Policlinico a Scampia?

Un’unica struttura che riunisca il primo e il secondo Policlinico di Napoli in un’area depressa come quella di Scampia per dare una risposta alla necessità di recupero del territorio: è questa l’ipotesi lanciata dal Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, a chiusura del World Urban Forum. Quello che lo stesso Caldoro definisce un ‘sogno’ viene commentato in maniera diversa dal mondo politico e accademico campano. D’accordo l’attuale Assessore regionale ai lavori pubblici, ex Preside della Facoltà di Ingegneria federiciana, Edoardo Cosenza: “Parigi accettò pochi anni fa una grande sfida: costruire un modernissimo Policlinico Georges Pompidou sostituendo il mitico ospedale Policlinico Broussais. Visitai negli anni ’80 i romantici giardini fra le palazzine del Broussais, ma ben altra sensazione di modernità ed efficienza ho provato nel visitare negli anni 2000 il nuovissimo ospedale, inserito nel parco Citroen nell’area postindustriale dove fino agli anni ’70 si costruivano automobili. Credo sia difficile non essere d’accordo con Caldoro che ha posto all’ordine del giorno un problema di notevole attualità”. Gabriele Mazzacca, ex ordinario di Gastroenterologia, definisce la proposta addirittura ‘invereconda’: “Il problema di Scampia non è solo di natura urbanistica ma sociale: è impensabile che il recupero dell’area avvenga costruendo una Facoltà di Medicina. Inoltre, sopprimere una delle due Facoltà o, peggio, unificarle in una stessa sede è incomprensibile: una delle ragioni della loro esistenza è la diversa collocazione topografica”. Ma sul fatto che le strutture sedi dei due attuali Policlinici della Federico II e della Sun versino in condizioni inadeguate alle esigenze di studenti e degenti, sembrano non esserci dubbi. Sempre l’Assessore Cosenza ricorda: “il modello a padiglioni del Policlinico di Cappella dei Cangiani è ormai superato. E rischia di frenare le grandi professionalità che in esso operano. Tutti i policlinici moderni hanno, infatti, una grande piastra operatoria comune ed una didattica clinica che ruota attorno alle degenze”.
Per il Rettore della Sun Francesco Rossi l’importante è che si torni a parlare della delocalizzazione del Policlinico della Seconda Università. “Non voglio entrare nel merito della proposta di Caldoro – commenta il Rettore – ma sono felice che dopo anni si torni a parlare del problema della delocalizzazione del nostro Policlinico, questione irrisolta da tempo, nonostante i ripetuti appelli. La nostra, come è noto, è una storica Facoltà di Medicina e Chirurgia, che nonostante le difficoltà e le carenze logistiche legate alla sua ubicazione nel centro storico cittadino, grazie soprattutto al lavoro di tanti, docenti e personale tecnico-amminsitrativo, continua a formare migliaia di giovani, apprezzati in Italia e all’estero. Certamente nessuno può pensare di non tenere in considerazione questa Facoltà che conta oltre 6 mila studenti”. Necessario, dunque, prendere una decisione condivisa: “Bisogna decidere dove andare a delocalizzare – aggiunge Rossi – che sia nella parte alta della città, o che sia a Scampia, o in altra sede, purché si decida”. Ma che sia chiaro, sottolinea Rossi, questa soluzione ostacola in alcun modo la nascita del Policlinico di Caserta. 
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