Una Facoltà dal pollice verde. Venerdì 5 novembre alle ore 10 presso la sede di San Lorenzo ad Aversa, Architettura inaugura l’Orto botanico, 7000 mq di terreno all’interno della Facoltà, prima incolto, ora risanato e riabilitato. Alla cerimonia dal titolo “I saperi dell’Orto” prenderanno parte, oltre al Preside Carmine Gambardella, il Rettore Francesco Rossi e l’Assessore regionale all’Università Guido Trombetti. La cerimonia sarà un’occasione per aprire ufficialmente le attività didattiche che sono partite il 18 ottobre.
Gli studenti del primo anno, intanto, si confrontano con diverse discipline, alcune più familiari, altre meno. Matematica, “la più alta espressione del pensiero”, caratterizzata “dalla fatica dell’apprendimento, il gusto dell’astratto e la gioia della scoperta”, nella definizione entusiastica della prof.ssa Maria Cristina Miglionico, è quella che fa più paura. Eppure, fa notare la docente: “contribuisce alla formazione culturale e scientifica dell’Architetto e del Designer attraverso lo sviluppo della capacità critica”. L’obiettivo è quello di “fornire concetti di base dell’Analisi Matematica, Geometria Analitica, Algebra Lineare, Teorie dei Grafi, in modo da introdurre gli allievi alla costruzione di modelli matematici e produzione di speciali problemi applicativi in algoritmi e in programmi di calcolo e di grafica”. Il corso consiste in “lezioni frontali ed esercitazioni” e comporterà anche “prove intercorso”. E sulla scoperta si basa anche il corso di Tecnologia dell’Architettura (sempre al I anno) tenuto dal prof. Sergio Rinaldi. Per il docente un’importante esperienza sarebbe “visitare i cantieri ma, per questioni di ‘grandi numeri’ (sono 200 gli studenti del I anno suddivisi quest’anno in due corsi da 100 persone ciascuno, ndr) che metterebbero a rischio la sicurezza, non è possibile svolgerle”. Il cantiere sarebbe un luogo dove gli studenti potrebbero confrontarsi direttamente con la materia studiata. Il corso, infatti, consiste in “una serie di approfondimenti e conoscenze di materiali e delle tecniche di costruzione, strumenti basilari per affrontare un progetto”. Una difficoltà che inizialmente potrebbero incontrare le matricole è “la conoscenza di argomenti legati agli elementi costruttivi che è pressoché ignota a chi non proviene da Istituti Professionali”, evidenzia Rinaldi. A sviluppare le capacità progettuali degli studenti del primo anno è il Laboratorio di Disegno e Rilievo dell’Architettura. Un insegnamento che ha l’obiettivo di “disegnare un percorso del Disegno inteso come Rappresentazione, dall’organismo architettonico al carattere tipografico”, illustra la prof.ssa Sabina Martusciello, per la quale è fondamentale il “rapporto di comunicazione tra il disegnatore/indagatore/progettista e l’organismo, sia esso urbano, architettonico, di design, di grafica” nel quale “si struttura la conoscenza, fondativa del disegno/progetto”.
Mentre Miglionico ha trovato gli studenti “attenti e vogliosi di apprendere”, Martusciello ha notato una scarsa curiosità e denuncia: “i ragazzi sono troppo legati al virtuale. Il disegno è, invece, molto reale; foglio bianco e matita sono completamente diversi da mouse e schermo. Io cerco di limitare la tendenza al ricorso all’informatica” che la docente definisce “una disabilità della quale in una prima fase del nostro processo progettuale dobbiamo assolutamente fare a meno”. Progettare – sottolinea la docente – è come avere un incontro con un’altra persona ed è per questo che muove anche una dura critica ai “social network” dai quali consiglia di “staccarsi. I ragazzi devono basarsi sul reale, utilizzando i cinque sensi che è necessario sviluppare se si vuole diventare dei bravi architetti”. La docente invita a “togliere il mouse e recuperare matita e foglio bianco. Il mouse descrive una linea che non ha spessore su un foglio che non ha dimensione. Il fare percettivo della pressione della matita sul foglio consente al progettista di trasmettere le proprie emozioni”. Il processo progettuale è qualcosa “che parte dalla testa”. Uno dei testi di cui Martusciello consiglia vivamente la lettura è ‘Il Piccolo Principe’ per il valore che veicola: “comunicare e creare legami. Dobbiamo essere unici al mondo e solo il rapporto può definire il carattere di unicità”.
