“La sfida del prossimo Rettore sarà molto difficile – afferma la prof.ssa Maria Carmela Laudando, docente di Letteratura inglese – L’attuale Rettore ha portato avanti una riorganizzazione complessa, così come imposta dalla Riforma Gelmini, che spesso ha creato malumori, con decisioni a volte autoritarie ma inevitabili. L’università italiana è in generale al collasso, sotto una serie di attacchi, e al centro di una vera e propria campagna denigratoria. Oggi ci troviamo di fronte un Ateneo trasformato, forse una razionalizzazione era necessaria per una frantumazione non più sostenibile, ma con meno fondi, uffici oberati di lavoro, norme in parte vessatorie. Bisogna dire che, in quello che è lo specchio del nostro Paese, anche da noi c’è chi latita, ci sono ancora sprechi e molta rassegnazione, anche da parte degli studenti, che dovrebbero essere per noi uno stimolo ed invece spesso non dimostrano un pensiero critico”.
Ma la Riforma ormai è passata, conclude la docente, e adesso bisogna pensare ad aggiustare ciò che non va e adeguare le applicazioni future con dedizione e collaborazione: “sono fiduciosa nel fatto che il prossimo Rettore possa creare una squadra di lavoro che si metta al servizio dell’Ateneo, capitalizzando anche le esperienze di chi ha lavorato in altri atenei per creare una rete universitaria e cercare di ottenere deroghe, modifiche e incidere anche sui tempi, perché per noi siano meno pressanti e non si accavallino le scadenze. Sono convinta che una volta a regime anche negli uffici si potranno ottenere risultati positivi, dando i giusti stimoli, sfruttando al meglio le risorse attraverso questa nuova condivisione che ha investito l’Ateneo in tutti i settori. Bisogna lavorare con spirito collaborativo, a partire da noi docenti e non pensare solo a tutelare i propri studenti o il singolo corso, ma guardare l’Ateneo nel suo insieme, tutelando le specificità, ma anche le esigenze dei corsi più affollati”.
Un’ottima politica di reclutamento è stata già avviata, ricorda la docente, la quale si augura che “si continui in tal senso. Abbiamo presentato una programmazione di reclutamento come pochi Atenei hanno fatto. Non solo il piano per gli associati, quindi per riconoscere il lavoro svolto dai colleghi ricercatori in questi anni; ma è stato anche posto il problema dei tanti contrattisti annuali, non più sostenibile, e che va affrontato attraverso una forte azione di pressione sul Governo perché si arrivi ad una soluzione”.
Ma la Riforma ormai è passata, conclude la docente, e adesso bisogna pensare ad aggiustare ciò che non va e adeguare le applicazioni future con dedizione e collaborazione: “sono fiduciosa nel fatto che il prossimo Rettore possa creare una squadra di lavoro che si metta al servizio dell’Ateneo, capitalizzando anche le esperienze di chi ha lavorato in altri atenei per creare una rete universitaria e cercare di ottenere deroghe, modifiche e incidere anche sui tempi, perché per noi siano meno pressanti e non si accavallino le scadenze. Sono convinta che una volta a regime anche negli uffici si potranno ottenere risultati positivi, dando i giusti stimoli, sfruttando al meglio le risorse attraverso questa nuova condivisione che ha investito l’Ateneo in tutti i settori. Bisogna lavorare con spirito collaborativo, a partire da noi docenti e non pensare solo a tutelare i propri studenti o il singolo corso, ma guardare l’Ateneo nel suo insieme, tutelando le specificità, ma anche le esigenze dei corsi più affollati”.
Un’ottima politica di reclutamento è stata già avviata, ricorda la docente, la quale si augura che “si continui in tal senso. Abbiamo presentato una programmazione di reclutamento come pochi Atenei hanno fatto. Non solo il piano per gli associati, quindi per riconoscere il lavoro svolto dai colleghi ricercatori in questi anni; ma è stato anche posto il problema dei tanti contrattisti annuali, non più sostenibile, e che va affrontato attraverso una forte azione di pressione sul Governo perché si arrivi ad una soluzione”.