra davvero possibile”, continua Sarah Scatigna. Serve, però, indubbiamente “tanto amore per il sapere. Abbiamo deciso di intraprendere questo percorso, mossi dalla consapevolezza della centralità della scienza e della tecnologia nelle nostre vite e anche della necessità di continuare a investire in un settore pionieristico”, quale la molecolarità. “È ormai evidente come l’approccio molecolare – interviene Catello Giordano, aspirante medico – sia diventato complementare e imprescindibile da quello clinico nella diagnosi, nella comprensione e nel trattamento delle patologie”. Vastissime le possibilità di ricerca e applicazione di competenze professionali in questo campo, “dallo studio di patologie neurodegenerative, metaboliche, oncologiche e infettive, agli aspetti eziopatologici delle stesse, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni terapeutiche e metodologie diagnostiche sempre più specifiche ed efficaci”. Del resto, la garanzia della salute è uno dei cardini fondanti della professione sanitaria. “Il mio amore per la medicina è dovuto alla curiosità di comprendere attentamente i meccanismi e lo sviluppo delle malattie – dice Florinda Guida – Un amore che deriva dalla necessità di sentirmi utile al prossimo e poter aiutare le persone preoccupate per il proprio stato di salute o quello dei propri cari, con la speranza che un domani tornerò a casa dal lavoro sapendo che un mio paziente ce la farà”. Il percorso, che inizierà verso la fine di novembre, si muove su due binari paralleli: “ricerca in laboratorio, dove metteremo in pratica argomenti di medicina molecolare, al fine di essere più consapevoli di ciò che avviene in provetta; e poi lezioni, seminari ed esercitazioni per imparare ad approcciarci ai metodi della ricerca”, anticipa Mariarosaria Miranda. Le aspettative dei ragazzi sono altissime. “Le attività laboratoriali sono alla base della progressione delle conoscenze in campo medico, pertanto ci aspettiamo di acquisire nei prossimi quattro anni strumenti solidi di lavoro e rinforzare le competenze di base, in parallelo alla frequenza dei normali corsi, sviluppando abilità che saranno certamente utili nelle nostre carriere”, conclude Giuseppe Federico.