ECONOMIA
Passaggio
all’ordinamento Mussi,
i dubbi degli studenti del terzo anno
all’ordinamento Mussi,
i dubbi degli studenti del terzo anno
Meno esami, un numero di crediti formativi più elevato per ogni prova d’esame (9 anziché 6) e la possibilità di tagliare il traguardo della laurea con il nuovo ordinamento Mussi con un anno di anticipo rispetto agli studenti di altri Atenei. La grande attrattiva della Facoltà di Economia del Parthenope che quest’anno accademico, ha attivato primo e secondo anno ordinamento Mussi. Una scelta premiata dall’incremento delle immatricolazioni e dall’elevato numero –sono ormai più di 800- di studenti del secondo anno vecchio ordinamento che hanno chiesto il passaggio e sostenuto le integrazioni richieste. “Un periodo transitorio gestito – dice il Preside Claudio Quintano – con grande attenzione, impegno ed energia dal corpo docente e dal personale della Presidenza e dei Dipartimenti, tenuto conto anche dei grossi numeri”. Gli studenti, inoltre, sono anche ben informati: per qualsiasi dubbio possono leggere le faq, aggiornate di continuo, sul sito web della Facoltà (www.economia.uniparthenope.it) o rivolgersi direttamente in Presidenza e porre le singole questioni.
Eppure, nonostante tutto, qualche contestazione c’è. Proviene dagli studenti degli anni successivi al secondo che si sentono come messi un po’ da parte. Un loro passaggio al Mussi, equivale ad un vero e proprio trasferimento, alla stregua di coloro che provengono da altri Atenei. “Non abbiamo alcuna certezza sugli esami che ci verranno convalidati – afferma un gruppo di studenti, al terzo anno di Economia aziendale – nella transizione all’ordinamento Mussi. Solo dopo aver presentato domanda di passaggio, il Consiglio di Facoltà farà sapere le prove che verranno convalidate. Alcuni hanno già sostenuto esami – complementari – che non sono più previsti nel nuovo ordinamento. In che maniera verranno valutati?”. Chiariamo, prima di tutto, che anche coloro che sono iscritti ad anni successivi al secondo, ma che ancora non hanno sostenuto esami di primo anno, potranno comunque seguire le lezioni, troveranno il corso corrispettivo nell’ordinamento Mussi. “Potrà cambiare l’etichetta”, avverte Quintano, ma la sostanza resta la stessa. E riguardo quei casi di complementari già sostenuti che non si ritrovano nell’ordinamento Mussi, “i ragazzi saranno esonerati dallo svolgere un altro complementare”.
Gli iscritti al terzo anno, che decidono di passare al nuovo ordinamento sono considerati trasferiti. E, allora, “per l’iscrizione al secondo anno Mussi, c’è bisogno di avere un certo numero di crediti formativi, in modo tale da viaggiare nella stessa condizione degli altri”. Sicuramente, “lo scopo del passaggio è velocizzare lo studente nel suo percorso di studi, di certo non bloccarlo”. Passando all’ordinamento Mussi, poi, è assegnato un nuovo numero di matricola – “chi aveva numero pari continua ad essere pari e chi era dispari continua ad avere un numero dispari”, tranquillizza Quintano – per avere il quale c’è bisogno di aspettare tre mesi, durante i quali non sarà possibile sostenere esami. “I professori terranno conto di queste difficoltà nell’organizzazione delle prove di accertamento – assicura Quintano – e anche relativamente alle prove integrative, mi aspetto che i docenti adottino un atteggiamento di ‘guida’ e di particolare attenzione soprattutto verso questi studenti, allo scopo di sfrondare il numero di iscritti all’ordinamento precedente, che risulta obsoleto”.
Maddalena Esposito
Eppure, nonostante tutto, qualche contestazione c’è. Proviene dagli studenti degli anni successivi al secondo che si sentono come messi un po’ da parte. Un loro passaggio al Mussi, equivale ad un vero e proprio trasferimento, alla stregua di coloro che provengono da altri Atenei. “Non abbiamo alcuna certezza sugli esami che ci verranno convalidati – afferma un gruppo di studenti, al terzo anno di Economia aziendale – nella transizione all’ordinamento Mussi. Solo dopo aver presentato domanda di passaggio, il Consiglio di Facoltà farà sapere le prove che verranno convalidate. Alcuni hanno già sostenuto esami – complementari – che non sono più previsti nel nuovo ordinamento. In che maniera verranno valutati?”. Chiariamo, prima di tutto, che anche coloro che sono iscritti ad anni successivi al secondo, ma che ancora non hanno sostenuto esami di primo anno, potranno comunque seguire le lezioni, troveranno il corso corrispettivo nell’ordinamento Mussi. “Potrà cambiare l’etichetta”, avverte Quintano, ma la sostanza resta la stessa. E riguardo quei casi di complementari già sostenuti che non si ritrovano nell’ordinamento Mussi, “i ragazzi saranno esonerati dallo svolgere un altro complementare”.
Gli iscritti al terzo anno, che decidono di passare al nuovo ordinamento sono considerati trasferiti. E, allora, “per l’iscrizione al secondo anno Mussi, c’è bisogno di avere un certo numero di crediti formativi, in modo tale da viaggiare nella stessa condizione degli altri”. Sicuramente, “lo scopo del passaggio è velocizzare lo studente nel suo percorso di studi, di certo non bloccarlo”. Passando all’ordinamento Mussi, poi, è assegnato un nuovo numero di matricola – “chi aveva numero pari continua ad essere pari e chi era dispari continua ad avere un numero dispari”, tranquillizza Quintano – per avere il quale c’è bisogno di aspettare tre mesi, durante i quali non sarà possibile sostenere esami. “I professori terranno conto di queste difficoltà nell’organizzazione delle prove di accertamento – assicura Quintano – e anche relativamente alle prove integrative, mi aspetto che i docenti adottino un atteggiamento di ‘guida’ e di particolare attenzione soprattutto verso questi studenti, allo scopo di sfrondare il numero di iscritti all’ordinamento precedente, che risulta obsoleto”.
Maddalena Esposito