Obiettivi, peculiarità e fascino delle Lauree Magistrali attivate dal Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo

“Lavoriamo con moltissima energia sui Corsi di Laurea Magistrali per migliorare sempre di più le nostre prestazioni, superando i limiti strutturali che s’incontrano lungo il cammino, perché il nostro sogno è quello di completare la
vostra formazione offrendo corsi professionalizzanti”. Queste le parole di incoraggiamento del prof. Michele Bernardini, Direttore del Dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo, che accolgono una platea di laureati e laureandi il 28 settembre presso l’Aula Antiche Scuderie di Palazzo Corigliano in occasione della presentazione dei tre Corsi di secondo livello attivati. Per accedere a Lingue e Civiltà Orientali e Scienze delle Lingue, Storia e Culture del Mediterraneo e dei Paesi islamici, i laureandi del mese di febbraio possono ancora inoltrare la domanda a partire da metà novembre fino al 13 gennaio; invece, per Archeologia: Oriente e Occidente, la
domanda di ammissione deve essere presentata entro il 24 novembre, previa convocazione per un colloquio
con i docenti responsabili.
SCIENZE DELLE LINGUE, STORIA E CULTURE DEL MEDITERRANEO E DEI PAESI ISLAMICI. “Un Corso che assicura la conoscenza specialistica di lingue e culture delle aree islamiche dell’Africa e dell’Asia insieme a quelle
del bacino Mediterraneo”, illustra la Coordinatrice Anna Maria Di Tolla, docente di Lingua e Letteratura Berbera.
Il curriculum Africa offre una formazione linguistica avanzata (a scelta tra: amarico, berbero, hausa, somalo, swahili e arabo) insieme ad approfondimenti in ambito religioso, filosofico, storico, economico e giuridico. Il percorso Islam, invece, consente di scegliere in più le lingue persiano, turco, urdu e indonesiano e analizza nel dettaglio le istituzioni del mondo islamico in relazione al contesto geo-politico di appartenenza e ai recenti flussi migratori. Non
sono altrettanto trascurate le filologie, archeologie, geografie e altre discipline a sfondo islamistico. Un taglio specifico sull’internazionalizzazione è, inoltre, offerto dalla possibilità di usufruire delle convenzioni internazionali. “Consentiamo ai nostri studenti di viaggiare secondo le nostre disponibilità, di andare in Nord Africa – segnatamente Marocco e Tunisia, anche se a breve uscirà un bando sull’Algeria, la cui lingua ufficiale è il berbero”. Sono previste altre attività formative e cicli di conferenze per ottenere crediti in armonia con altri insegnamenti che vertono su tematiche di attualità. Tra queste risaltano i corsi di darija, ossia varianti regionali della lingua araba. “Dato che non c’è l’insegnamento di marocchino, da due anni abbiamo introdotto seminari per fornire le basi dialettali al di là del singolo insegnamento di Dialettologia Araba”. Altre opportunità sono offerte da stage e tirocini. Per quel che concerne gli sbocchi occupazionali, occorre sottolineare “un interesse strategico del nostro Paese
nei confronti del versante africano e la necessità di formare professionisti che siano di supporto alle decisioni politiche in fermento nei vari scacchieri mondiali”, prosegue il prof. Gianfrancesco Lusini, docente di Amarico, lingua ufficiale dell’Etiopia. “L’Africa spesso viene considerata un continente problematico e irredimibile, invece si sta muovendo in maniera decisa sulla strada del progresso e a L’Orientale troverete di certo un’interlocuzione positiva con tutti i docenti per esplorare culture e società africane”. Si sofferma su discipline di stampo storico la prof. ssa Ersilia Francesca, docente di Gender politics in contesto islamico e Storia contemporanea dell’economia del Medio Oriente e Nord Africa: “I miei corsi offrono alcune chiavi di lettura della contemporaneità, declinate secondo le dinamiche di genere o le relazioni economiche. Corsi che presentano punti di intersezione con numerose lingue, letterature, ma anche materie sociologiche e antropologiche in un comparto a forte componente islamistica tra i più importanti in Italia”. Infine, l’intervento del prof. Andrea Manzo, docente di Antichità nubiane e Archeologia e antichità etiopiche, mira a ritrovare “già nella storia antica l’origine delle questioni di studio e ricerca che si riflettono oggi nelle realtà di matrice islamica. Spesso si ignora che il mondo antico era dinamico quanto il nostro”.
