Partito il nuovo assetto organizzativo all’Università Federico II

Dopo tre anni di studio e lavoro di squadra coordinato dal prof. Guido Capaldo e dal Direttore Generale dell’Ateneo dott. Francesco Bello, dal 5 novembre è in vigore il nuovo riassetto organizzativo dell’Amministrazione Centrale dell’Università Federico II. Diventa quindi operativo uno dei principali, forse quello più impegnativo, punti del programma rettorale del prof. Gaetano Manfredi.
Gli obiettivi da raggiungere sono diversi ed ambiziosi. L’Amministrazione Centrale si è strutturata per: offrire un maggior supporto e quindi favorire le attività di ricerca e di trasferimento tecnologico dei Dipartimenti; incentivare  l’internazionalizzazione della didattica e la ricerca; sostenere il processo di programmazione dell’offerta didattica dei Dipartimenti, di autovalutazione e valutazione; intensificare il monitoraggio dei grandi progetti, il controllo delle performance ed elaborare statistiche ufficiali; migliorare la formazione e le sinergie tra le strutture applicando anche nuovi e comuni processi di sviluppo organizzativo.
Per fare ciò la macchina organizzativa è stata potenziata con l’aggiunta di tre nuove Ripartizioni (ora in totale sono dodici), mentre quelle esistenti hanno subito spostamenti di competenze ed in qualche caso anche cambio di denominazione.
A completare la squadra del gruppo dirigenziale, frutto dell’ultimo concorso (a distanza di dieci anni dal precedente), sono entrati in servizio i tre vincitori, tutti già interni all’Ateneo: la dott.ssa Rossella Maio, il dott. Alessandro Buttà e la dott.ssa Luisa De Simone. Per rispondere alle esigenze normative, sono state nominate nuove figure (tra i dirigenti) con responsabilità specifiche: la dott.ssa Paola Balsamo per la “protezione dei dati personali”, la dott.ssa Carla Camerlingo per la “prevenzione della corruzione e della trasparenza di Ateneo” e l’ing. Maurizio Pinto per il “servizio di prevenzione e protezione dell’Ateneo”.
Non nasconde soddisfazione il Rettore: “Adeguare la struttura amministrativa a quelli che sono stati i cambiamenti, anche di competenze, legati all’attuazione della legge Gelmini, era necessario e fondamentale per il futuro della nostra Università che dovrà essere sempre più moderna conservando però la tradizione. Alle nuove generazioni, native digitali, dobbiamo offrire un Ateneo meno macchinoso e con sempre più qualità.  Abbiamo ritenuto strategica una serie di servizi che riteniamo di estrema importanza, mi riferisco all’orientamento, al placement e alla terza missione. Il nuovo organigramma della struttura ci permetterà di avere una maggiore linearità nei processi, responsabilità precise e meno competenze condivise che creano rallentamenti nelle procedure”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Direttore Generale: “con il prof. Guido Capaldo è stato fatto un lavoro molto dettagliato, si è puntato a rinforzare alcuni uffici o istituirne di nuovi, come per esempio gli Uffici ‘Gestione della Ricerca e didattica’, ‘Auditing’, ‘Warehousing’ e ‘Grandi progetti e programmazione strategica’. Sono certo che tutto funzionerà. Presto avremo i primi segnali positivi ed in primavera aggiungeremo un ulteriore tassello con interventi sui Dipartimenti per omogeneizzarne le diversità”.
Ripartizioni ed uffici complessi che per funzionare bene, oltre ad un gruppo dirigenziale valido, necessitano anche di personale specializzato: “era importante partire con le nostre risorse, ma stiamo programmando un potenziamento attraverso il reclutamento progressivo per coprire delle professionalità specifiche che oggi l’Ateneo non ha, come per esempio esperti di internazionalizzazione, di ricerca e trasferimento tecnologico, professionalità legate ai progetti europei”, aggiunge il Rettore Manfredi.
La carenza di personale docente e non docente resta però il vero dramma dell’Università, purtroppo indipendente dall’operato dei vertici dell’Ateneo, perché regolamentato dal Governo Centrale. Nonostante la crescita delle immatricolazioni del 3% all’anno (nell’ultimo triennio), l’Ateneo federiciano, come tante altre Università, sta subendo un continuo e drastico calo di personale senza potervi porre rimedio. Un ulteriore picco si potrebbe registrare proprio nel 2018. Il dato reale sembra quasi un bollettino di guerra: “negli ultimi 10 anni abbiamo perso diverse centinaia di unità, tra personale docente e non docente. Siamo ai limiti della sostenibilità”, dichiara il Rettore. I risultati del blocco del turnover? “Proprio così, chi è andato in pensione negli ultimi anni non è stato e non potrà essere rimpiazzato. Adesso il turnover è stato portato al 100% e potremo recuperare i pensionamenti del 2018”. Poi aggiunge: “nello stesso periodo è mancato anche il finanziato per l’edilizia universitaria. Tutti i nostri recenti investimenti di ristrutturazione e di ampliamento sono stati realizzati con risorse dell’Ateneo o di Enti Locali e Fondi Europei”.
Problemi che lamentano un po’ tutti gli Atenei italiani. Lei da poche settimane è stato confermato Presidente della Conferenza dei Rettori, con questi disagi quali conseguenze possono esserci nella gestione degli Atenei? “La domanda di Università, dopo una fase di calo, sta nuovamente crescendo ma non siamo in grado di dare risposte ad un incremento degli iscritti perché  in alcuni casi non abbiamo neanche le aule ed il personale. Le Università, che dovrebbero essere strategiche in un Paese, stanno diventando sempre più piccole. Questi sono i motivi che hanno costretto molti Atenei ad utilizzare il numero programmato. Avere più iscritti senza docenti e la possibilità di reclutarli, porta all’abbassamento degli standard didattici. Stiamo lavorando molto per evitare questa soluzione, però è chiaro che bisogna garantire uno standard adeguato, e devo ammettere che in alcune aree siamo in difficoltà nonostante l’impegno ed i grossi sacrifici”.
Un lavoro difficile che porta anche soddisfazioni: “Il nostro è l’Ateneo del Sud che ha la maggiore percentuale di iscritti e laureati in materie scientifiche, è un segnale importantissimo e ne siamo orgogliosi. Sono dell’idea che bisogna fare di tutto per conservare quest’eccellenza ed evitare la limitazione nelle immatricolazioni”.
Gennaro Varriale
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