Premio IBM al prof. Paolo Maresca

Prestigioso riconoscimento al prof. Paolo Maresca del Dipartimento di Informatica e Sistemistica. Al docente è andato il Premio IBM Faculty Award, dell’importo di diecimila e cinquecento dollari. Promosso dalla storica industria informatica, che quest’anno compie cento anni, il Premio è rivolto a progetti innovativi nel campo della ricerca e della didattica, sviluppati sfruttando gli strumenti messi gratuitamente a disposizione delle università dall’IBM stessa, come il programma Jazz, molto diffuso in ambito professionale per realizzare piattaforme di condivisione del lavoro e favorire la collaborazione fra gruppi fisicamente distanti fra loro. Lo stesso software ha permesso ad oltre 170 studenti del primo anno di Ingegneria Informatica della Federico II, cinque dell’Università di Salerno ed altrettanti dell’Accademia Aeronautica di realizzare, fra il 2010 ed il 2011, durante i corsi di Programmazione I ed Ingegneria del Software, una rete di collegamenti, già proiettata verso il mondo del lavoro, nell’ambito di un’iniziativa nazionale, della quale l’Ateneo fridericiano è capofila, che coinvolge anche gli Atenei di Genova, Bergamo Bologna e Milano Bicocca, denominata ETC – Enforcing Team Cooperation by using rational tools. 
“Tutto è nato da un forum aperto per settantadue ore nel corso del quale abbiamo raccolto idee interessanti dai ragazzi su tematiche di ogni tipo: acqua, sanità, energia, formazione”, racconta il prof. Maresca tra i promotori della Comunità Eclipse – un gruppo di sviluppatori che lavora in un ambiente integrato, Eclipse appunto, creato per lavorare con più linguaggi e più piattaforme – che si riunirà a settembre, dal 21 al 22, presso l’Accademia Aeronautica (per informazioni: 2012.eclipse-it.org), nell’ambito del quale è stato messo a punto il progetto OTRE – On The Road Eclipse a cui hanno partecipato Fabrizio Ruocco e Gaetano Prisco, studenti al terzo anno di Ingegneria Informatica, entusiasti dell’esperienza. “Il lavoro prevedeva la collaborazione fra diversi sottogruppi, uno dei quali era costituito da noi due. Dovevamo realizzare una piattaforma per persone che hanno la necessità di un confronto continuo su alcune questioni, a prescindere dai contenuti”, spiega Gaetano. La struttura è organizzata in un certo numero di parti (all’incirca cinque o sei), tutte, a loro volta, racchiuse in due categorie. “Noi dovevamo realizzare il server che gestiva le utenze, consentendo a tutti di accedere alle varie parti con un unico nome utente ed un’unica password, realizzando una interfaccia semplice, in pratica un desktop attivo”, continua Fabrizio. L’attività, che ha tra gli obiettivi quello di contribuire a formare quelle che vengono definite comunità di comunità, proseguirà attraverso una collaborazione con la Kent State University dell’Ohio, con la quale verranno condivisi contenuti didattici per dar vita a forme nuove di insegnamento che prevedano anche la realizzazione di ebook e la stesura di programmi in collaborazione. “Questa esperienza ci ha fatto crescere molto – proseguono i due studenti – Ci ha insegnato ad interagire, in tempo reale, con altre persone che si trovavano lontano da noi, a rispettare i tempi, ad organizzarci, accrescendo il nostro bagaglio di competenze utili per capire il mondo del lavoro e delle aziende. È un’esperienza che consiglieremmo a tutti”. All’incontro hanno partecipato anche Carla Milani e Ferdinando Gorga, rispettivamente responsabile dei rapporti con le università e consulente dell’IBM Italia.
Simona Pasquale
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