Sulle scale non ci si siede. È per una questione di decoro. Il “pollaio”, all’Edificio 20, abolito tempo fa, non è stato ripristinato. Sempre per una questione di decoro. Così, mentre i lavori proseguono e andranno avanti, salvo intoppi, fino a fine novembre, per ripetere ad alta voce, da soli o in compagnia, qualche studente deambula nei corridoi, qualcun altro sta sulle scale, ma in piedi, per la ragione di cui sopra, qualcun altro, ancora, porta libri e appunti nel sotterraneo. Lì, di decoro, forse c’è veramente poco, ma al momento nessun veto su un ambiente insalubre e poco sicuro. Si tratta di un corridoio che si sviluppa come una lunga zeta che ha come confini due cancelli. La penombra prevale sulla luce, perché i neon funzionanti sono pochi e perché finestre per aria e illuminazione naturale, ovviamente, non possono esserci. Il percorso è tracciato da fili scoperti, cicche di sigarette (siamo al chiuso, ma c’è chi fuma) bicchieri sporchi di caffè. La fine del corridoio è adibito a deposito di sedie fuori uso. Una macchia di muffa, frutto di un’infiltrazione dall’esterno, segna in perpendicolare la parete. “È l’unico posto dove si può ripetere ad alta voce. L’alternativa è camminare tra i corridoi o stare in piedi sulle scale. Qui non è il massimo, ma per necessità si resta anche tutto il giorno”, dice uno studente del quinto anno. La speranza è nei lavori in corso che, come da cronoprogramma della ditta incaricata della “ristrutturazione e riorganizzazione degli spazi”, dovrebbero essere ultimati il 30 novembre. Operai impegnati nei luoghi che ospitavano la vecchia biblioteca e in un ambiente adiacente all’aula grande. Già sparita, invece, l’aula informatica, in attesa di una nuova destinazione. “Dovrebbero realizzare un’aula studio aperta 24 ore al giorno. Dubito però che lì si possa ripetere ad alta voce. Un tempo c’era il ‘pollaio’, ma non lo rimettono perché dicono sia brutto. Sulle scale non ci fanno sedere perché ‘roviniamo il decoro’. Dove dobbiamo andare?”, chiede una ragazza che si pone la stessa domanda quando pensa al momento del pranzo: “in mensa non possiamo portare cibo da casa. I gazebo fuori hanno cartelli che ci vietano di consumare cibi e bevande. Dove dovremmo mangiare?”. Malcontento anche per le condizioni igieniche, in particolare per quelle dei bagni: “avremmo diritto a tre pulizie al giorno. Se ce n’è una a settimana è pure troppo. La ditta che si occupa delle pulizie non è tenuta a mettere carta e sapone, che quindi spesso mancano. Siamo noi studenti ad andare a chiederli, ma non dovrebbe toccare a noi. I rappresentanti stilarono anche un report in merito, ma ha smosso le acque solo per qualche settimana, poi è tornato tutto come prima”. Al bagno degli uomini, uno scaffale sbarra la strada verso gli orinatoi “periodicamente guasti”. In quello delle donne: “ci sono quattro bagni, dei quali uno non funzionante da molto. Qui ci sono studenti e pazienti, siamo tanti, andrebbe rivisto qualcosa”. Da rivedere, sicuramente, sono i segnali che vietano l’utilizzo della scala che dal Policlinico conduce verso la sede di Biotecnologie per la Salute, a via De Amicis. Si lavora al rifacimento dei gradini, adattati nello stile al verde circostante. La scala, che si arrampica lungo la collinetta, è al momento preceduta da transenne. I nastri bianchi e rossi, però, sono a terra e in molti scavalcano indisturbati il muretto antistante la scala. “Sempre meglio che farsi tutto il giro per fuori”, afferma uno studente. L’andirivieni potrebbe proseguire così fino al 30 novembre, data di ultimazione lavori, salvo contromisure per evitare incidenti e assicurare il decoro.
Letture dal sottosuolo: nei sotterranei del 20 si studia con poca luce e niente aria
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