Nuovo ordinamento e propedeuticità creano forti problemi

Ingegneria, una Facoltà molto bella ma impegnativa in cui la tecnicità delle materie affrontate e i grandi numeri creano problemi. Così come i continui cambi di ordinamento. 
Disagi con i cambi
di ordinamento
“Finalmente ci occupiamo di argomenti interessanti, dopo anni di esami inutili, come Economia, Informatica e Disegno” afferma Michele Carannante, primo anno della Specialistica in Ingegneria Aerospaziale e Aeronautica, appassionato del cielo e del cosmo. Informatica e disegno inutili? “Se li finalizzassero a quello che ci occorre sarebbero molto utili. Ad esempio a noi serve il programma Mathlab in dieci esami, visto che di Informatica facciamo cose completamente diverse, l’esame è inutile”. Programmi più interessanti (“ci stiamo occupando di propulsioni e sistemi aerospaziali con tutto quello che riguarda lo space shuttle e le navette spaziali”) ed un approccio diverso dei docenti alle discipline (“alcuni esami sono spiegati molto bene. Ad esempio, la prof.ssa Mercaldo di Analisi Tre spiega benissimo, va molto nel concreto anche perché finalmente siamo ingegneri e non ci danno più un’impostazione astratta da matematici”), dice Michele della Specialistica. Ovvio che non manchino i problemi: “ho sostenuto due volte lo scritto di Propulsioni Aeronautiche, un esame molto interessante, prima di superarlo molto bene. La prima volta la professoressa ha obiettato che la spiegazione dei passaggi matematici non era stata sintetizzata in maniera adeguata. Un giorno forse capiremo che è per il nostro bene, ma per ora mi sfugge il perchè”. Per lui gli esami più difficili sono stati quelli di Fisica con il prof. Bruzzese “un docente che reputavo  troppo rigido ma ora ho capito che è l’unico che ha ragione in tutto quello che dice e fa. Ci teneva sempre sulla corda, rigoroso, autoritario, ma alla fine mi rendo conto che dovrebbero essere tutti così”. 
Michele non si ferma qui, parla anche dei continui cambiamenti di ordinamento. “Li stiamo vivendo sulla nostra pelle. Mi sono iscritto al primo anno del nuovo ordinamento ed ho un po’ patito la difficoltà dei professori a dividere i corsi e i programmi. Nel tentativo di aggiustare, ogni anno è stato cambiato qualcosa. E ci hanno rimesso gli studenti degli anni precedenti. Penso agli esami che sono stati accorpati, altri che da facoltativi sono diventati obbligatori e viceversa”. Inevitabili i problemi con il piano di studi: “dovevo sostenere l’esame di Aerodinamica da 6 crediti, ad un certo punto è diventato da 9 crediti perché ha accorpato un esame che ne valeva 3 che non c’era più. Risultava che io dovevo sostenere entrambi anche se non c’erano più né l’esame né il corso. Dopo sei mesi di attesa, hanno deciso di farmi fare quello da nove”. Altro esempio, Informatica propedeutica ad Aerodinamica: “non esiste alcun legame tra le due discipline ma io, che sono negato per l’Informatica, sono stato fermo un anno e mezzo perché senza Aerodinamica non si può proseguire. Alla fine hanno eliminato la propedeuticità e sono potuto andare avanti. Purtroppo queste cose da noi sono all’ordine del giorno. Anche per quanto riguarda l’assegnazione dei punti alla tesi, ogni Corso di laurea ha i suoi criteri”. 
Tesi solo a chi ha
la media alta
Quelli che di storie ne hanno da raccontare, sono soprattutto gli studenti del vecchissimo ordinamento che ad Ingegneria, rispetto ad altre Facoltà, si incontrano con una frequenza maggiore. Per venire incontro alle loro esigenze, in primavera la Facoltà ha organizzato dei corsi di recupero che hanno avuto molto successo. Antonio Somma, laureando, per dirla con lui ‘ad esaurimento’, in Ingegneria Meccanica, non ne ha potuto usufruire “perché avevo già sostenuto tutti gli esami per cui erano previsti”. Il disagio ricorrente in passato “la difficoltà di reperire il materiale, ma ora va meglio grazie al supporto informatico. A volte però mancano le fonti, si accavallano i programmi, non tutti i docenti sono disponibili”. Anche per svolgere la tesi di laurea si presentano dei problemi: “quelle del nuovo ordinamento sono molto più sbrigative, inoltre non tutti vogliono seguirci. Siamo invece agevolati per quello che riguarda il calendario d’esami, perché possiamo fissarli  direttamente con il docente”. 