Barbara Leone
Gli studenti del primo anno, intanto, si confrontano con diverse discipline, alcune più familiari, altre meno. Matematica, “la più alta espressione del pensiero”, caratterizzata “dalla fatica dell’apprendimento, il gusto dell’astratto e la gioia della scoperta”, nella definizione entusiastica della prof.ssa Maria Cristina Miglionico, è quella che fa più paura. Eppure, fa notare la docente: “contribuisce alla formazione culturale e scientifica dell’Architetto e del Designer attraverso lo sviluppo della capacità critica”. L’obiettivo è quello di “fornire concetti di base dell’Analisi Matematica, Geometria Analitica, Algebra Lineare, Teorie dei Grafi, in modo da introdurre gli allievi alla costruzione di modelli matematici e produzione di speciali problemi applicativi in algoritmi e in programmi di calcolo e di grafica”. Il corso consiste in “lezioni frontali ed esercitazioni” e comporterà anche “prove intercorso”. E sulla scoperta si basa anche il corso di Tecnologia dell’Architettura (sempre al I anno) tenuto dal prof. Sergio Rinaldi. Per il docente un’importante esperienza sarebbe “visitare i cantieri ma, per questioni di ‘grandi numeri’ (sono 200 gli studenti del I anno suddivisi quest’anno in due corsi da 100 persone ciascuno, ndr) che metterebbero a rischio la sicurezza, non è possibile svolgerle”. Il cantiere sarebbe un luogo dove gli studenti potrebbero confrontarsi direttamente con la materia studiata. Il corso, infatti, consiste in “una serie di approfondimenti e conoscenze di materiali e delle tecniche di costruzione, strumenti basilari per affrontare un progetto”. Una difficoltà che inizialmente potrebbero incontrare le matricole è “la conoscenza di argomenti legati agli elementi costruttivi che è pressoché ignota a chi non proviene da Istituti Professionali”, evidenzia Rinaldi. A sviluppare le capacità progettuali degli studenti del primo anno è il Laboratorio di Disegno e Rilievo dell’Architettura. Un insegnamento che ha l’obiettivo di “disegnare un percorso del Disegno inteso come Rappresentazione, dall’organismo architettonico al carattere tipografico”, illustra la prof.ssa Sabina Martusciello, per la quale è fondamentale il “rapporto di comunicazione tra il disegnatore/indagatore/progettista e l’organismo, sia esso urbano, architettonico, di design, di grafica” nel quale “si struttura la conoscenza, fondativa del disegno/progetto”.
Mentre Miglionico ha trovato gli studenti “attenti e vogliosi di apprendere”, Martusciello ha notato una scarsa curiosità e denuncia: “i ragazzi sono troppo legati al virtuale. Il disegno è, invece, molto reale; foglio bianco e matita sono completamente diversi da mouse e schermo. Io cerco di limitare la tendenza al ricorso all’informatica” che la docente definisce “una disabilità della quale in una prima fase del nostro processo progettuale dobbiamo assolutamente fare a meno”. Progettare – sottolinea la docente – è come avere un incontro con un’altra persona ed è per questo che muove anche una dura critica ai “social network” dai quali consiglia di “staccarsi. I ragazzi devono basarsi sul reale, utilizzando i cinque sensi che è necessario sviluppare se si vuole diventare dei bravi architetti”. La docente invita a “togliere il mouse e recuperare matita e foglio bianco. Il mouse descrive una linea che non ha spessore su un foglio che non ha dimensione. Il fare percettivo della pressione della matita sul foglio consente al progettista di trasmettere le proprie emozioni”. Il processo progettuale è qualcosa “che parte dalla testa”. Uno dei testi di cui Martusciello consiglia vivamente la lettura è ‘Il Piccolo Principe’ per il valore che veicola: “comunicare e creare legami. Dobbiamo essere unici al mondo e solo il rapporto può definire il carattere di unicità”.
Barbara Leone