I giovanissimi sanno sempre sorprendere. Questa volta lo hanno fatto con le domande ai relatori dell’incontro Porte Aperte. Gli addetti dell’ufficio orientamento erano organizzatissimi: le hanno raccolte su degli appositi moduli che i ragazzi dovevano compilare, se volevano, con l’indicazione di nome, cognome e istituto superiore di provenienza. Il prof. Santoni si è ritrovato a sfogliare un bel malloppo di domande, e mentre lo faceva aveva a tratti un’aria benevolmente divertita. E si capisce: si è passati da interrogativi di carattere filosofico come “che rapporto c’è tra l’etica e il diritto?” a domande impertinenti del tipo “professore Palma, lei quanto guadagna?”. “Il diritto deve seguire una prospettiva anche etica”, ha detto il prof. Palma, “e tra le diverse interpretazioni possibili di una norma, il giurista sente dentro di sé quale scegliere”. Poi, fatta la necessaria premessa sulla tutela della privacy che il nostro ordinamento garantisce, il presidente della Scuola di Specializzazione non si è sottratto al quesito sui suoi guadagni: “dopo cinquantatre anni di carriera e 46 di didattica, prendo 2.500 euro al mese. Però non vi dico quanto guadagno come avvocato!”. Ancora scrosci di applausi. Altre domande. In Giurisprudenza può riuscire bene anche chi proviene da scuole scientifiche? Risponde il prof. Palma: “alcuni anni fa il preside di Ingegneria sosteneva che i suoi migliori studenti erano quelli diplomati al liceo classico. Anche secondo me gli studi classici sono quelli che meglio aiutano a sviluppare la capacità di ragionamento, ma ciò non toglie che i nostri migliori laureati possano provenire dal liceo scientifico o altri istituti. Come si dice a Napoli, ‘nessuno nasce imparato’”. Domanda di carattere storico-politico: qual è la funzione del diritto nell’attuale governo in Italia? E’ sempre il prof. Palma a rispondere: “teoricamente nel nostro stato il diritto lo crea il parlamento, che riceve stimoli dalla società civile e ne trae norme giuridiche, le quali, sempre teoricamente, vengono portate a esecuzione dal governo. Statisticamente oggi la maggior parte delle leggi nasce invece su iniziativa del governo”. Altra domanda impertinente, stavolta al notaio: è vero che la professione notarile si tramanda di padre in figlio? “E’ uno dei tanti luoghi comuni che ruotano intorno a questa professione – risponde il dott. Mazzocca- in realtà chi ha un genitore notaio è avvantaggiato soltanto nel senso che è abituato per vita familiare ad avere a che fare con una certa mentalità e cultura. Io non sono figlio di notaio, e delle cinquanta persone che superarono il mio concorso solo cinque erano figli di notai, una percentuale fisiologica, credo”. Ancora, domande sul concorso in magistratura e sulle figure della magistratura onoraria come il giudice di pace, cui ha risposto fornendo alcuni particolari il giudice Manna. Infine, l’immancabile domanda che quasi sempre affligge i maturandi alle prese con la scelta della facoltà: per iscriversi a Giurisprudenza è necessario superare un test d’ingresso? Risponde il prof. Santoni: “no, non c’è nessuna prova d’ingresso. Chi si iscrive a Giurisprudenza Federico II inizia immediatamente a confrontarsi con un corso di studi molto compatto, che è quello della laurea magistrale. La cosa importante per non finire poi fuori corso è seguire le lezioni. Altrimenti il rischio di perdersi è forte, da noi c’è una percentuale di abbandoni dopo il primo anno sempre piuttosto alta”.