ARCHEOLOGIA: ORIENTE E OCCIDENTE. “Un Corso che appartiene alla classe dei beni culturali, archeologici e museali e sviluppa conoscenze nelle culture, storie, archeologie e lingue del mondo antico. Un settore molto più dinamico rispetto agli anni precedenti che forma figure versatili spendibili nel mercato professionale”, afferma il
Coordinatore Luigi Gallo, docente di Storia Greca. “Perché studiare Archeologia a L’Orientale e non altrove? Perché i nostri piani di studio sono molto più ricchi in virtù di una fortissima sinergia tra materie tradizionali e orientalistiche”. Quattro i curricula che si pongono come obiettivo preliminare la ricerca archeologica a seconda delle aree culturali di interesse: Archeologie classiche; Letterature e culture classiche; Egitto e Vicino Oriente Antico; India, Asia centrale e orientale. In altri termini, “il mondo classico e la civiltà greca, romana e quella italica
sono in continuo dialogo con le archeologie orientali. Questo per garantire ai nostri studenti un’apertura degli orizzonti, dato che la figura dell’archeologo negli ultimi decenni sta cambiando. L’archeologo di oggi è un professionista globale, non più chiuso nel mito della classicità”, sostiene la prof.ssa Anna Maria D’Onofrio, docente di Archeologia di Atene e dell’Attica e Archeologia e Storia dell’arte greca. Inoltre, si riserva una particolare attenzione alle lingue di contesto, che lo studente può inserire nel proprio progetto formativo (lingue orientali,
classiche ed europee, quali tedesco, francese e spagnolo), laddove si richieda tra i requisiti d’accesso la conoscenza pregressa dell’inglese. “Certamente, un solo corso non vi insegnerà l’arabo, ma vi sarà estremamente
utile accostarvi alla lingua tramite un approccio guidato e consigliato, piuttosto che da privati cittadini”. L’obiettivo è di formare esperti in grado di operare nei siti archeologici e nei musei, per questo motivo si consiglia la partecipazione attiva a seminari e stage. “Ci impegniamo per attivare contatti con enti competenti nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale per tirocini professionalizzanti. Sono appena state istituite nuove convenzioni, tra cui una recente con la Soprintendenza Archeologica della Campania”. A tal proposito, una breve parentesi è aperta dal prof. Romolo Loreto, docente di Archeologia e Storia dell’arte del Vicino Oriente Antico, il quale raccomanda vivamente l’applicazione pratica dello studio di discipline storico-artistiche attraverso le campagne di scavo: “In tempi recenti ho diretto missioni archeologiche in Arabia Saudita e Oman, paesi stabili nei quali i miei studenti spesso hanno ottenuto contratti di lavoro con istituti locali occupandosi di archeologia preventiva”. Ricerca all’estero e in loco quello di cui si occupa la prof.ssa RosannaPirelli, docente di Archeologia
e Storia dell’arte egiziana antica, attualmente impegnata nell’inaugurazione in ottobre della collezione egiziana (chiusa dal 2007) al Museo Archeologico Nazionale di Napoli: “Malgrado le difficoltà nel panorama attuale, in primis quello arabo, l’attività di un archeologo è un viaggio affascinante che non smetterà mai di alimentarsi con la speranza di nuove scoperte”. Infine, riporta il discorso all’impianto filologico-letterario il prof. Luigi Munzi, docente di Lingua e Letteratura Latina, disciplina inderogabile nel percorso formativo “perché le lingue classiche sono indispensabili per conoscere la storia dei popoli. In effetti, se ci pensiamo, l’italiano è il latino che nessuno ha mai cessato di parlare”.
LINGUE E CIVILTÀ ORIENTALI. “Un Corso che offre competenze approfondite in lingue e letterature dell’Africa e dell’Asia nonché storia delle civiltà”, illustra la Coordinatrice Natalia Tornesello, docente di Lingua e Letteratura Persiana. Due i curricula (Lingue e letterature; Storia e civiltà), di cui il primo consente di abbinare due lingue (tra:
ebraico biblico e medievale, arabo, turco, persiano, sanscrito, tibetano, hindi, urdu, cinese, indonesiano, giapponese, coreano) e studiarne le rispettive letterature e filologie; mentre il secondo percorso a base storico-culturale si focalizza su una sola lingua arricchita da “insegnamenti umanistici di ampio respiro inerenti ai paesi extraeuropei che vi consentiranno di inserirvi nel mondo dell’impresa in qualità di esperticulturali, traduttori o agenti nel turismo”. Si dispensano le principali linee metodologiche della ricerca in ambito storico, filosofico e geografico,
compresi i contesti archeologici. “L’accostamento delle due lingue deve essere oculato, ricordate di ponderare bene questa opzione non soltanto in base alle vostre curiosità, dal momento che richiediamo come requisito curriculare un’ottima conoscenza della lingua orientale prescelta”. Arricchiscono peraltro la formazione le altre attività previste nel piano carriera che prevedono la partecipazione a iniziative culturali tematiche, si pensi alle rassegne di cinema arabo e persiano o al laboratorio di epigrafia islamica. Infine, anche questo Corso consente di approfittare degli innumerevoli accordi con Atenei stranieri, di cui si occupano le docenti Gala Maria Follaco e Antonia Soriente. “Proprio di recente molte delle nostre convenzioni internazionali sono confluite nel bando Erasmus+. Questo vi agevolerà, perché quello che può sembrarvi un mero contributo economico in realtà vi esenta da tasse molto elevate per un semestre o più nell’Università di destinazione”, informa la docente di Letteratura Giapponese. “I meccanismi di selezione per andare in Corea, Mongolia o Giappone non sono troppo complessi – sottolinea in ultimo la prof.ssa Soriente, docente di Lingua e Letteratura Indonesiana – Basta possedere una buona media (almeno 26/30), in alcuni casi sostenere delle prove di lingua e stilare un progetto formativo. Attualmente 8 dei nostri studenti si trovano in Indonesia. Avere opportunità del genere rende le nostre lauree di secondo livello uniche nel loro genere”.
Sa.Sa.
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