Scienze Politiche ai raggi x

È stata pubblicata recentemente la relazione del Nucleo di Valutazione relativa all’anno accademico 1997/98 riferita alla facoltà di Scienze Politiche, che è stata la prima ad avviare il progetto in via sperimentale, distribuendo un questionario di 25 domande agli studenti. Sono stati restituiti complessivamente 657 questionari, 354 per i corsi del primo semestre e 303 per quelli del secondo semestre. Per oltre i due terzi (69,4%) i questionari sono stati compilati da studentesse. Il 92,2% di coloro i quali hanno risposto ha tra i 18 ed i 24 anni; soltanto il 7,8% ha più di 24 anni. L’87,4% degli studenti che hanno restituito i questionari è in corso; il 12,6% è fuoricorso, con prevalenza – 6,2% – degli iscritti al primo anno fuoricorso. Quattrocentoventuno questionari – il 66,4% del totale – sono stati restituiti da iscritti al corso di laurea in Scienze Politiche; 204 – il 32,2% – da studenti del corso di laurea in Scienze Internazionali. Questa la suddivisione per indirizzo di chi ha risposto alle domande: 30% Politico Internazionale, 21,9% Storico Politico, 2,6% Europa Orientale, 15,3% Asia ed Africa, 16,2% Politiche di sviluppo, 13,9% Relazioni Internazionali. Oltre la metà – il 50,9% – ha superato da 1 a 6 esami; il 25,6% ne ha superati da 7 a 12; il 18,5% da 13 a 17; il 5% da 18 a 21. Gli studenti che hanno risposto sembrano inoltre essere abbastanza bravi: ben 363 dei 498 i quali hanno indicato il profitto (il 72,9%) hanno una media compresa tra il 27 ed il 30 e lode; soltanto 10 sono all’estremo opposto della votazione – tra 18 e 23 -. Un campione parziale, dunque, numericamente ridotto, prevalentemente femminile e costituito da studenti giovani. Sottorappresentati in misura notevole i fuoricorso, che nel 1997 erano ben il 31,4% del totale degli iscritti all’Ateneo. Studia da solo l’86,1% del campione; in Ateneo il 28,0%. Il 56,5% è studente a tempo pieno; il 25,3% lavora saltuariamente, il 16,4% part – time e l’1,9% a tempo pieno. Sotto il profilo della provenienza scolastica, gli studenti  i quali hanno risposto al questionario vengono per il 58,3% dal Classico oppure dallo Scientifico, per il 22,1% dalle magistrali, per il 12,6% da Istituti Tecnici e per il 6,9% da altri istituti. 
Ulteriore avvertenza :i dati riportati dal Nucleo di Valutazione non sono disaggregati per insegnamento o per corso. Il motivo è spiegato nella relazione: “per evitare ogni possibile identificazione del docente e quindi ogni forma di personalizzazione della valutazione; in secondo luogo perché l’entità numerica dei relativi dati sarebbe troppo ridotta per avere alcuna significatività”. 
Ciò premesso, ecco alcune delle risposte fornite ai questionari. Il 10,4% giudica “mediocre” la capacità del docente di suscitare interesse per la materia; il 27,0% la reputa “adeguata”; il 62,% la ritiene “buona”. Ai ragazzi si chiedeva inoltre se il docente rispetta l’orario di ricevimento. Ha risposto “sempre” il 59,9%; “quasi sempre” il 34%; “quasi mai” il 6,1%. Il 69,6% reputa “adeguata” l’organizzazione della didattica; il 30,4%, invece “inadeguata”. Il 10,3% del campione ritiene non funzionali i testi consigliati ed i sussidi didattici; il 41% li giudica funzionali in parte; il 48,7% li giudica funzionali. Poco più della metà del campione – il 50,2% – ha seguito il corso con facilità; il 45,4% con difficoltà iniziali; il 4,4% con difficoltà insuperate. Soltanto il 2,2% giudica addirittura impossibile sostenere l’esame nella sessione immediatamente successiva al corso; il 33,3% ritiene che sia difficile; il 64,5% è più ottimista e risponde che è praticabile. Che la frequenza alle lezioni sia utile ai fini di una migliore preparazione dell’esame lo crede il 65,9% degli studenti i quali hanno risposto ai questionari; il 27,7%  sostiene che è abbastanza utile; il 6,4%, invece, reputa che sia poco utile. Alla domanda “il programma ha permesso di migliorare la preparazione di base” il 64,2% risponde abbastanza, il 5,9% per niente ed il 29,9% pienamente. Secondo i valutatori “non si intende certo affermare che questo dato esprima una valutazione negativa dei contenuti del corso o dell’insegnamento in quanto tale, ma forse ci si dovrebbe aspettare un qualcosa di più, un salto di qualità più accentuato rispetto alle scuole superiori”.
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