Scienze Biotecnologiche: un “ripiego” che attrae

A Scienze Biotecnologiche, ciò che colpisce è la sede: un edificio nuovissimo, funzionale, con ampi spazi e luoghi di ritrovo. Peccato che questa Facoltà sembra essere un ripiego per molti che hanno tentato di entrare a Medicina e non ci sono riusciti. L’ambiente però è molto meno competitivo. Lo confermano gli studenti di Biotecnologie biomolecolari e industriali, entrati quest’anno in settantacinque. Roberta, al primo anno, afferma: “per tre punti non sono entrata a Medicina purtroppo. Il mio sogno è quello di diventare una ginecologa, perché mi interessa molto il rapporto intimo che intercorre tra madre e figlio, infatti ritenterò l’anno prossimo”. Chimica, fisica e biologia, le materie su cui si concentrano gli studenti che vogliono far convalidare gli esami per il passaggio a Medicina. “Sto seguendo questi corsi per un’eventuale convalida futura, l’ambiente però qui mi piace molto. È un posto tranquillo e ci sono diversi punti di ritrovo, come il bar o le scale dell’uscita di emergenza. Riproverò anch’io ad entrare a Medicina l’anno prossimo, ma non escludo di potermi appassionare a questo percorso di studi”, rivela Giorgio Scafa, al primo anno. Anche Danila Rapicano ha tentato i test di Medicina e non è passata. “Ritenterò finché non mi stanco, perché quella è la mia strada. Mio padre è medico e mi ha trasmesso la sua passione”. Ciò che spinge a preferire Medicina resta la sicurezza di uno sbocco lavorativo, con la Specializzazione. “Per noi è difficile trovare lavoro, mentre il medico lavora sempre”. Se proprio non dovesse riuscire ad entrare a Medicina, però, “resterei qui con piacere”, ammette la ragazza. “Infatti non sto seguendo solo le materie oggetto di convalida, ma anche Statistica, Introduzione alle biotecnologie e Inglese. Non escludo il campo della ricerca dalle mie possibilità future. Mi piacerebbe andare in California, dove viene molto apprezzato il lavoro di ricerca italiano, qui sottovalutato”. Unicamente interessata al suo percorso di studi, è Annalisa Mandola, primo anno della Magistrale in Biotecnologie Mediche, anche se è altrettanto critica riguardo gli sbocchi occupazionali: “Non esiste un albo dei biotecnologi, solo dei biologi. Per accedervi dobbiamo integrare gli esami che ci mancano. In più, qui consentono di avere esperienza pratica in laboratorio solo dopo un certo numero di crediti, e secondo me questa cosa è limitante”. Aspirazioni future: “vorrei avere possibilità di applicazione nel campo della ricerca immunologica, possibilmente restando in Italia”. Aspetto positivo, “grande disponibilità dei docenti e dei colleghi”.
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