Chimica raddoppia. Il Dipartimento diretto dal prof. Claudio De Rosa, nella Giunta che si è riunita a novembre, ha deliberato di stanziare per il funzionamento dei laboratori una cifra identica a quella destinata dall’Ateneo a questo scopo. I laboratori di Chimica avranno a disposizione, quindi, complessivamente 34 mila euro, quelli di Chimica industriale 16 mila. “Facciamo di necessità virtù – commenta il prof. De Rosa – perché, senza un contributo da parte nostra, le strutture non possono andare avanti. Ci sono costi fissi che non è possibile tagliare: i reagenti, le piastre elettriche sulle quali riscaldare i solventi, le vetrerie usurate. Senza laboratori all’altezza, la qualità dei Corsi di studio in Chimica, in Chimica industriale ed in Biotecnologie industriali, che afferiscono al Dipartimento, va a picco. Ecco il motivo per il quale interveniamo con un finanziamento, per così dire, di emergenza, che va in parallelo con i fondi previsti dall’Ateneo, assolutamente insufficienti”. Non sono solo le scarse risorse economiche, peraltro, che impongono ai chimici salti mortali per garantire la funzionalità dei Dipartimenti. C’è anche una questione relativa ai tecnici. Sottolinea il prof. De Rosa: “Abbiamo ben pochi amministrativi, circa una decina, per una struttura alla quale afferiscono un centinaio tra docenti e ricercatori. Una metà di quegli amministrativi sono in realtà tecnici deputati al funzionamento dei laboratori. Dovrebbero lavorare, da contratto, fino alle quattordici. I laboratori didattici, però, funzionano per lo più di pomeriggio e per garantirne l’apertura occorrono appunto i tecnici. Lavorano in regime continuo di straordinario. Il quale, peraltro, spesso non gli è neanche pagato, proprio perché non ci sono le risorse”. La parte rimanente degli amministrativi, quantifica ancora il prof. De Rosa, è assorbita soprattutto dai compiti della rendicontazione, estremamente gravosa, dei Pon, i progetti di ricerca finanziati su fondi nazionali che coinvolgono molti docenti. “Il risultato – dice – è che rimane ben poco personale da destinare alle incombenze più specificamente legate alle pratiche relative alla didattica”.
È terminata, intanto, la riorganizzazione degli spazi del Dipartimento a Monte Sant’Angelo, indispensabile ad accogliere gli undici docenti che, provenienti da Fisica o da Biologia, hanno scelto di optare per l’afferenza al Dipartimento di Chimica. “Non è stato facile – riferisce il prof. De Rosa – perché si è trattato di ridistribuire stanze e laboratori. L’operazione si è conclusa al meglio, senza frizioni tra i colleghi, anche grazie alla capacità di sacrificio di coloro i quali hanno dovuto rinunciare a qualche spazio”.
È terminata, intanto, la riorganizzazione degli spazi del Dipartimento a Monte Sant’Angelo, indispensabile ad accogliere gli undici docenti che, provenienti da Fisica o da Biologia, hanno scelto di optare per l’afferenza al Dipartimento di Chimica. “Non è stato facile – riferisce il prof. De Rosa – perché si è trattato di ridistribuire stanze e laboratori. L’operazione si è conclusa al meglio, senza frizioni tra i colleghi, anche grazie alla capacità di sacrificio di coloro i quali hanno dovuto rinunciare a qualche spazio”.