Meno risorse e studenti, più tasse e burocrazia per le Università

“Diminuiscono le risorse, gli studenti, i professori, le borse di studio. Crescono le tasse, la burocrazia, il verticismo, la cattiva fama accademica”. E’ impietoso il ritratto delle Università che traccia Maurizio Matteuzzi, docente all’Ateneo di Bologna, in apertura della tavola rotonda dedicata alla questione universitaria che si è svolta a Napoli, nella sede del rettorato della Sun, il 9 febbraio. Un appuntamento ricavato nella due giorni napoletana del primo Congresso nazionale del Coordinamento Nazionale dei Professori Associati (CoNPAss). 
Non è stato certo l’unico, il prof. Matteuzzi, ad esprimere forte preoccupazione circa il futuro delle Università pubbliche. Stritolate, queste ultime, dalla penuria delle risorse, da un drammatico calo degli immatricolati, i quali stentano ormai a percepire la frequentazione dei corsi di studio come un fattore che aumenti e migliori le loro prospettive future, dal susseguirsi di riforme che raramente hanno determinato mutamenti positivi.
C’è il timore, nell’accademia, ed è emerso con prepotenza durante il dibattito nella sede della Sun, di una progressiva marginalizzazione del ruolo dell’Università nel paese. “Fateci caso – ha detto il prof. Francesco Rossi, Rettore della Sun – nessun programma politico, in questa campagna elettorale che ci conduce al voto di fine febbraio, parla di ricerca, di innovazione, di fondi alle Università. Le quali sono sempre più prive di autonomia”. Alle critiche di coloro i quali parlano di verticismo, da parte dei baroni, ha obiettato: “Guardate, non esiste più da decenni”.
L’ex Ministro Luigi Nicolais, da circa due anni al vertice del Cnr, ha incentrato il suo intervento sul tema della ricerca. “Il mercato globale – ha detto – richiede capacità di produzione ad alto valore aggiunto, necessita che siano applicate conoscenze di frontiera. A fronte di ciò, in Italia va avanti da tempo un processo di sistematica distruzione della formazione. Prima della scuola, poi dell’Università”. Ha citato il caso della legge Gelmini. “Non di riforma dell’Università si è trattato – ha sostenuto – ma di un provvedimento contro l’Università. Quella legge è nata viziata da un preconcetto ed è, come tale, inemendabile”.
L’ex Rettore della Federico II Guido Trombetti, Assessore all’Università nella Giunta regionale guidata da Stefano Caldoro, ha invitato a considerare soprattutto il dato del drastico calo delle immatricolazioni: “Siamo a meno 50.000 ed è impressionante. Significa che il giovane e la famiglia alla quale appartiene non vedono più nella formazione universitaria l’occasione di ascesa sociale”. Tra i motivi di questo fenomeno indica “l’inutile proliferazione di troppi Corsi di Laurea Triennali privi di valenza culturale e di spendibilità”. Considerazione, questa, che Trombetti aveva già espresso nell’intervento su un quotidiano cittadino, firmato con l’attuale Rettore Massimo Marrelli. Parole che hanno innescato nei giorni seguenti un vivace dibattito, al quale ha partecipato, tra gli altri, il prof. Benedetto De Vivo, che ha contestato al suo collega Trombetti il ruolo decisionale in Ateneo proprio negli anni della proliferazione delle troppe lauree triennali. 
Ma torniamo al convegno napoletano dei professori associati. Raimondo Pasquino, Rettore dell’Università di Salerno e Presidente del Consiglio comunale a Napoli, ha attaccato con decisione la Conferenza dei Rettori (CRUI): “Noi ne siamo usciti perché non condividiamo nulla di essa. Dai tempi di Modica e Tosi abbiamo chiesto il sistema di valutazione. Siamo per la riforma non perché penalizza il sistema universitario, ma per puntare sull’Università”. Ha chiesto: “Come può oggi un giovane immaginare un futuro negli Atenei?”. Occorrono certezze, secondo il Rettore, che ha inoltre sottolineato: “Non si può passare dall’eccesso dei finanziamenti, come avveniva anni fa, al nulla. Bisogna puntare sul sistema universitario che è in realtà un sistema molto produttivo”.
Infine, è intervenuto il Rettore dell’Università del Sannio Filippo Bencardino. “In questi anni abbiamo avuto una eccessiva legislazione ed una eccessiva burocratizzazione”, ha detto. Secondo il Rettore, “non servono nuove leggi all’Università, ma alcuni interventi mirati che vadano a modificare tutto ciò che non va”. Per esempio, riducendo i Corsi di Laurea. Con un’avvertenza, però, “occorrono criteri per intervenire selettivamente. È molto negativo se si taglia senza guardare quello che di buono c’è”.
Dal CoNPAss è partito un forte appello alla difesa del sistema pubblico di istruzione. “Non è possibile tacere – hanno detto gli associati, tra i quali Delia Picone, Emma Buondonno ed altri volti noti delle Università campane – il disegno criminale di mortificare intere generazioni riducendo le opportunità di iscrizione attraverso i numeri chiusi, la mercificazione del sapere con il sistema del credito, il blocco del turn over dei docenti i quali, da ben 22 tornate concorsuali e da 5 anni, hanno visto arrestare la propria crescita professionale”.
Fabrizio Geremicca
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