Francesco Paolo Cascone è un altro studente del vecchissimo regime. Studia Ingegneria Elettronica ed ha la passione per l’automazione e la progettazione tanto che ha imparato da solo a sviluppare progetti ed a realizzare dispositivi (“grazie ad internet che è una manna dal cielo, ho trovato dei progettini e li ho sviluppati”). Una reazione alla sua insoddisfazione rispetto alle lezioni, che ritiene troppo teoriche. “Capisco che, soprattutto al biennio ci sia bisogno di dare strumenti per le materie successive che sono molto più impegnative. Però avrei preferito avere qualche laboratorio sui condensatori e l’elettronica, con un professore vicino”. Tesi di laurea, affiora un problema comune anche ad altre Facoltà: alcuni docenti accettano tesisti solo se hanno una buona media ed un’alta probabilità di prendere il massimo alla discussione finale. “Un docente richiedeva sul sito la compilazione di un form in cui dovevi inserire i voti agli esami e l’età”, conclude Francesco Paolo. 
Ragionamento
e memoria
Alessando Abbano è uno studente lavoratore iscritto al terzo anno di Ingegneria Gestionale dopo essere stato un anno al corso in Bioingegneria. “Ho cambiato per ragioni di interesse personale”. Si sofferma a spiegare il perché alcuni esami risultano essere più difficili di altri, pur essendo tutti argomenti tecnici. “Mentre per alcuni esami basta aver fatto proprio un concetto per poter arrivare con il ragionamento alla soluzione, per altri invece è fondamentale la conoscenza dei particolari, perché sono operazioni fondamentali. Ad Analisi se sai come si comportano le funzioni, puoi svolgere un problema andando avanti solo con il ragionamento, mentre con Meccanica Razionale se non conosci l’applicazione del teorema a memoria, non ne esci”. 
A Scienza e
Ingegneria dei Materiali,
studenti nomadi
ma “fortunati”
Dal 1995 Ingegneria condivide con Scienze un Corso di Laurea di frontiera in Scienza e Ingegneria dei Materiali. Pochissimi iscritti che si perdono nel mare magnum della Facoltà con più matricole dell’ateneo. Non è facile incontrarli e quando capita è interessante ascoltare quello che hanno da dire sul loro percorso formativo. “Chimica e Fisica sono le materie fondamentali, con programmi del tutto simili a quelli di Scienze. Le materie sicuramente più impegnative sono Chimica dei Materiali e Istituzione di Fisica della Materia che si occupa di meccanica quantistica, cioè dell’applicazione dei numeri complessi alla materia e alle strutture subatomiche. È impegnativo perché nel corso del semestre facciamo undici test, uno a settimana, due prove intercorso e undici compiti a casa. Ogni compito prevede tre, o quattro esercizi da svolgere in gruppo”, dice Andrea d’Angiò. Sono due le Specialistiche verso cui ci si può indirizzare dopo la triennale, una di tipo di strutturistico l’altra più tecnologica. “È un Corso innovativo che in chiave lavorativa da molte possibilità, soprattutto qui a Napoli perché ci sono molte sedi e centri di ricerca in cui si applicano queste conoscenze”, aggiunge Luigi Aracchi. I ragazzi si dicono fortunati, non hanno mai avuto problemi con docenti o esami. A lezione ci sono poche persone, una trentina o poco di più, ma alcuni insegnamenti si seguono insieme agli studenti di altri Corsi di Laurea di Ingegneria.  “Il Dipartimento è a Piazzale Tecchio, però seguiamo ad Agnano, mentre i laboratori sono a Monte Sant’Angelo. In una settimana non seguiamo mai nello stesso posto anzi spesso ci spostiamo nell’arco della stessa giornata e questa è l’unica cosa antipatica” concludono i ragazzi.
Gestionale dei Progetti 
e delle Infrastrutture
non ha Specialistica
Daniele D’Avino studia al terzo anno di Ingegneria Gestionale dei Progetti e delle Infrastrutture perché in famiglia c’è già un’attività avviata nel settore. Il Corso di Laurea è senza Specialistica pur incontrando il favore delle aziende. “Ci siamo interfacciati spesso con le aziende che hanno riconosciuto il valore delle conoscenze tecniche che ci vengono impartite”. La mancanza di altri due anni di approfondimento, obbliga ad una scelta tra l’ambito gestionale vero e proprio e quello civile. “Più passa il tempo più mi appassiono al Corso, però i professori di vecchia scuola ci considerano degli ingegneri civili che imbrogliano, cercando di evitare gli esami più impegnativi, senza rendersi conto che noi rappresentiamo una mentalità del tutto nuova. La nostra filosofia non è quella di costruire l’opera e intervenire quando dà segni di cedimento. La nostra cultura è quella della manutenzione dell’opera nel corso della sua intera vita, per ridurre i costi” spiega il collega Alfredo Reder. Il Corso non ha molti iscritti, quindi non si registrano i disagi che si presentano quando si ha a che fare con i grandi numeri. “Quest’anno il sito docenti è migliorato ed è più facile reperire il materiale. Abbiamo anche fatto delle lezioni supplementari su argomenti di interesse come la programmazione in autocad, utile per la progettazione” dicono in chiusura.
 Simona Pasquale
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